Secondo Unioncamere nel 2015 i fallimenti delle imprese italiane sono diminuiti del 4,8%. Notevole l’inversione di tendenza rispetto agli ultimi 4 anni. Come riporta una notizia de Il Sole 24 Ore i dati delle Camere di commercio tra gennaio e novembre dell’anno passato riferiscono che le procedure fallimentari aperte dalle aziende italiane sono state 12.583, contro le 13.223 del 2014. Su circa 6 milioni di imprese registrate riguardano perciò ‘solo’ 2,1 su mille.È un segnale di conferma “che il sistema produttivo italiano sta uscendo dalla grave crisi degli ultimi anni”, sottolinea Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere.Osservando la distribuzione delle nuove procedure fallimentari per settore quello che contribuisce maggiormente in termini assoluti è il commercio (25,3% del totale), seguito dalle costruzioni (22,4%) e dall‘industria manifatturiera (21,1%). A peggiorare la performance dell’anno precedente sono stati però i servizi alle imprese (+9,3%) e le attività di alloggio e ristorazione (+8,6%).
In termini assoluti, la regione con il maggior numero di procedure aperte tra gennaio e novembre è la Lombardia (2.633), seguita da Lazio (1.461) e Veneto (1.162). Ma la Lombardia è anche la regione con il tasso di fallimento più elevato in termini relativi, cioò espressi dal rapporto tra procedure aperte e numero di imprese residenti sul territorio (2,8 nuove procedure ogni mille imprese).