di Liliana Comandè.

 

Città moderne con quartieri vecchio stile. Montagne, deserti, foreste tropicali, parchi nazionali e spiagge su un mare di isole e coralli.

 

Andiamo a visitare l’altra faccia della Terra, l’Australia. Quest’isola continente, estesa per 7 milioni 683 mila kmq, cioè oltre 25 volte l’Italia, e abitata da 16 milioni di persone, offre una sorprendente varietà di panorami, dal deserto alle foreste tropicali, dalle spiagge candide alle barriere coralline alle montagne innevate.

E non dimentichiamo le città, dallo stile composito che ricorda la vecchia Inghilterra e la nuova America, con quartieri tipici, italiani ed asiatici, testimonianze delle varie ondate migratorie.

 

Forse per acclimatarsi meglio in questo giro dell’altro mondo è bene partire dalla costa sud-orientale, la più abitata e dove quindi si susseguono le maggiori città, dove appunto il clima è più simile al nostro, naturalmente a stagioni rovesciate, ma le aree urbanizzate sono delimitate da foreste di eucalipti, giganteschi alberi che raggiungono svariate decine di metri d’altezza, tipici del continente, via via che si sale verso le Alpi Australi.

Cominciamo da Adelaide, adagiata nella sua baia, base ideale per escursioni ai parchi di Belair e Cleland, alla cima panoramica del Lofty, nonché all’isola dei Canguri. Ma scendiamo lungo la costa per poi risalire verso Melbourne, forse la più britannica città australiana, con le sue case costruite all’inizio del secolo ad imitazione di quelle del distretto londinese di Chelsea, ma non manca un caratteristico quartiere Italiano.

E’ d’obbligo un omaggio alla casa natale di James Cook, lo scopritore dell’Australia, che aveva visto la luce a Marton, nello Yorkshire, nel 1728, casa smontata pietra per pietra e trasferita dalla Gran Bretagna in Australia per esservi ivi rimontata.

Altre attrattive cittadine sono la National Gallery, il giardino botanico, nonché, nei dintorni i parchi naturali, i monti Blue Dandenong, abitati dall’uccello lira, e, nella baia antistante, l’isola Phillip, colonizzata dai pinguini.

Più a nord, arretrata rispetto alla costa, a circa 600 metri d’altezza, sulle rive di un lago artificiale, la capitale federale Canberre, inaugurata nel 1923, con larghi viali alberati, giardini, che separano i palazzi del potere politico e dell’amministrazione pubblica, notevoli esempi di architettura moderna.

Nei pressi, a Tidbindilla, troviamo istituti scientifici e riserve faunistiche, dove possiamo incontrare i koala, graziosi orsetti nazionali che, assieme ai canguri, sono uno dei simboli dell’Australia.

 

 

Proseguiamo verso nord, per raggiungere Sydney, la principale città australiana, affacciata sulla stupenda , frastagliata baia di Jackson, avvistata dal navigatore Cook il 19 aprile 1770. A Sydney troviamo quartieri tipici ottocenteschi e grattacieli, la cattedrale neogotica di Saint Andrei ed il moderno teatro dell’Opera sormontato da enormi gusci in cemento con effetto conchiglia.

Bellissimo il panorama dal gigantesco ponte che scavalca la baia. Interessante il giro delle varie spiagge, dove si può prendere il sole prima di un bagno in acque sicure perché un sistema di reti al largo tiene lontani gli squali.

Ancora a nord, a Brisbane, città industriale ma anche universitaria, con attrazioni quali l’acquario, parchi e giardini, alla foce di un fiume. E ’la porta del Queensland, regione o stato federale, che sale fino a Capo York e costituisce una meta eccezionale per le vacanze.

Tagliato dal Tropico del Capricorno, il Queensland presenta migliaia di chilometri di spiagge e rocce, ultime propaggini dell’entroterra accidentato e montuoso coperto da lussureggianti foreste, dove vivono indisturbati i marsupiali, questi mammiferi di varie specie per molti aspetti parenti di animali analoghi esistenti altrove, ma contraddistinti dal marsupio, cioè la borsa ventrale dove le madri custodiscono i loro piccoli.

