Castellammare del Golfo

di Harry Di Prisco

Nuovi itinerari dedicati alle zone del Golfo di Castellamare

La piazza “Ciullo” di Alcamo nella Sicilia nord-occidentale conserva ancora rilevanti strutture di un passato monumentale, come il vasto complesso architettonico del Collegio dei PP. Gesuiti. La costruzione delle fabbriche, fu iniziata nei primi anni della seconda metà del Seicento, del progetto originario si ha testimonianza dalla planimetrica rinvenuta alla Biblioteca Nazionale di Parigi, unico documento storico finora conosciuto come primo progetto del Collegio, e che reca scritto sul retro “Alcamo”.  Il luogo scelto per la realizzazione del Collegio si trovava fuori le mura medievali della città nei pressi della piazza Maggiore chiamata oggi piazza Ciullo. Il restauro del Collegio, con le destinazioni a Biblioteca Civica e museo d’arte contemporanea, lo ha riportato a svolgere il suo importante ruolo al centro della città. Costruita assieme all’annesso monastero benedettino la Chiesa di San Francesco di Paola (Badia Nuova), venne demolita nelil tempio di Segesta 1699 e ricostruita nella prima metà del secolo XVIII con interventi dell’architetto trapanese Giovanni Biagio Amico. La navata unica ha una copertura a botte e altari laterali poco incassati. All’interno vi sono otto statue in stucco eseguite nel 1724 da Giacomo Serpotta che rappresentano i principali capolavori dell’artista, che si avvicina per vigore espressivo alle opere del Bernini. La chiesa custodisce anche una splendida tela di Pietro Novelli raffigurante San Benedetto da Norcia che distribuisce la regola. Annesso è il monastero di clausura dove la Madre Superiora, Suor Gabriella e le sei suore rimaste sono dedite, come nella tradizione siciliana, a preparare i famosi dolcetti canditi con la zuccata e piccole ghirlande con petali in amido smaltati. Questi monumenti sono solo un esempio del lavoro fatto dal GAL Golfo di Castellammare «che – come ci ha confermato Luigi Amato funzionario del GAL  – è arrivato alla conclusione di dare una identità culturale al territorio anche alla luce dell’aspetto religioso, che ha rivestito sempre un ruolo importante».

Il Gruppo di Azione Locale Golfo di Castellammare, il più giovane tra quelli siciliani, ha proprio la sua sede operativa ad Alcamo ed ha inteso incontrare una delegazione di funzionari provenienti dalla Croazia nel salone al piano terra del Collegio dei Gesuiti, splendidamente affrescato, per parlare degli obiettivi del GAL e delle azioni previste nel Piano di Sviluppo che si basano sugli interventi infrastrutturali per l’agricoltura della Regione Sicilia, come la promozione finalizzata all’ incremento del turismo, alla valorizzazione delle emergenze naturalistiche, storico-culturali e architettoniche, alla crescita di adeguati canali di commercializzazione dei prodotti locali ed alla promozione delle produzioni tipiche, in una logica di gestione integrata del territorio tesa a far crescere le zone interne. Per una corretta chiave di lettura della zona l’Associazione culturale “Wine farm and Tourist”, grazie ad un progetto finanziato dal GAL Golfo di Castellammare, ha realizzato la recente pubblicazione in italiano e in inglese per scoprire, attraverso itinerari tematici, i bagli (tipiche costruzioni fortificate che venivano un tempo utilizzate come magazzini), le cantine, i musei e i maggiori vigneti siti a cavallo delle due province di Trapani e Palermo.

Tutti i progetti del Gal per lo sviluppo locale e il turismo

Luigi Amato e Santi d'Alessandro (1)

L.Amato e S.D’Alessandro

Tra i percorsi quello che combina natura, agricoltura e religione (da non dimenticare che si è nel territorio dell’Alcamo DOC) e quello che coniuga “Vino e architettura rurale” che partendo dalle Dune di Calatubo  permettono di scoprire il castello omonimo oggi diroccato, che è stato l’emporio del Val di Mazara e la fontana araba “Cuba delle Rose”, recentemente restaurata dal GAL, quello alla scoperta delle Acque Termali che sgorgano dalla sorgente Gorga che conduce ad uno stabilimento termale sistemato in un antico mulino ristrutturato, provvisto anche di una piscina all’aperto e di saune, peraltro situato a pochi chilometri dal Teatro e dal Tempio dorico di Segesta che ricade nel Comune di Calatafimi. Voluti dall’Unione Europea questi enti hanno il compito di coinvolgere nello sviluppo del territorio tutti gli attori. In quello del Golfo di Castellammare non manca niente… tradizioni produttive di qualità, il vicino aeroporto internazionale di Palermo, ferrovia e autostrade. Del GAL Golfo di Castellammare fanno parte enti privati e pubblici e tra questi i comuni di: Terrasini, Cinisi, Partinico, Balestrate, Trappeto e Scopello in provincia di Palermo e solo Alcamo in provincia di Trapani. «Puntiamo a far conoscere il volto migliore dell’Europa, un’Europa che investe. La nostra mission è puntare su tre aspetti: enogastronomia, turismo rurale e conservazione del paesaggio, migliorando la qualità della vita in queste aree dove abbiamo avviato una fase di ascolto che coinvolge in primis le scuole al fine di creare una nuova classe dirigente», sono queste parole del Presidente Pietro Puccio, che in precedenza  è stato Sindaco di Capaci nonché Presidente della Provincia. In linea con le sue parole è il Responsabile di Piano, Andrea Ferrarella. «Abbiamo raggiunto gli obiettivi – Cannoli sicilianiegli ha precisato – spendendo tutte le risorse disponibili e ciò è stato possibile grazie al supporto della Regione Sicilia, facendo conoscere che cosa è l’Europa. Sempre più spesso siamo ricercati dai cittadini portando nuove idee per lo sviluppo locale». Le opere finanziate dall’ente sono state molteplici in tutti e sette i comuni, dai mercati del contadino, alla riqualificazione dei Bevai di monte e di valle con il rifacimento dei muretti a secco dell’area esterna del Santuario della Madonna del Furi di Cinisi, alla Cuba delle rose di Alcamo, per arrivare alla ricostruzione della chiesa di San Cataldo a cavallo tra i territori di Trappeto e Terrasini ed ai restauri dei ponti della Madonna del Ponte di Partinico. Nella prossima programmazione dei Fondi europei si profila la possibilità che i GAL non siano più monofondo ma plurifondo, potendosi così occupare di tutto con una evidente dotazione finanziaria che permetterà di ampliare la progettualità. Per Santi D’Alessandro, responsabile per la Regione Sicilia della gestione dei 17 GAL isolani e dell’animazione sul territorio è importante che questi enti inseriscano strategie ritenute prioritarie per il territorio. Si parla di sviluppo rurale che spesso viene abbinato all’agricoltura. In questo caso il territorio va inteso nella sua globalità, privilegiando le piccole attività artigianali. Nelle aree rurali si assiste ad uno spopolamento e questo vuol dire che c’è alla base un problema di redditività. «Ecco che l’area in questione deve essere rivisitata – continua D’Alessandro – dando la possibilità alle aziende, che operano in loco, di completare il ciclo produttivo, mentre ai GAL abbiamo imposto di mettere almeno l’80% dei finanziamenti europei a bando».