Tutti sappiamo che il BSP non è lo strumento più amato dal mondo agenziale basti pensare alla vicenda degli ADM, ed inoltre è ritenuto costoso e complicato. Quest’ultimi attributi per la verità non provengono solo dagli agenti ma anche dalle stesse aerolinee che, nella loro perenne ricerca di riduzione dei costi, vedrebbero di buon occhio altri sistemi alternativi più a buon mercato.  Ed è forse basandosi su questi elementi che alla società eNett del Jersey hanno pensato bene di creare un prodotto che potrebbe porsi come un primo tentativo di canale sostitutivo del BSP.  
eNett International è una joint venture formata da Travelport e PSP International, fondata proprio con lo scopo di fornire soluzioni nel complicato mondo delle transazioni del settore dei viaggi.
E’ dall’aprile del 2011 che la società aveva annunciato la disponibilità  del nuovo servizio  sul mercato italiano (vNett) a favore di tutte le agenzie di viaggio, anche non Iata.  Si tratta in pratica di una sorta di carta virtuale che potrà integrarsi pienamente con gli attuali sistemi GDS.

Anthony Hynes, ceo di eNett,  ha messo in chiaro che non si illude che questo prodotto possa divenire un modello standard nel mondo delle transazioni dell’industria viaggi, tuttavia è indubbio che il prodotto interessi anche le compagnie aeree e la prova la si è avuta  allorchè nell’ambito di un evento con i membri del GTMC (Guild of Travel Management Companies)  Carolyn McCall, chief executive di EasyJet,   ha dichiarato poche settimane orsono il passaggio della sua compagnia dal Bsp  al prodotto eNett; la notizia è stata riportata da Travel Weekly. Nella stessa occasione McCall ha dichiarato che il Bsp è troppo costoso e troppo complicato.

E’ da osservare come EasyJet aderendo al Bsp aveva in un certo senso infranto uno dei mantra delle low cost ovverosia il fatto di evitare i costosi sistemi tradizionali di distribuzione messi in atto  dalla Iata.  La EasyJet che è già in Amadeus ha avviato contatti anche  con Sabre e Galileo per espandere la sua distribuzione via GDS.
La scelta di EasyJet è importante in quanto come ben sanno tutti coloro che lavorano in questo settore, gli strumenti alternativi al sistema Bsp si possono pure creare (da ricordare il tentativo Worldfly di Carlo Pirrò nell’anno 2004) ma la vera difficoltà consiste nel far uscire le aerolinee dal Bsp.

Nel caso delle low cost però l’uscita è meno traumatica dal momento che il loro business model prevede di stare al largo da tutto ciò che viene attuato dalle compagnie tradizionali. Il particolare che qualsiasi strumento alternativo venga creato lo stesso per poter funzionare non può prescindere dall’uscita di un certo numero di aerolinee dal Bsp, è senza alcun dubbio un fattore limitativo che favorisce la Iata nel mantenimento del suo prodotto, valido o non valido, costoso o meno, che esso sia.
Le cifre diramate dalla Iata sull’andamento del Bsp mostrano nel corso dell’ultimo decennio una diminuzione del numero degli agenti accreditati cui corrisponde un aumento della cifra lorda delle vendite la quale però, molto verosimilmente, deriva dall’incessante proliferazione di tutte le charges e tasse che accompagnano l’emissione del biglietto aereo  e che si vanno ad aggiungere all’importo della tariffa base.
Anno 2001        55.770 agenti        121 miliardi di vendite (dollari)
Anno 2005        60.400            171
Anno 2008        58.636            240
Anno 2010        51.951            221

In chiusura del 2011 erano 82 i paesi che adottavano il Bsp con circa 400 aerolinee iscritte con le vendite lorde che hanno toccato i 249 miliardi di dollari.
E’ evidente comunque che qualunque analisi si voglia condurre circa le cifre del BSP è ben difficile giungere a conclusioni certe dal momento che cali e diminuzioni potrebbero essere dovuti non alla presunta perdita di validità del sistema o al passaggio ad altre piattaforme di lavoro, quanto al fallimento e quindi alla diminuzione del numero delle aerolinee e degli stessi agenti di viaggio.

Ancora meno significativa l’analisi se riferita a un singolo Paese  come dimostrato fra l’altro dai primi dati sul Bsp Italia del 2011,  in questo caso il calo del fatturato dello 0,85% sull’anno 2010 sembra imputabile in via primaria alla rilevante diminuzione delle vendite dei settori domestici a sua volta dovuta all’accresciuta concorrenza dei collegamenti ferroviari ad alta velocità.

Antonio Bordoni