La data del 30 settembre, per compagnie come Ryanair che chiudono il bilancio al 31 marzo, rappresenta il classico appuntamento di metà anno.  Puntualmente, in questi giorni, sono stati diramati i risultati della semestrale della compagnia guidata da Michael O’Leary. E nelle note che accompagnano le sempre strabilianti cifre, in particolare riflettendo ai perenni problemi che affliggono l’industria aerea mondiale, il lettore può trovare questa insolita affermazione: “la recessione e gli alti prezzi del carburante continuano a forzare i concorrenti a consolidarsi, a tagliare la capacità e le rotte, e ciò crea ulteriori opportunità di crescita per Ryanair e per gli aeroporti europei di competere aggressivamente per insediarsi su nuove rotte e assicurare la  crescita del traffico”.

 

Come si vede in questa frase di poche righe vengono completamente stravolti i concetti base che normalmente possiamo leggere in qualsiasi relazione di aerolinea che accompagna i risultati finanziari.

Di solito ci si lamenta e si addossano precise responsabilità agli aumenti del prezzo del carburante per giustificare i deludenti risultati ottenuti, nel caso Ryanair invece si parte dal punto di vista che l’aumento del prezzo del carburante e addirittura il periodo di recessione “fa tutto  brodo” ovvero tutto serve a mettere a terra i concorrenti e dare sempre più opportunità al vettore che oltre a dichiararsi “the world’s favourite airline” si vanta anche di essere quello che offre, in Europa, le più basse tariffe.

 

Il che equivale a dire, secondo Ryanair, che la recessione c’è ma è una cosa che riguarda solo gli altri. Ma in realtà vi sarebbe un terzo motivo di vanto che forse più degli altri meriterebbe di venir messo al primo posto e si tratta del particolare che Ryanair è un vettore che non fa gravare sui propri passeggeri la onerosa componente della YQ (fuel surcharges) . Ora, lo ripetiamo, c’è davvero da rimanere stupiti di fronte ai continui annunci di profitti in crescita malgrado appunto le oscillazioni continue di questo componente del prodotto aereo soprattutto ricordando come esso incida negativamente sui bilanci degli altri vettori i quali però dovrebbero annullare l’effetto delle oscillazioni tramite l’applicazione della relativa sovrattassa.

 

In merito, leggendo le note a chiarimento, viene specificato che i 544 milioni di euro di profitto (after tax) registrati al 30 settembre sono la risultante di un incremento medio del 13 per cento delle tariffe applicate e delle voci ancillary, tuttavia sul risultato ha gravato l’effetto del 37 per cento di incremento del costo carburante. Ognuno, quindi, può immaginare a quali cifre di profitto sarebbe potuto giungere questo vettore se avesse applicato la surcharge delle YQ per cercare di alleviare il peso di quel 37 per cento registrato nel semestre in oggetto.

 

Sempre rimanendo nel campo finanziario le note precisano che le consegne previste per il corrente anno e per il 2012 di 35 altri aeromobili Boeing, sono fissati al cambio euro/dollaro di 1.43, significativamente migliore dell’attuale cambio.

 

Nei sei mesi aprile/settembre Ryanair ha portato 44.7 milioni di passeggeri e dal momento che nell’ultimo anno finanziario ne erano stati trasportati complessivamente 72 milioni si deve ritenere che quest’anno ci si avvicina, e forse si supereranno, gli 80 milioni.

 

6 mesi                    6 mesi

al 30/9/11               al 30/9/10

 

N° Passeggeri                          44.7                 40.1                 + 12%

Revenue (Euro milioni) 2.712               2.182               + 24%

Profitto netto tasse                   543.5               451.9               + 20%

 

Se ora noi ci soffermiamo sul totale revenue prodotto di 2.712.000.000 euro potremo scoprire che 2.226 milioni derivano dalle operazioni “scheduled” e 486 milioni dalle famose e tanto criticate ancillary. Ciò significa però che l’incidenza di quest’ultime, almeno nel semestre considerato, sia in calo, infatti, come mostriamo nello schema, nel semestre corrente le ancillary incidono per il 18% sul totale revenue, mentre nei sei mesi del precedente anno finanziario le stesse equivalevano al 19 per cento delle entrate.

 

(6 mesi )                                30/9/2011               30/9/2010

 

Scheduled revenue                   2225.9             1757.8

Ancillary revenue                       486.5               423.8

Totale                                      2712.4             2181.6

 

% ancillary su ttl revenue:         17.9%            19.4%

 

Infine va annotato come il rapporto contenga una nota critica per il fatto che l’Antitrust britannico con una decisione del 2009 aveva sollecitato il termine del monopolio BAA/Ferrovial sugli scali londinesi, ma di fatto Stansted rimane ancora sotto Ferrovial, e pertanto lamenta Ryanair, continui ad applicare alte tariffe, mentre si è preferito iniziare a vendere lo scalo di Edimburgo il quale però non ha la stessa valenza, sempre per Ryanair, di Stansted.

 

Antonio Bordoni