capodanno_91576A Capodanno vince l’Italia

Segnali di ripresa intravisti dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commentando i dati di un’indagine last minute realizzata con il supporto tecnico dell’istituto ACS Marketing Solutions.

“È un ottimistico segnale di ripartenza e di consolidamento dei consumi turistici degli italiani quello che emerge dalle previsioni delle imminenti festività di Natale e di Capodanno – annuncia Bocca – Che il 2015 potesse essere l’anno della ripresa del settore lo si era capito dai vari appuntamenti clou disseminati nell’arco dei dodici mesi ed il risultato atteso per gli ultimi giorni di dicembre rappresenta una gradita conferma”.
Dall’indagine emerge in particolare che quest’anno i primi turisti in Italia sono stati gli stessi italiani: “La circostanza che gli italiani scelgano maggiormente il proprio Paese, per trascorrere qualche giorno di meritato riposo – sottolinea il Presidente degli albergatori – rappresenta l’ulteriore attestazione di come il sistema turistico nazionale rappresenti ormai un insostituibile punto di riferimento”.

I numeri per le festività

Secondo l’indagine ACS Marketing, nelle festività di fine anno 2015 si muoveranno complessivamente circa 12,8 milioni di italiani (+7,7%) dormendo almeno una notte fuori casa.
A Natale l’86% resterà in Italia (rispetto all’88% del 2014) ed il 14% andrà all’estero (rispetto al 12% del 2014).
A Capodanno l’80% resterà in Italia (rispetto al 69% del 2014) ed il 20% andrà all’estero (rispetto al 31% del 2014).
Il giro d’affari determinato da questo movimento turistico assommerà a circa 8 miliardi di Euro (+2,6% rispetto al 2014).
Quanto alla modalità di prenotazione a Natale solo il 38% dei vacanzieri ha utilizzato sistemi elettronici, rispetto al 65% di Capodanno che ha preferito l’online. Tra coloro che non faranno alcuna vacanza, pari a 47 milioni di italiani (rispetto ai 48 milioni del 2014), mediamente quasi 24 milioni (rispetto ai 30 milioni del 2014) dichiarano di non potersi muovere per motivi economici, a conferma di un clima economico complessivamente mutato.