di Liliana Comandè

 

Anche Top Sardinia si è aggiunta alla lista dei T.O. falliti. Riportare i clienti in agenzia…non c’è altra cosa da fare.

 

A fine dicembre anche un altro tour operator ha dovuto chiudere i battenti. Top Sardinia-Shangrilà, ottimo operatore sull’Italia in generale ma, soprattutto, sulla Sardegna. Anni fa aveva tentato di allargare i suoi orizzonti inserendo isole caraibiche con voli charter e poi Stati Uniti e altre isole con voli di linea. Si sentiva parlare di difficoltà già dalla scorsa estate, quando era diventato difficile contattare il booking, ma tutti speravano che si trattasse di tanto lavoro e poco personale. La notizia del fallimento non ci ha trovati impreparati ma addolorati perché era un buon T.O. con ottimi prodotti.

Ma la crisi non sta dando tregua a nessuno e credo che tutti noi del settore ci aspettiamo che altri nomi del tour operating sicuramente usciranno di scena più o meno silenziosamente.

Il settore è sempre più in affanno e non circolano soldi. Gli italiani sognano di viaggiare e chiedono preventivi a destra e a manca senza poi concludere nulla.

Le Olta la stanno facendo sempre più da padrone e le agenzie annaspano sempre più e cercano di inventare cose nuove per riportare quei pochi clienti in agenzia.

 

 Crisi, crisi, crisi…

Ho letto da qualche parte, non ricordo se su un giornale del settore, che la situazione sta migliorando…Non so dove abbiano preso queste informazioni in quanto mi risulta che la situazione sta peggiorando.

La crisi è sempre più pesante, le tasse sono aumentate e la gente ha anche meno soldi per fare la spesa.

In questa situazione, mi piacerebbe sapere come è possibile che si stia assistendo ad una ripresa del settore. Probabilmente saranno i soliti ricchi che non hanno mai smesso di viaggiare e qualche ha la fortuna di avere questa tipologia di clientela. Buon per loro, ma una rondine non fa primavera e per il turismo l’inverno è diventato ancora più gelido.

Nelle agenzie arrivano tante offerte di operatori dal nome sconosciuto e, spesso, ci domandiamo come facciano a vivere e con quali agenzie lavorano. Evidentemente resiste ancora il mito che con i viaggi si fanno tanti soldi.

La professionalità è ormai appannaggio di poche agenzie nelle quali ancora resistono tenacemente i “vecchi” del settore, ma che fatica ogni volta che viene chiesto un preventivo dover andare su Internet e fare una marea di ricerche per vedere quale agenzia o portale vende quel tale villaggio oppure albergo a prezzo più basso di quello ottenuto dai T.O. di fiducia.

Ed è durante queste ricerche che ci si accorge di quanto ancora perduri la guerra fra poveri. C’è sempre la solita agenzia che, forte del suo sito conosciutissimo, pubblica tariffe talmente basse che obbliga le agenzie a mettere un ricarico ridicolo (a volte 15 euro) su un viaggio di 700/800 euro.

Che stress, che fatica mentale doversi confrontare ogni volta per poter far prenotare nella tua agenzia un viaggio! E questo quando non lo prenotano direttamente con i T.O., alcuni dei quali parlano bene e poi agiscono male.

Mi domando se un salumiere o un panettiere finisce la sua giornata lavorativa con lo stress che accumula quotidianamente un ADV.

 

Ricominciamo con le Fiere turistiche….

Cosa c’entra tutto il discorso introduttivo con le Fiere? C’entra, c’entra!

Ogni anno sento i T.O. che si lamentano delle alte spese che si affrontano per essere presenti alle Fiere, e poi, come se niente fosse, li ritrovi alle stesse come se la volta precedente avessero concluso chissà quali grandi affari.

E’ vero che alle Fiere non ci si va per concludere affari ma per conoscere nuove agenzie, vedere in faccia gli agenti con i quali si parla solo telefonicamente, portare e distribuire i propri cataloghi, presentare la propria azienda a chi ancora non la conosce, assistere a qualche convegno – quando è interessante.

Bene, tutte cose importanti che servono a rafforzare anche il rapporto umano fra T.O. e dettaglianti.

Perdonatemi la sincerità, ma di questi tempi… in cui non ci sono soldi neppure per pagare le spese d’ufficio o il personale e le agenzie e gli operatori o chiudono o si ridimensionano, vale la pena spendere tanti soldi per concludere cosa?

Distribuire cataloghi, che poi resteranno nelle agenzie perché non ci sono clienti che li prendono? Presentare i propri prodotti ad agenti, che poi non sanno a chi vendere, quanto può essere utile e necessario?

 

 Servono più gli incontri o avere clienti che acquistano viaggi?

E qui ritorno al mio vecchio pallino: fin quando non ci sarà chi si prenderà la briga di far tornare i clienti nelle agenzie di viaggio, è come buttare i soldi al vento.

Sono i clienti il pane quotidiano di tutti e sono questi che non entrano nelle agenzie a prenotare viaggi.

Quando mai è stata fatta una pubblicità a favore del settore? Quante volte ho scritto che le Associazioni di categoria devono trovare un accordo con il Ministero per promuovere una campagna pubblicitaria a favore del settore turistico?

Due anni fa avevo anche proposto una sottoscrizione da parte dei T.O. e ADV, secondo il fatturato e l’utile, per poter avviare una campagna pubblicitaria televisiva e sui quotidiani. Ne avevano parlato anche alcuni agenti, ma tutto è andato a finire nel vuoto più assoluto. Sembra che non interessi niente a nessuno di ciò che accade nelle loro “case”.

CLIENTI IN AGENZIA, queste sono le parole magiche che possono far rimuovere il settore, ma fino a quando non si capisce questa cosa è anche inutile continuare a parlarne.

Sono i clienti che pagano e portano lavoro e soldi. L’agente da solo non può fare niente e neppure l’operatore. Gli incontri lasciano il tempo che trovano. L’unica cosa che resta da trovare è il cliente che prenota.

Questo è il futuro delle agenzie, senza di loro le serrande non resteranno aperte a lungo.

 

Liliana Comandè