testo e foto di Antonella Pino d’Astore.

“…Allora la ragazza uscì dal mare, e ai suoi piedi subito crebbe erba color smeraldo, e fu chiamata Afrodite…”

Quasi tutti i popoli della terra, negli albori della vita intellettuale e sociale, hanno creato una quantità di favole, miti e racconti intorno agli Dei della loro fede.

Le letture di mitologia classica mi hanno sempre affascinato;  nella mia immaginazione Afrodite si materializzava dalla spuma del mare, circondata da eleganti cigni e fenicotteri, sullo sfondo le pennellate di un cielo azzurrissimo e di una variegata vegetazione.

E finalmente eccomi a Cipro, ad ammirare il mare cristallino che s’infrange sugli scogli di Petra tou Romiou, a Pafos:  e dove, se non qui, poteva nascere  Afrodite, la dea dell’amore, del sorriso della natura, della bellezza e della grazia? Questo è il reame di Afrodite, Venere per i Latini: i segni della sua presenza si avvertono in ogni angolo di questa terra, nella bellezza e nel profumo della natura, nei colori del cielo e del mare, nel sorriso accogliente della gente che incontro, nello sguardo dolce delle donne cipriote.

Da Larnaca a Pafos: l’oriente incontra l’occidente

Sbarcati all’aeroporto di Larnaca, la magia comincia con una splendida giornata di sole: piove poco a Cipro, terra baciata dalla luce solare per più di 300 giorni l’anno. Il sole splende sulla chiesa di San Lazzaro e sulla moschea di Hala Sultan Tekkesi: sia la cristianità che l’Islam hanno eminenti luoghi di culto a Larnaka, vivace cittadina gemellata con Venezia.

Il minareto, scintillante come un miraggio in un oasi, si erge nel mezzo di un bosco di palme e cipressi, ai margini del Lago Salato, una distesa bianca come un ruvido telo. In inverno il lago si colora di fenicotteri, cigni selvatici ed altri uccelli migratori. Ci dirigiamo verso Pafos, circa 140 km da Larnaca, nella parte sud occidentale dell’isola, utilizzando un’ ottima rete stradale, senza dimenticare che la guida a sinistra è stata ereditata dagli inglesi. Ma le auto noleggiate dai turisti poco esperti di guida all’inglese hanno targhe con un colore che le differenzia dalle altre, e così gli automobilisti ciprioti hanno più “comprensione” per gli stranieri al volante.

Nelle soste, inevitabili, per ammirare il paesaggio, noto che l’aria  profuma di salvia, di timo, di lavanda, di gelsomino; l’odore delle spezie e dei cedri mi fa pensare che l’Asia e l’Africa non sono lontane. Il clima è mite, la temperatura massima in inverno non scende mai al di sotto di 17 gradi; il mare calmo invita alle passeggiate a piedi nudi lungo la spiaggia e qualche temerario gode di un bagno rigenerante.

Pafos è stata la capitale di Cipro per 600 anni in epoca antica e il suo patrimonio archeologico è tale che l’Unesco ha posto l’intera cittadinanza sulla lista del Patrimonio Culturale dell’Umanità. I siti archeologici si alternano alla vivacità della cittadina moderna e del porto, tra alberghi, taverne e un dedalo di stradine caratteristiche, combinazione ideale per chi ama un’ esperienza di viaggio cosmopolita, a cavallo tra secoli di storia e di cultura.

L’ebbrezza e l’amore

Tra il porticciolo di Kato Pafos e il faro sono venuti alla luce i resti di una casa di età romana di cui si è conservato pressocché intatto il pavimento a mosaico. È chiamata la Casa di Dionisio perché tra i soggetti mitologici del mosaico stesso, quello centrale è il trionfo del dio dell’ebbrezza.

Le sale della tipica casa romana sono percorribili grazie a passerelle di legno sollevate, in modo da poter ammirare nel suo insieme ogni mosaico. In questa casa, che traccia un fantastico itinerario mitologico, rimango affascinata soprattutto dalla stanza delle quattro stagioni: Madre Terra al centro, intorno i riquadri con Autunno, Inverno, Primavera, Estate, a testimoniare la ciclica ricchezza della natura.

