Un altro anno è andato, e tutto è peggio di prima. Parliamo di economia, finanze e qualità di vita. Poiché l’anno che si è chiuso doveva essere migliore di quello precedente, questa volta forse sarebbe meglio evitare di augurarci che il 2011 possa essere migliore del 2010 perché a quel che pare  l’anno che se ne va è quasi sempre meglio di quello che è da venire. La crisi finanziaria non accenna ad attenuarsi. Pochi giorni orsono, quindi negli ultimi giorni del 2010, il governo irlandese è dovuto intervenire ricapitalizzando per  3.7 miliardi di euro la Allied Irish Bank, la quale già nel 2009  aveva ricevuti altri 3.5 miliardi. La AIB è la quarta banca irlandese ad essere rinazionalizzata. Chiaro che questo non è il primo, ne sarà l’ultimo caso di soccorso a istituti bancari i quali in barba alle regole sugli aiuti pubblici continuano a ricevere sussidi con la scusa che se così non fosse la crisi sicuramente si allargherebbe a macchia d’olio.

Ormai è chiaro che la discriminante nel dare o non dare aiuti è costituito da chi si è e non piuttosto dai regolamenti o divieti vigenti. Swissair e Sabena -se ancora vive- avrebbero qualcosa da dire ai loro governi e agli euroburocrati di Bruxelles sul mancato aiuto loro prestato.

Circa i salvataggi di banche, tutto bene per quanto riguarda i lavoratori che non perdono il posto, mentre ci sarebbe molto da dire sul fatto che chi sbaglia continua a rimanere vivo e vegeto grazie alla posizione ricoperta per l’appunto sul mercato.

In Italia, da  quando ha fatto la sua entrata in scena la crisi che ha coinvolto investitori e istituti bancari, i mass media hanno iniziato a raccontare la litania che la crisi ci interessa marginalmente in quanto siamo i più bravi (e ti pare! ) in Europa a risparmiare. Sarebbe interessante però sapere come si concilia questa presunta propensione al risparmio e relative lodi, con il fatto che in Italia ogni nuovo nascituro compare in questo mondo accollandosi un debito di 30 mila euro, una cifra che aumenta sempre più, infatti solo nel 2008 era di 27.000 euro.

Una domanda sorge spontanea: ma se siamo i più bravi a risparmiare, questo debito pro capite come si è formato e chi lo ha causato?

Chiaramente è una domanda destinata a rimanere senza risposta, ma intanto l’effetto psicologico di avvertire che su ognuno di noi  -compreso anche colui il quale nascerà domattina- gravano questi 30mila euro di debito, è senz’altro da incubo.  Tutti noi siamo stati assillati per anni dal dubbio sul peccato originale e chissà quante volte abbiamo chiesto al nostro catechista, ma  perché si deve nascere col peccato originale commesso da qualcun altro prima di me? Ebbene la domanda è destinata a perpetuarsi spostandola dal versante religioso a quello finanziario: sono entrambi misteri gaudiosi.

Sul fronte del trasporto aereo in Europa l’anno 2010 è stato movimentato grazie alle ceneri vulcaniche e alle eccezionali nevicate. E’ difficile che passi un anno senza che sull’aviazione civile piova qualche tegola.  Tuttavia –questa sarebbe davvero una novità- le linee aeree torneranno in utile quest’anno e il prossimo a livelli più alti di quanto precedentemente atteso, grazie a una ripresa nel mercato e a una miglior sfruttamento della capacità. E’ quanto prevede la Iata precisando tuttavia che i margini restano bassi e che la ripresa è disomogenea, con le linee aeree europee che rimangono più deboli rispetto a quelle di altre regioni.

“Le nostre proiezioni di utile sono aumentate sia per il 2010 che per il 2011 in base alla performance del terzo trimestre eccezionalmente forte”, ha detto il direttore generale della Iata Giovanni Bisignani che è prossimo a lasciare l’incarico. Bisognerà comunque vedere le nevicate di dicembre e relativi blocchi delle operazioni, quanto incideranno su queste previsioni. Sempre secondo la Iata, per il 2010 è previsto un utile netto di 15,1 miliardi di dollari, contro gli 8,9 miliardi stimati a settembre, mentre per il 2011 viene prevede un utile netto di 9,1 miliardi contro un precedente 5,3 miliardi. L’anno scorso, l’industria registrò perdite per circa 10 miliardi di dollari. I margini netti scenderanno a 1,5% nel 2011 dal 2,7% di quest’anno, dopo un -2,1% del 2009.

Poiché la Iata ci ha abituati a improvvise revisioni delle sue stime sarà bene comunque attendere Gennaio-Febbraio prima di farsi eccessive illusioni.

 Antonio Bordoni