di Liliana Comandè.

 

Capita, nella vita, che ad un certo momento non si abbiano più cose da dire, o meglio, di cose da dire ce ne sarebbero ancora molte, ma dopo aver detto di tutto e di più in 23 anni, mi rendo conto che non ho più voglia di commentare ancora le stesse cose scritte e “strascritte” nei miei editoriali. Chiunque mi abbia seguito in questi lunghi anni, conosce a memoria i miei pensieri e sa quanto io mi sia battuta affinché questo settore “ritrovasse sé stesso”.
Ma mi rendo conto, leggendo tutto ciò che viene scritto nei social network, che il settore non solo non “vuole” ritrovare sé stesso, ma non è neppure interessato a prendere provvedimenti affinché non scompaia.
Per anni ho fatto la “Cassandra”, non perché volessi “portar male” al settore del quale faccio parte a 360°, ma per una ragione semplicissima – e non lo dico per vantarmi – vedevo più lontano di quanto vedessero tutti gli altri.


C’ero solo io a scrivere editoriali “pesanti” che non guardavano in faccia nessuno. Ho pagato con la perdita di molta pubblicità, con la non presenza alla Bit. Ho avuto un paio di scontri verbali con la Licia Colò, dopo aver scritto tutto il male che arrecava al settore quando conduceva la trasmissione “Alle Falde del Kilimangiaro”.
Chi era presente ad una BMT di alcuni anni fa, ricorda che fui chiamata d’urgenza proprio per dirle in faccia ciò che pensavo di lei e del suo modo di lavorare.
Ho ottenuto gli applausi degli ADV e dei T.O. presenti alla conferenza stampa della Colò, poi, però, alla fine, erano tutti lì, in fila, a farsi fare una foto con lei.
Internet che non faceva paura? Ed io a dire che tutto sarebbe cambiato…e sempre Cassandra rimanevo.
L’abusivismo, le fee, gli sconti ai clienti, la poca professionalità di chi diventava ADV in una giornata (ma non solo di questi), il pericolo dei last minute e dei troppi charter…Le bugie dei T.O. che raccontavano balle sui passeggeri trasportati, il fatturato che non voleva dire guadagno, le spese accessorie che, spesso, erano una vero e proprio abuso da parte degli operatori.
La mancanza di colloquio tra gli stessi operatori e fra gli ADV e i T.O.
Lo “schifo” dei prezzi bassi dati ai CRAL direttamente dai T.O. e dati agli abusivi che organizzavano, e che continuano imperterriti ad organizzare, viaggi come se fossero pioggia.
Ecco, dopo 23 anni, mi dispiaccio nel constatare che le cose non solo non sono cambiate, ma sono anche peggiorate.
Ogni tanto leggo alcuni articoli su altri giornali del trade che sono delle vere e proprie “arruffianate” e fanno colpo. E allora, poiché anche la politica è fatta così, e a me non piace, penso che il continuare ad esortare il settore non abbia più senso.
Ultimamente avrei potuto commentare il suicidio dell’agente di viaggio di Savona…ma a che pro? Ce ne sono stati altri, e non solo nel nostro settore, ma l’ADV morta non ha fatto notizia. Il settore turistico non fa notizia perché nessuno ha mai fatto in modo che il nostro “oro nero” diventasse importante nel paese che potrebbe vivere solo di turismo.
Dovrei continuare a parlare dei portali o delle persone che prenotano stando seduti a casa o in ufficio davanti ad un computer? Cosa ormai superata.
Oppure dovrei riprendere il discorso delle commissioni – a volte “pezzenti” – che gli operatori danno alle ADV e poi si scopre che fanno come vogliono con i privati?
Oppure delle commissioni che le compagnie aeree con danno più agli ADV? Degli alberghi che alle ADV danno (quando la danno) una commissione del 10%, sulla quale c’è da calcolare l’IVA, mentre ai clienti che chiamano direttamente danno un prezzo netto più basso di quello che ha dato al dettagliante?
Vogliamo anche parlare delle “tariffe sottobanco” che si danno ad alcune associazioni e anche in esclusiva? Oppure di alcuni personaggi, che ancora girano alla grande nel settore, e che hanno contribuito a far fallire l’azienda per la quale lavoravano. Ma loro sono sempre in piedi, a fare i propri affarucci.
Realmente ho bisogno di prendermi una pausa per ricaricarmi. Sicuramente non è un addio ai miei editoriali, ma devo trovare UNA MOTIVAZIONE che mi faccia ricominciare a difendere un settore diventato quasi indifendibile.
Non me ne voglia chi mi ha chiesto di scrivere su questo e su quell’altro argomento. Dovrò trovare in me stessa la ragione vera per farlo.

 
Liliana Comandè