bernabo-bocca-piccola“I dati relativi al movimento turistico-ricettivo del mese di febbraio segnalano purtroppo un aggravamento della crisi, che ormai pesa come un macigno sulle imprese del settore”. È questo il commento di Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi e di Confturismo-Confcommercio alla lettura dei risultati del check turismo che Federalberghi ha istituito quale monitoraggio mensile per tenere sotto controllo l’evoluzione dell’attuale fase economica.

L’indagine di febbraio è stata svolta dal 2 al 6 marzo, intervistando con metodologia internet 1.226 imprese ricettive, equamente distribuite sull’intero territorio nazionale e rappresentative per classificazione di stelle.

Dopo il significativo -7% di presenze registrato a gennaio, il mese di febbraio fa segnare un -10% sempre di presenze turistiche nonostante carnevale e le settimane bianche in corso.

Il numero di camere alberghiere ‘vendute’ a febbraio è calato dell’11% (come a gennaio).

Il numero dei lavoratori nelle strutture ricettive italiane a febbraio è calato del 6% (rispetto al -4,5% di gennaio) con nel dettaglio un quasi -5% di lavoratori a tempo indeterminato (rispetto al -3% di gennaio) ed un -9,5% di lavoratori part time (identico al dato di gennaio).

“Inoltre dai dati dell’Istat -aggiunge Bocca- vediamo come i prezzi degli alberghi a gennaio siano addirittura calati a fronte di un tasso di inflazione del +1,6%, che aggiunge perdita di fatturato alle imprese già falcidiate dal calo di turisti.

“A questo punto, -propone il Presidente di Federalberghi e Confturismo-Confcommercio- contrariamente a quanto sostenuto recentemente da qualcuno che vedrebbe il settore in salute, occorre istituire un tavolo tecnico imprese-sindacati volto a definire strumenti indispensabili per frenare l’emorragia di lavoratori che comincia a profilarsi sempre più consistente.

“Se infatti oltre alla perdita di fatturato ed al calo dei turisti -conclude Bocca- dovessimo anche vedere depauperata la nostra forza lavoro, indispensabile per mantenere i consueti livelli qualitativi del sistema ricettivo, l’Italia turistica rischierebbe danni incalcolabili in prospettiva di una futura ripresa economica globale”.