 Ci sono due scritte sbiadite, una all’ingresso e l’altra all’uscita dalla casa. La traduzione fa comprendere che nell’antica Cipro, così come nella contemporanea, l’accoglienza e la condivisione erano sacre: “anche tu”, “abbi gioia”.

Inseguendo le orme di Afrodite, scopro la rotta che si snoda lungo i siti archeologici dedicati all’antico culto della dea greca: Palaia Pafos, Amathous, Kition. Con un full-immersion nella storia, nella cultura e nell’ archeologia, Nicos la nostra straordinaria e coinvolgente guida, c’introduce in un mondo magico, arcaico, affascinante, con un lunghissimo  passo indietro nella notte dei tempi, dalla nascita di Afrodite ai riti legati al suo culto, ai miti associati ai luoghi, alle piante e alle conchiglie a lei consacrate.

 Il viaggio si snoda tra il verde dei pini marittimi, dei solenni cipressi, degli alberi di carrube, dei nodosi e maestosi ulivi, dei banani, lungo la costa che cambia continuamente fisionomia. In uno dei tratti più belli del litorale cipriota svetta Petra tou Romiou, “lo scoglio del greco”. Secondo la leggenda il mitico eroe bizantino Digenis Akritas per tenere a bada i saccheggiatori saraceni afferrò con una mano la catena montuosa di Kyrenia. L’eroe scagliò nel mare un masso che rimase lì dando il nome all’intera area.

Seguendo il filo conduttore della mitologia classica e della natura, approdo a nord ovest dell’isola, nella regione di Akamas, selvaggia e disabitata, con spettacolari paesaggi e spiagge, che presto diventeranno Parco Nazionale. Gli itinerari naturalistici, che attraversano la penisola dalla natura incontaminata, sono di estrema bellezza. L’area è perfetta per escursioni a piedi, in bicicletta, per le immersioni o, più semplicemente, per nuotare in acque cristalline. La magia del paesaggio culmina in una piccola grotta, all’ombra di un vecchio albero di fico: in queste acque la dea della bellezza era solita immergersi, nei suoi “Bagni di Afrodite”.

A levante di Pafos, ci sono i resti del tempio di Afrodite; secondo un rito legato al culto di Venere, qui soggiornavano le ragazze in età da marito. Nella Cipro antica una donna vergine non poteva sposarsi; le ragazze vivevano nel tempio di Venere finchè non venivano prescelte e deflorate da uno straniero. Le giovani donne attendevano che dal mare arrivasse il viaggiatore che le avrebbe amate; soltanto sulla terraferma ci sarebbero state la casa, la prole, la sicurezza della vita matrimoniale.

Cipro tra sacro e profano

A 9 km di strada da Pafos, incastonato nella roccia, maestoso, c’è il Monastero di Agia Neofytos. Intorno al 1200 l’eremita e scrittore cipriota Neofytos scavò nelle montagne la “Enkleistra”, una grotta poi decorata dai più raffinati esempi di pittura murale bizantina, dal XII al XV secolo.

Sono dieci le chiese bizantine iscritte sulla lista del Patrimonio culturale dell’Umanità dell’Unesco, con i loro straordinari tetti spioventi in legno, le loro icone, i loro affreschi. Le chiese sono disseminate in tutta l’area del Troodos, tra Marathassa, Solea e Pitsilia, e spesso ubicate in meravigliosi scenari naturali.

Nella zona di Pafos, vicino Polis, sui resti di un monastero, è stato creato Ayii Anargyri Natural Spa Resort, immerso in un ambiente pittoresco con agrumeti e mandorli. Qui esistono sorgenti d’acque curative le cui virtù sono conosciute già dal 17° secolo, benefiche soprattutto per problemi cardiovascolari e dermatologici, ed utilizzate nei diversi trattamenti del resort. 

