In questo periodo, gli operatori del settore “fanno i salti mortali” per presenziare alle varie fiere turistiche che si susseguono freneticamente e non solo in Italia.

Chi espone, e chi ci va come visitatore, si aspetta sempre dei risultati più o meno concreti nei vari incontri, nelle attese, nelle strette di mano, nei baci “smack smack”, nei “non cambi mai sei sempre uguale”, nel “come ti vanno le cose”, nel ma come hai fatto a comprare quell’azienda fallita” e nello scambio dei biglietti da visita.

Si va da un padiglione all’altro alla ricerca di una compagnia aerea o di un tour operator con il quale stringere i primi accordi, oppure migliori (quasi mai accade), ci si riempie il trolley che si è portato per prendere cataloghi che poi, una volta tornati a casa, per la maggior parte dele volte finiscono nel cestino dell’immondizia assieme alle fatidiche parole: sono stanco/a morto/a, non ci vado più!

Gli operatori sperano sempre di farsi conoscere da nuove agenzie e si mettono in mostra, a volte fermando gli agenti che passano, pur di “mollare loro ” un catalogo con la speranza di rimanere impressi e farsi scegliere per le future prenotazioni delle sue destinazioni.

Si gira, fanno male i piedi,  ci si stanca, si spendono soldi, si fanno lunghe tavolate a cena, non si dorme, non si vede l’ora di tornare a casa perché, gira che ti rigira, anche se tutti si “sciacquano” la bocca parlando di tutte le novità informatiche uscite in questi ultimi anni, e che servono a far “girare” il turismo, in fondo stanno sempre lì, in pochi metri o in tanti metri dentro uno stand a vendere non la verdura, ma i viaggi che programmano.

Ma se il mondo del turismo è cambiato e ci si deve adeguare per non soccombere, perché solo le Fiere sono rimaste uguali a sé stesse? Ma non è un controsenso?