Chiamateci irriducibili nostalgici, non solo non ce ne vergogniamo, ma addirittura ci proclamiamo orgogliosi di aver vissuto e lavorato nel campo dell’aviazione civile, quando questa prima di essere un business, era un servizio dato a chi per necessità si serviva del mezzo aereo. Quando oggi vediamo scorrere sui nostri schermi  le immagini di passeggeri infuriati che all’aeroporto vengono lasciati bivaccare per giorni e notti in balia di se stessi, quando vediamo passeggeri che prendono d’assalto i banchi biglietteria, quando vediamo la gran babele di voli che portano la sigla di un vettore ma che sono svolti da un altro operatore, quando leggiamo di cittadini infuriati perché non sopportano il rumore degli aerei del vicino aeroporto, quando a bordo di un aereo devi pagare se vuoi una bibita o un panino… come impedire che si affaccino alla mente i ricordi di quando al Signor Passeggero in caso accadeva una qualsiasi disruption al volo, veniva offerto il voucher e accomodato in albergo con tanto di pasti pagati? Come non ricordare che all’ufficio prenotazioni, per ogni passeggero si apriva una pratica (manuale) ove veniva obbligatoriamente richiesto il contatto telefonico in modo da avvertirlo se per caso il volo avesse avuto un ritardo anche di poche ore? E come dimenticare che se per caso il volo della tua compagnia non arrivava, potevi rigirare il biglietto su qualsiasi altro vettore che era in partenza da quello scalo, senza pagare differenze? Ma soprattutto erano tempi in cui all’aeroporto e in città trovavi il personale dell’aerolinea con cui parlare, dialogare guardandolo negli occhi: un contatto umano fra persone, non per il tramite di uno schermo entrando nel sito “punto.com” e battendo il tasto “Enter”. Una volta al passeggero erano rivolte tutte le attenzioni possibili e immaginabili facendogli omaggio, prima del volo, della borsa a tracolla ove era in bella mostra il logo della compagnia, durante il volo offrendo intrattenimenti gratuiti dalle carte da gioco a svaghi per i bambini, fino all’arrivo, dove l’impiegato della compagnia era presente alla consegna bagagli e ti assisteva se per caso avveniva un disguido alle tue valigie. Erano tempi in cui se volevi cambiare una prenotazione lo potevi fare liberamente senza pagare penali; termine quest’ultimo allora assolutamente sconosciuto nell’ambiente delle aerolinee. Ricordiamo l’orgoglio dei media nazionali e degli italiani allorché Roma-Ciampino venne prescelta  dalla Pan American quale destinazione, insieme a Londra e Parigi, per il lancio dei collegamenti  con il primo aereo a reazione Usa, il  Boeing 707.

No, non stiamo parlando dell’era dei dirigibili Zeppelin, stiamo parlando degli anni sessanta-settanta, quando c’era la cassa nazionale della Gente dell’Aria e quando il pulmino dell’Alitalia passava casa per casa a prendere ciascun membro dell’equipaggio.

A proposito, chi volesse rivedere uno di questi mezzi lo puo’ trovare nel film il Vigile di Alberto Sordi, quando in uno delle suoi primi interventi provoca un mega-ingorgo in una piazza di Roma.

E poi arrivò la deregulation: poco male, le compagnie ce l’avrebbero ancora fatta ad offrire servizi decenti, sia pur in concorrenza con nuovi vettori, ma di lì a pochi anni a dare la mazzata al consumatore, è arrivato poi sua maestà il computer. Questo avrebbe dovuto rappresentare una opportunità eccezionale per risparmi di gestione senza che, ci veniva detto, sarebbe stata mai intaccata la qualità del servizio offerto, e invece è stata l’inizio della fine. Uffici chiusi nelle città, personale all’osso negli aeroporti, agenzie di viaggio trattate con sempre più distacco e insofferenza; tutto ciò non poteva non tradursi nelle immagini che oggi vediamo in TV quando in un aeroporto accade un qualsiasi imprevisto.

Già, perché al limite, tutti questi tagli e risparmi avrebbero potuto pure significare mantenere l’offerta di un prodotto decente, ma ciò può avvenire in condizioni di normale routine o, come si dice in gergo aeronautico, di operation normal , ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo con ritardi e cancellazioni, e purtroppo tali eventi oggigiorno non sono affatto l’eccezione ma la regola, vuoi perché le compagnie sono accorpate e offrono un unico servizio, vuoi perché i cieli e gli aeroporti sono intasati da un numero eccessivo di aerei e di nuove compagnie, vuoi per condizioni meteo estreme o agitazioni varie. E qui il cerchio si chiude perché quando succede uno di questi imprevisti non c’è speranza di ottenere spiegazioni o ausilio dal personale del vettore prescelto per il viaggio, il viaggiatore viene abbandonato a se stesso.

Unica via la carta bollata, i tribunali, le associazioni dei consumatori: di certo non si può dire che nel trasporto aereo all’aumentata velocità dei velivoli abbia corrisposto un improvement della qualità del viaggio.

Tutta colpa della deregulation? Anche.

Tutta colpa del PC? Anche.

Ma soprattutto puntiamo il dito verso un mondo che col crescere della tecnologia ha visto crescere in modo esponenziale anche la disumanizzazione degli individui.

Antonio Bordoni