di Angelo Sessa.

Dopo gli eventi di febbraio e marzo, che hanno portato alla caduta del presidente Mubarak e a un nuovo corso in Egitto, il turismo nel paese maghrebino ha subito un crollo repentino dal quale cerca lentamente di riprendersi. I dati, però, mostrano come sia proprio il mercato italiano quello più colpito e quello che ha più difficoltà a riprendersi.

I nostri connazionali nutrono ancora troppi timori per tornare a popolare i siti archeologici e le spiagge egiziane, dove invece hanno ripreso ad arrivare i turisti degli altri paesi, in particolare russi, tedeschi e inglesi. Il nuovo governo egiziano, quindi, ha intrapreso una intensa campagna fatta di promozione, marketing, comunicazione, aggressiva campagna pubblicitaria sui principali network televisivi mondiali (come Cnn e Euronews) e incontri per  spiegare a tutti che il paese africano è assolutamente sicuro e stabile.

A tal fine di rilanciare attivamente la ripresa del turismo italiano nel Paese, l’Associazione di Amicizia e Cooperazione Italia-Egitto, assieme ad Astoi Confindustria, ha invitato a Roma dall’8 all’11 giugno il Ministro del Turismo egiziano, Mounir Fakhry Abdel Nour, che giovedì 9 giugno ha incontrato i maggiori operatori turistici italiani attivi da anni in Egitto e la stampa di settore, subito dopo aver sottoscritto a Palazzo Chigi con il ministro Michela Vittoria Brambilla una dichiarazione congiunta sulle attività da svolgere per riportare alla normalità i flussi turistici drasticamente ridotti dopo la rivolta che ha provocato l’uscita di scena del presidente Mubarak.

La sinergia tra le due nazioni rappresenta uno snodo cruciale per la rinascita turistica del Paese africano. La visita del Ministro ha anche lo scopo di riqualificare ulteriormente la già significativa presenza nel suo Paese di società ed operatori italiani. Ciò con l’obiettivo di innovare e diversificare il prodotto e l’offerta turistica stessa creando nuove opportunità di investimenti e di occupazione.

L’incontro svoltosi a Roma, all’Hotel Parco dei Principi, per iniziativa di Mohamed Abd El Gabbar, direttore dell’Ufficio turistico egiziano in Italia. L’accordo in particolare prevede un’attiva collaborazione nel settore alberghiero e scambi di know how tra i tour operator.

Mohamed Abdel Gabbar

“Abbiamo bisogno dell’amicizia e della solidarietà dell’Italia – ha detto Mounir Fakhry Abd El Nour – ora  che l’Egitto si è incamminato sulla via della democrazia e della libertà e ha iniziato la ripresa dopo la crisi che ha cancellato l’80% degli arrivi turistici internazionali nel paese a febbraio e il 65% a marzo. Già ad aprile il trend si è invertito con un calo del solo 45% rispetto al 2010, grazie al ritorno soprattutto dei russi e dei cittadini dei paesi del nord Europa.

Ora aspettiamo gli italiani, che rappresentano una quota importantissima degli arrivi turistici in Egitto. In questo campo – ha sottolineato il ministro – italiani ed egiziani sono partner, operatori locali e adv e to italiani hanno sofferto insieme la crisi invernale e primaverile e devono lavorare insieme per uscirne. Siamo sicuri che l’estate e l’autunno segneranno il ritorno in massa dei turisti in Egitto, grazie anche ad un’offerta differenziata, alla promozione della costa mediterranea e agli incentivi governativi ai voli charter.

Infatti, tra pochi giorni – ha proseguito Mounir Fakhry Abd El Nour – partirà sulle emittenti italiane una campagna pubblicitaria aggressiva per far conoscere la nostra offerta potenziata e ampliata, anche con l’ausilio di internet e dei social network. Non ci rivolgiamo solo al consolidato turismo culturale di Giza, Luxor, Assuan o Abu Simbel, ma a chi ama la natura, le nostre coste, i deserti”.

Il turismo in Egitto può contare  sempre sull’incredibile fascino dei Faraoni e dei loro grandiosi siti archeologici, al quale si aggiunge l’interesse suscitato in tutto il mondo dalla scoperta di 17 nuove piramidi nell’area di Saqqara, 30 km a sud del Cairo.

“In Egitto il sottosuolo è ancora pieno di importanti reperti  – ha precisato il ministro – e si calcola che solo il 25 per cento di essi sia finora venuto alla luce con gli scavi. Ci impegneremo al massimo a tutti i livelli per arricchire e rendere fruibile il nostro immenso patrimonio archeologico”.

Angelo Sessa