Di Cecilia Emiliozzi

Come spesso succede, l’autunno è tempo di bilanci: consuntivo, rispettoall’estate, per capire come è andata, e preventivo, rispetto all’inverno, per azzardare come andrà. Abbiamo intervistato un campione di agenzie di viaggio del centro-nord Italia per avere il loro punto di vista sulla stagione appena trascorsa e su quella che si sta profilando. La scelta degli intervistati è stata assolutamente casuale, ed il criterio adottato quello che si dice “random”. Dunque, nessuna pretesa di scientificità, visto il metodo poco rigoroso,  ma la speranza di aver intercettato comunque orientamenti e umori che corrispondano alla realtà delle cose. Ed effettivamente alcune considerazioni sono emerse dalla quasi totalità delle persone interpellate, indipendentemente dal volume d’affari delle loro agenzie o dalle destinazioni di riferimento. La prima riguarda –tristemente- una crisi che sembra non avere fine: tutti concordi nel definire il 2001, con l’evento tragico dell’11 settembre, l’annus horribilis del turismo, il vero spartiacque fra un “prima” in qualche modo accettabile se non positivo, ed un “dopo” in costante discesa. Stabilito questo, che non è certo un concetto nuovo ma testimonia, dopo 9 anni, la presenza ancora fortissima di quel fatto nella coscienza collettiva, dal 2001 ad oggi il periodo in assoluto peggiore che tutti segnalano è quello degli ultimi 2 anni.

2009 e 2010 si contendono, secondo i nostri intervistati, il primato della negatività, con agenzie chiuse, T.O. scomparsi, diffuse quanto inevitabili riduzioni di personale. Con qualche sorprendente eccezione in piena controtendenza. Curiosando a Milano abbiamo scoperto infatti che qualcuno ha saputo individuare un segmento di mercato che non sembra neppure sfiorato dalla crisi.  Si tratta del cosiddetto “traffico etnico” e chi, come Ugo Papa con la sua “Intervia” ci ha creduto e  puntato, dichiara di lavorare senza flessioni significative da ormai 12 anni.  Il suo business è costituito al 100% da biglietti aerei per Manila, esattamente come quello della concittadina Pindorama è costituito dalla gestione del traffico per il Sudamerica. E’ una realtà interessante, anche se minore, e vale la pena di sottolinearla come rappresentativa di una domanda che esiste ed è oltretutto in crescita. Altra osservazione che ricorre nella nostra inchiesta è il crollo della destinazione Italia. Purtroppo sia l’estate che l’inverno alle porte parlano di un prodotto Italia quasi scomparso dalle richieste dei clienti. Dal nord al centro, il fenomeno che si registra è questo, ed il nostro paese non sembra più molto appetibile. O si opta per un viaggio fai-da-te che bypassa completamente le agenzie, o si preferiscono altre mete, con le quali negli anni scorsi c’era competizione e che oggi ci hanno invece letteralmente surclassato. Nelle considerazioni degli agenti le cause individuate sono sempre le stesse: carenze delle nostre strutture ricettive, infrastrutture con enormi problemi, marketing e promozione insufficienti, scarsissimi investimenti a livello istituzionale sul turismo. C’è anche chi, come noi, è in discesa libera, nonostante promettesse meglio: molti hanno osservato un consistente calo della Grecia, destinazione che non ha mantenuto la promessa dei prezzi contenuti, attestandosi ormai su un livello decisamente più alto del passato che destabilizza i potenziali visitatori. In questo sconforto che sembra accomunare tutti c’è anche qualche realtà che fa un po’ a sé, come quella di Bologna, danneggiata nel caso specifico da politiche che hanno privilegiato altre zone geografiche. La “Nettuno Viaggi” ci fa infatti notare che il calo nella loro città è stato accentuato dalla soppressione di alcuni voli, come quelli verso il Messico e le Maldive ad esempio, fatto che ha lasciato tutti perplessi. Nessuna, ma proprio nessuna, notazione positiva?

A detta di molti un prodotto che ha tenuto e che continua a tenere è la crociera. Potere della pubblicità o della guerra dei prezzi? Qui le risposte sono state diverse, anche se indubbiamente certe campagne che offrono i ragazzi gratis fino a 18 anni sono davvero efficaci. Qualcuno, come Raffaele Rispoli di “5 Giornate”, ovviamente di Milano, ha dichiarato che le crociere hanno rappresentato questa estate ben il 50% del lavoro della sua agenzia. A suo parere la discriminante è il prezzo basso: stando attenti agli extra (gite, escursioni, voli interni, varie ed eventuali) la crociera è oggi per una famiglia una soluzione economica e con un certo appeal, cose che diventano decisive nel momento della scelta. Ma se il problema “costi” è un problema affrontato da tutti, soprattutto perché la classe media ha perso il potere d’acquisto che aveva prima, c’è anche un target che non conosce crisi. Ancora una volta in modo trasversale gli agenti sono stati concordi sul fatto che il livello molto alto non ha registrato flessioni. I viaggi individuali, quelli molto costosi o particolari, le mete fuori dai soliti circuiti hanno conservato i loro numeri. Abbastanza prevedibile: è quello che in altri settori si chiama “mercato del lusso”, cioè un segmento di domanda che non risente di alcuna oscillazione perché ne è, in un certo senso, al di sopra. Una interessante nota di costume ce l’ha regalata Tom Taccardi, della torinese “Explorando”. Parlando dei “viaggi estremi”, che erano nel passato una richiesta ben precisa (il Sahara, o il Ciad), osserva che oggi sono pressoché scomparsi. Anzi: restano nella convinzione di alcuni clienti, che pensano di fare un “viaggio estremo” quando si ritrovano sì nel deserto, ma in una struttura a 5 stelle con aria condizionata e cucina internazionale. E’ davvero tempo di crisi.

Cecilia Emiliozzi