Non c’è pace sul fronte dei prezzi dei pacchetti turistici. In pochi mesi il petrolio è arrivato a costare fino a 145$ al barile, oggi è sotto i 95 $, ma i prezzi dei pacchetti turistici stanno aumentando nuovamente perché, nel frattempo, il dollaro si è apprezzato tantissimo rispetto all’Euro.
Ad aprile, infatti, il rapporto era di 1 euro = 1,58 $, oggi – quotazione di poco fa, il dollaro è a quota 1,34763 contro la nostra moneta.

Di certo, l’apprezzamento per chi – come me – non capisce quasi niente di finanza e dei movimenti che fanno salire o scendere una valuta, rimane incomprensibile il fatto che mentre l’economia americana sia in condizioni molto critiche – più di quelle europee – la sua valuta stia salendo anziché scendere.

Ed è da un paio di giorni che nelle agenzie arrivano i comunicati degli operatori turistici con la notizia dell’ulteriore adeguamento carburante.

Insomma, negli ultimi anni si è penato perché il petrolio saliva in maniera sconsiderata e, di conseguenza, le compagnie aeree aumentavano il fuel surcharge.

Oggi, anche se c’è un’inversione di tendenza del prezzo del petrolio – in discesa -, dobbiamo aumentare il prezzo dei pacchetti turistici perché il dollaro aumenta il suo valore rispetto al nostro euro.

Gira che ti rigira, non si riesce più ad avere, e a dare ai clienti, un prezzo definitivo di un pacchetto-vacanza.
Ma quando finirà quest’altalena? Non se ne può proprio più di lavorare con i prezzi approssimativi…

Liliana Comandè