Importanti centri turistici sono Cairns, Port Douglas ed altre cittadine costiere. Ma forse la principale attrazione si trova al largo, nei numerosi arcipelaghi allineati lungo la costa. Tra i più incantevoli, quello delle Whitsunday, cioè le isole della Pentecoste (appunto Whitsunday in inglese), perché in quella domenica festiva del 1770 vi giunse Cook.

Ne costituisce la perla principale l’isola di Hayman, un autentico paradiso tropicale dove sorge un fantastico albergo di lusso. Più al largo, ancora, raggiungibile dalla costa e dalle isole con battelli e grandi catamarani molto confortevoli, la Grande Barriera Corallina che si estende da sud verso l’equatore per duemila chilometri e protende le sue viventi muraglie verso la superficie, in qualche punto raggiungendola.

E’ un’emozione unica immergersi in queste acque popolate da pesci di tutti i colori, anche un semplice bagno, con qualche occhiata sotto la superficie, costituisce una esperienza indimenticabile; nonché sicura, perché gli squali pericolosi stanno lontani dalla barriera.

Riprendiamo il viaggio verso occidente, oltre il golfo di Carpenteria, verso Port Darwin. Nell’entroterra il parco del Kakadu, una riserva naturale estesa come una regione italiana,  ricca di acque palustri, dove il coccodrillo regna sovrano, spingendosi fino al mare. Ci accoglie un grande albero che appunto ha la forma di un coccodrillo.

Altra attrazione del parco sono i graffiti presenti sulle rocce e nelle caverne. Raffigurano divinità varie adorate dagli aborigeni, i primi abitanti dell’Australia, oggi ridotti a poco più di centomila, nonché molti animali interpretati secondo i canoni della cosiddetta pittura radiografica, perché sono posti in evidenza gli organi interni.

Gli aborigeni, dove vivono oggi? Li incontriamo addentrandoci nel cuore dell’Australia, una zona di pascoli sempre più radi, dove si aggirano bovini, ovini, nonché canguri di varie taglie, emu, uccelli simili allo struzzo, e i cani predatori chiamati dingo. Poi il deserto, con cespugli spinosi e alberi di acacia, rocce dune sabbiose, specie nella parte settentrionale.

 

Tra pianure e altipiani qualche oasi, come Alice Springs, o qualche rilievo montuoso particolare, come l’Ayers Rock, di rossastra roccia arenaria che cambia colore a

seconda dell’ora e quindi dell’inclinazione dei raggi del sole; un colle tondeggiante sacro agli spiriti aborigeni nonché un doveroso per i turisti, tenuti a salire sulla cima. Un posto magico e misterioso che, comunque, affascina chiunque abbia la fortuna di vedere questo rilievo nell’ora del tramonto o dell’alba.

Non lontano i monti Olga, dalle cime bizzarre che sembrano castelli di fate.

Il deserto finisce praticamente al mare, lungo la costa occidentale, assai più arida e spopolata dell’altra e quindi ricca di un diverso fascino che fa sentire il visitatore quasi un emulo degli avventurosi pionieri.

Gran parte della popolazione di quest’area è concentrata a Perth, sulla costa meridionale, città sviluppatasi alla fine dell’Ottocento, dopo la scoperta di importanti giacimenti auriferi all’interno. E’ tagliata dal fiume Swan, che forma dei laghetti, e presenta quartieri tipo vecchia Inghilterra ed altri moderni. Ospita università, vari istituti di ricerca.

Principali monumenti sono la cattedrale cattolica e quella anglicana, nonché il vecchio municipio. E subito all’interno il deserto, punteggiato di laghi di acqua solitamente salata, talvolta dolce.

Australia, sesto paese al mondo per estensione, ha 16 siti dichiarati dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”.

La sua bellezza non deriva soltanto dal fascino dei luoghi, dalla ricchezza di biodiversità e dalla barriera corallina considerata la più bella al mondo, ma da quell’aurea di mistero che circonda tutto il suo territorio, soprattutto quello abitato dagli aborigeni, antichissima popolazione che era un tutt’uno con il suo paese.