Sono 3 milioni in Italia e 35 milioni in Europa i potenziali utenti del mercato del turismo che presentano disabilità o che hanno esigenze speciali (diabetici, allergici, anziani non autosufficienti, infortunati ecc). Il 29 maggio scorso si è tenuto presso il Centro Conservazione e Restauro della Reggia di Venaria di Torino il convegno internazionale “Domanda e offerta nel mercato del turismo accessibile”; un incontro che si inserisce fra le iniziative legate a “Una montagna per tutti”, il progetto avviato nel 2005 grazie ai finanziamenti della Commissione Europea, nato con lo scopo di dar vita ad un percorso culturale, prima di tutto, per rendere accessibili a “tutti”, comprese persone con disabilità e disagi fisici, i territori italiani e francesi delle cosiddette “Alpi olimpiche”. Gli interventi promossi dal progetto riguardano l’accoglienza, la formazione degli operatori e l’adeguamento dell’offerta turistica e sportiva. Il dato numerico, tra l’altro non aggiornato a questi ultimi anni, rivela una realtà sorprendente e che merita attenzione: sono 3 milioni in Italia e 35 milioni in Europa i potenziali utenti del mercato del turismo che presentano disabilità o che hanno esigenze speciali (diabetici, allergici, anziani non autosufficienti, infortunati ecc). Si registra, su questo argomento, la dura presa di posizione di Michela Valentini, rappresentante nazionale dell’Associazione Nazionale Turismo Accessibile “Si può”.

La Valentini lamenta la mancata volontà da parte delle istituzioni e dei partner imprenditoriali di voler proseguire il lavoro intrapreso già da circa dieci anni a favore del turismo accessibile e che ha già registrato vari risultati positivi grazie all’impegno degli operatori e delle associazioni. Ad oggi manca, sottolinea, la volontà di voler mettere in rete queste realtà che hanno dimostrato apertura e disponibilità ad accogliere ospiti “speciali”.

Occorre mettere in collegamento domanda ed offerta, spingere sul lato della comunicazione per non vanificare gli sforzi fin qui compiuti. “Dopo dieci anni di lavoro, dopo milioni di investimenti, dopo che l’Italia si è conquistata una indiscussa leadership internazionale, – afferma la rappresentante di “Si può” – non si capisce perché adesso dobbiamo buttare via questa nuova realtà, faticosamente costruita. Abbiamo ricerche europee ed italiane dai risultati incontrovertibili, – continua – che dimostrano come la domanda di turismo accessibile sia forte, sensibile e soprattutto pronta a mettersi in viaggio, sempre che ve ne siano le condizioni minime, che sono essenzialmente le informazioni necessarie. Da tutte le parti, e da ultimo anche all’Agenzia ENIT, ci viene risposto che effettivamente il tema è interessante, che la domanda c’è, ma poi tra le priorità questa non figura: continuiamo a vendere le solite destinazioni turistiche, e non riusciamo a capire che questo approccio di responsabilità potrebbe farci fare un salto in avanti epocale nel posizionamento internazionale”.

Roberto Vitali, Presidente di “Si Può” ha concluso con una speranza “Ci auguriamo quindi, come ha proposto l’Assessore piemontese al turismo Giuliana Manica, che la prossima Conferenza Nazionale del Turismo del 20 e 21 giugno a Riva del Garda, anche per l’attenzione che il Trentino ha sempre dimostrato ai temi della disabilità, sappia porre la questione al centro dell’attenzione”.