lavoro turismo ristorazioneSi evidenzia ul boom di quelle alle scuole di enogastronomia e ospitalità alberghiera che mettono a segno un record e conquistano il primato nelle preferenze dei giovani. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulle iscrizioni al primo anno della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie per l’anno scolastico 2014/2015 del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur).

Per il prossimo anno – evidenzia Coldiretti – si sono iscritti alle prime classi degli istituti tecnici di amministrazione, finanza e marketing appena 45531 giovani con un calo del 4 per cento rispetto all’anno in corso, mentre quelli che hanno optato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera sono stati ben 48867, in aumento del 5 per cento secondo un trend in atto ormai da diversi anni. Oggi quasi uno studente neoiscritto alle scuole superiori su 10 ha scelto gli Istituti professionali dedicati all’enogastronomia e all’attività alberghiera per i quali negli ultimi anni – continua la Coldiretti – si è registrata una escalation senza freni tanto che oggi rappresentano oltre il 9,2 per cento dei totale dei 530.911 giovani iscritti al primo anno delle scuole secondarie per lanno 2014/2015. Complessivamente – precisa la Coldiretti – oltre la metà dei giovani iscritti al primo anno (50,1 per cento) ha scelto il liceo, il 30,8 per cento gli istituti tecnici ed il restante 19,1 per cento gli istituti professionali.

 La tendenza a privilegiare l’alimentazione come sbocco lavorativo è confermata anche dal sondaggio Coldiretti/Ixe’ secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritengono che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro. Per questo – continua la Coldiretti – l’88 per cento degli italiani afferma che il sistema di formazione nazionale andrebbe riqualificato anche con un corso specializzato all’Università sulla valorizzazione del Made in Italy.

“Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale, con i giovani che hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per l’Italia che per crescere deve tornare a fare l’Italia e puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.