di Liliana Comandè

 

La Ministra del Turismo incontra i giornalisti italiani e parla apertamente della situazione turistica e della sicurezza nel suo paese.

 

E’ Ministro del Turismo e dell’Agricoltura da due anni, e non sono stati due anni facili per lei. Selma Elloumi Rekik, infatti, si è trovata a gestire due emergenze che hanno reso la Tunisia un paese sconsigliato.

E’ sempre molto difficile dover “risalire la china” quando ci sono di mezzo atti terroristici, ma la Tunisia, come altri paesi arabi, scontano un’emergenza sempre più degli altri paesi dove sono accaduti episodi simili (vedi Inghilterra, Francia, Belgio…).

 

Se, infatti, il turismo nei paesi europei non si è mai fermato, la Tunisia ha visto diminuire il numero dei turisti in maniera considerevole. Dal 2011, anno della famosa “Primavera Araba”, il turismo ha subito – a mio avviso ingiustamente – un vero e proprio crollo. Fino ad oggi si calcola, infatti,  che sia diminuito dell’80%.

Il turismo è una delle più grandi risorse per tutti i paesi del mondo e anche per la Tunisia era una grossa boccata di ossigeno economico. Ma ora è arrivato il momento di recuperare il tempo perduto e l’invito di alcuni giornalisti italiani è stata l’occasione per mostrare che il paese è tranquillo e accogliente, ma anche per mettere al corrente il pubblico italiano di ciò che è stato fatto e di ciò che si sta facendo per rassicurarlo e invitarlo a tornare a visitare il suo paese.

 

“Capisco che è la sicurezza al primo posto nei pensieri dei turisti e noi abbiamo lavorato molto, e stiamo ancora lavorando, con la polizia europea per mettere in sicurezza ogni sito archeologico, gli aeroporti e gli hotel. Ci stiamo avvalendo della collaborazione con una società tedesca. Non siamo stati colpiti solo noi, ma anche altri paesi europei e da soli non possiamo combattere il terrorismo, ma dobbiamo cooperare tutti assieme. Siamo stati presi di mira perché ad alcuni non piace il cammino della democrazia che stiamo percorrendo, e senza sicurezza non possiamo riuscire ad ottenerla. Dopo le ultime elezioni stiamo lavorando intensamente con la Comunità Europea, tra cui la Francia e l’Italia che hanno inviato in Tunisia forze speciali per collaborare con quelle tunisine. C’è un grande programma studiato e preparato in collaborazione con il Ministero dell’Interno, della Difesa e dell’educazione”.

Ma a prescindere dall’importante problema della sicurezza, il Ministro si sta muovendo anche nella diversificazione dei prodotti turisti offerti. Quanti di noi sanno che la Tunisia è il secondo paese al mondo, dopo la Francia, dove si pratica la talassoterapia e che ci sono anche tanti campi da golf? Ma il paese si fregia anche di ben 40mila siti archeologici e l’antica città di Kairouan è stata dichiarata dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”.  Esiste quindi un turismo culturale per i siti archeologici, ma anche quello degli eventi musicali che richiamano sempre molti visitatori da ogni parte del mondo.

C’è da dire che nel secondo semestre del 2016 c’è stata una piccola ripresa soprattutto da parte del mercato turistico francese e tedesco, ma sono mancati all’appello gli italiani, molto amati dal popolo tunisino. Qualcosa sta cambiando in meglio e la dimostrazione è nell’attenzione delle grandi catene alberghiere mondiali, tra le quali Four Season, Carlton, Sofitel, che stanno investendo e moltiplicando la loro presenza in Tunisia.

Il paese sta puntando anche sulla qualità delle strutture e dei servizi, sul rispetto dell’ambiente e del verde e la regione di Tozeur ha un programma ambizioso . C’è poi da sviluppare il turismo nautico, e sono stati inaugurati da poco i porti di Biserta e Gammarth,  oltre a far conoscere maggiormente il ricco patrimonio storico  che spazia da quello bizantino al fenicio, dal romano all’arabo e all’ebraico.

Una buona notizia è quella della ripresa dei contatti con le società di navigazione italiane per farle tornale nel porto di Tunisi, visto che quelle americane hanno continuato a fare uno scalo nella capitale.

Ma tornando alla conferenza stampa con il Ministro Elloumi Rekik, ad una domanda su come riuscire a fermare l’esodo dal paese in Europa e come fare per impedire agli Imam di radicalizzare i giovani nelle moschee, ha risposto: “Noi controlliamo questi Imam estremisti perché sono estranei alla nostra cultura e fanno del male ai nostri giovani,  che dopo la rivoluzione sono scappati. La soluzione è legata allo sviluppo del paese. Il problema è che i giovani pensano di trovare il paradiso e siamo solo noi a dover risolvere il problema. Nel turismo stiamo lavorando con i mercati tradizionali ma anche con la Russia e la Cina. Stiamo prendendo accordi per avere voli diretti e non solo con la nostra compagnia. Dobbiamo dare ai nostri giovani la possibilità di avere un lavoro e cerchiamo di sviluppare quello che sappiamo fare meglio. Abbiamo un artigianato importante, che fa parte del nostro patrimonio immateriale. Stiamo  operando per lo sviluppo dei prodotti e la modernizzazione del processo produttivo, il  designer. Ci sono piccole imprese di giovani che esportano anche in America e vendono anche agli alberghi. Nell’artigianato l’80% delle persone che ci lavorano sono donne, un vero pilastro nel mondo arabo”.

In un breve intervento, il Direttore Generale del Turismo, Abdelatif Hammam, ha dichiarato che in Italia hanno un ufficio che si occupa della comunicazione, che faranno promozione anche attraverso i social network e che quest’anno la città di Homsa sarà internazionale per la presenza di grandi firme.

Ecco, la Tunisia ha tutte le carte in regola per “esplodere” nuovamente nel campo turistico e artigianale.

Non solo mare, dunque, ma ricchezza storica,  culturale, manifatturiera,  che ne fanno uno dei paesi più interessanti del Mediterraneo. E noi siamo qui per invitare i lettori a credere ancora in questo paese, vittima di eventi che sta scontando da troppo tempo.

Buon 2017 Tunisia, che possa tornare ad essere uno dei paesi di riferimento per il mercato italiano.