il trenino rosso del Berninadi Harry Di Prisco

La Svizzera è una fonte senza fine di attrattive e quando si è pronti per partire per una vacanza all’insegna del relax, del benessere, ma anche del divertimento, una meta a contatto con la natura farà al caso vostro.

E allora la valigia è pronta per cominciare l’avventura, per respirare tanta aria pura, godendo anche di qualche massaggio, bagno rilassante, passeggiate in splendidi paesaggi naturali e degustando le prelibatezze locali.

Tra gli itinerari di viaggio, che è già di per sé un’emozione da vivere a bordo, il Bernina Express offre due ore da vivere immersi nella natura comodamente seduti lungo un percorso di 122 chilometri.  È dal 7 luglio 2008 che il 30% delle linee, dell’Albula e del Bernina, sono patrimonio mondiale dell’UNESCO, grazie al connubio fra arte ingegneristica e paesaggio, mentre il 20% delle tratte si trovano sopra o all’interno di opere architettoniche. Il tracciato della ferrovia retica è diventato patrimonio mondiale, quale esempio innovativo dal punto di vista tecnico di accesso al paesaggio alpino oltre ad essere annoverato tra le ferrovie a scartamento ridotto più spettacolari del mondo. «Non è possibile scoprire la Svizzera senza usare la Ferrovia Retica.

La sincronizzazione è perfetta a cominciare dagli orologi sui treni e nelle stazioni, che mostrano la medesima ora precisa al secondo grazie al collegamento satellitare in rete e questo permette di trovare subito la propria coincidenza oltre a far arrivare il treno al binario vicino, cercando di far incrociare le prime classi con le prime classi di altri treni, scendendo comodamente senza gradini»: sono parole del rappresentante per l’Italia della Ferrovia Retica SA (www.rhb.ch), Enrico Bernasconi, che ci ha accolto alla stazione di Lago_di_St_MoritzZurigo  dopo un comodo volo Swiss (www.swiss.com) da Roma. Proprio a giugno la Ferrovia Retica ha festeggiato 125 anni. Lungo il percorso del Bernina Express nel Cantone dei Grigioni, il più grande della confederazione elvetica, da non perdere la visita al Giardino dei Ghiacciai di Cavaglia, dove si trovano le “marmitte dei giganti”, risalenti all’epoca quaternaria, con un effetto ipnotico per chi le osserva da vicino.

L’offerta sui ST. Moritz tra gastronomia e panorami

Una sosta golosa è di prassi fare per assaporare i “pizzoccheri, una  pasta di grano saraceno e frumento che da generazioni è un piatto apprezzato nella valle di Poschiavo e che si può gustare ad Alp Grum nell’albergo – ristorante di Primo Semadeni, che gestisce da otto anni. Il panorama di rara bellezza abbraccia la Val Poschiavo fino alle Alpi Bergamasche e il gigantesco ghiacciaio «Vadret da Palü». Lungo il percorso che porta a Tirano, in territorio italiano,  merita una sosta  il Comune di Poschiavo, come se qui il tempo si fosse fermato. Molto è stato fatto nei primi del Novecento dagli abitanti, che con amore e cura del loro territorio si sono prodigati per mantenere viva e bella questa vallata. Ne sono un esempio le eleganti case, dai colori vivaci nel “quartiere spagnolo”, ognuna con il suo orticello, costruite dagli emigranti di ritorno dalla Spagna.  Ricorda i tempi passati l’abitazione delle sorelle Tomè che vivevano in “locali” semplici che comprendevano anche la stalla e la cucina e dove ancora oggi, che è diventato un museo contadino, si possono sentire gli odori della vita di un tempo.

Un discorso a parte va fatto per St.Moritz dove è nato, a fine Ottocento, il turismo alpino invernale. Siamo in Val Engadina, nel Cantone dei Grigioni, sulle sponde dell’omonimo lago, una delle più ambite mete turistiche d’Europa. La cittadina ha conservato una natura integra che, proprio grazie alla qualità dell’ambiente, si va consolidandosi fino a farla diventare la numero uno delle destinazioni di il proprietario dell'Hotel Steffani di St.Moritz, Peter Markyvacanza delle Alpi. Tutta la sua storia è costellata di primati e non solo sul fronte turistico: fu la prima città svizzera dove si accese la prima lampadina e la prima nel Cantone a usare il telefono; la prima dell’arco alpino a veder sfilare un tram e dove sorse il mitico albergo “Palace”,  fondato da Johannes Badrutt, pioniere della ricettività alberghiera. E fu proprio Saint Moritz, che ha ospitato il primo ufficio turistico in Svizzera e sempre qui che nel 1929 nacque la prima scuola di sci elvetica.

Nel ricco panorama degli hotel di St. Moritz c’è il prestigioso Hotel “Steffani”, sito al centro della cittadina. Il titolare, nonché direttore,  Peter Marky accoglie gli ospiti tra cui molti VIP seguendo le orme paterne. Il personale altamente qualificato è formato da 119 dipendenti, compresi i 18 cuochi ed il personale di sala, che sono quasi tutti italiani (beneventano è Maurizio Miccio, maitre di uno dei ristoranti dell’hotel, mentre sardo è lo chef Marco Piroddi).

La cucina italiana è sempre molto apprezzata dai turisti e lo sa bene il Sig.Marky che personalmente sceglie i menù, affidandosi poi alla genialità dello chef per l’elaborazione finale. Marco Piroddi si sta occupando in questi giorni di una nuova iniziativa, un apparecchio unico nel suo genere,  da introdurre nel ristorante “Steffani”. Si tratta del Big Green Egg, un recipiente di cottura di argilla, che si è sviluppato circa 3000 anni fa in Cina e che i giapponesi lo chiamarono, “kamado”, (forno, camino). Solo in tempi recenti, nel 1974, l’argilla utilizzata nei primi modelli è stata sostituita con la ceramica, sviluppata appositamente dalla NASA così da rendere la moderna “Egg Big Green” durevole anche in condizioni climatiche estreme.

Rimaniamo nel tempio della golosità di St. Moritz e non c’è miglior cosa che entrare anche nell’ultracentenaria pasticceria Hanselmann, una meta obbligatoria, data la sua fama in tutta l’Engadina, che conserva al suo interno il clima della Belle Époque.  Qui si potranno trovare vere e proprie chicche per palati intenditori, come la torta di noci engadinese o diversi tipi di cioccolato.

 Svizzera Turismo (www.svizzera.it) al numero verde 0080010020030 è pronta a dare le informazioni giuste per rispondere a tutte le esigenze.