I soleggiati versanti meridionali dei Monti Troodos, che dominano Pafos e Limassol, sono rinomati per i loro vigneti e i loro ridenti villaggi collinari: è facile socializzare con la gente del posto, sempre disponibile e gentile con i visitatori.

Nel Castello di Kolossi, in epoca medioevale, i Cavalieri dell’Ordine di S.Giovanni di Gerusalemme producevano la “Commandaria” un vino dolce da dessert, recentemente riconosciuto come il vino a denominazione più antico del mondo. Il buon vino è utilizzato nelle lunghe funzioni religiose ortodosse. Ma il vino di Cipro era lodato già da Salomone nel suo “Cantico dei Cantici”; il poeta greco Euripide racconta di grandi pellegrinaggi verso l’isola allo scopo di degustarne il vino. Il fascino dei vigneti di Cipro sta nelle loro dimensioni ridotte: persino oggi molti sono inaccessibili ai trattori ed ai macchinari agricoli e gli asini sono ampiamente utilizzati per trasportare l’uva. In alcuni luoghi si possono ancora vedere asini e buoi che arano il vigneto.

Tra due antichi regni, Amathous ad est e Kourion ad ovest, due dei più spettacolari siti archeologici di Cipro, c’è Limassol, seconda città per dimensioni dell’isola. Mi addentro nelle viuzze del centro storico e scopro il Castello Medioevale, teatro del matrimonio reale tra Riccardo Cuor di Leone e Berengaria di Navarra. Gli abitanti di questa città sono noti per essere amanti del divertimento: la vita notturna è animata da taverne, ristoranti, club, discoteche.Nelle taverne con solo 15-20 euro si mangia il meze, una serie di portate a base di carne, di pesce e di verdure tipiche della cucina cipriota, e si beve la birra locale Keos. Zivania è la grappa di Cipro ed è ricavata dalla distillazione delle vinacce; è un alcolico di tradizione bevuto ormai da secoli nell’isola e prodotto fin dal XIV secolo quando dominava la Repubblica di Venezia.

Nicosia, città divisa

Nicosia è una città divisa, spezzata in due: sventola una bandiera bianco-azzurra cipriota da una parte e lontano, come al di là di un baratro, si profila la sagoma di un minareto e un vessillo rosso con la mezzaluna. La collina tatuata indica il limite e la divisione tra due popoli, tra due culture, una volta uniti, in pace e fraternità, in un’unica terra. Nicosia è l’unica capitale ancora divisa da un muro.

Dall’invasione turca del 1974 le mura veneziane rimangono a testimonianza di tanto, troppo sangue versato su questa terra: greco-ciprioti e turco-ciprioti, un unico popolo diviso da interessi politici e disumani progetti.

Nicosia si trova al centro dell’isola ed è la capitale sin dal tardo periodo bizantino. I Lusignano la trasformarono in una splendida città con palazzi reali e 50 chiese.Oggi Nicosia è un moderno centro commerciale che cerca di ricucire le ferite del passato e ritrovare una rinnovata identità. La sua zona vecchia, detta “Hora”, è circondata da un muro di cinta veneziano d’arenaria, con un fossato e dei bastioni a forma di cuore.

Mi avventuro tra gli stretti vicoli del centro storico tra le botteghe artigianali, affascinata dalla manualità ed abilità della donne dedite ai ricami e ai lavori all’uncinetto. Tra caffè e taverne gli uomini seduti ai tavoli sorseggiano del buon vino o della grappa, chiacchierano e si dilettano nei giochi tradizionali.

La Cattedrale di Agios Ioannis è ricca di bellissimi affreschi; nel Museo di Nicosia si rimane affascinati dalle meravigliose icone bizantine.

Prima che il sole tramonti, un muezzin diffonde le preghiere da un altoparlante in cima al minareto: riaffiorano ricordi come profonde ferite non ancora rimarginate.

Nessuno dovrebbe dimenticare che Cipro è la terra consacrata ad Afrodite, la dea della seduzione, della pace, dell’armonia, della linfa della vita che si rinnova e che scorre nei mari, sulla terra e nei cuori degli uomini.

Antonella Pino d’Astore