Nonostante tutto, il 2013 sembra chiudersi con un dato di sostanziale tenuta, grazie alla ”volata” iniziata l’estate scorsa: +1,9% rispetto al 2012 il tasso di occupazione nelle strutture ricettive, pari al 42,5% delle disponibilita’. Come riporta l’Osservatorio nazionale del turismo di Unioncamere e Isnart. Le strutture del ricettivo complementare mostrano, infatti, solo dall’estate questa tendenza, dopo un primo semestre di perdite nette, tanto che il saldo di fine anno del comparto e’ identico al 2012 (36,6%), come riporta l’Asca.
In particolare, saldi negativi di fine anno per i villaggi turistici che raggiungono appena il 37,7% di occupazione media (-6,9%), i rifugi (21,1% in media, -5,4%) ma anche gli ostelli (40,8%, -2,6%) e gli agriturismi (29,3%, -2,4%). Nel comparto alberghiero, invece, la variazione rispetto al 2012 indica anche nel primo semestre o una stabilita’ o una lievissima crescita, ma il saldo annuale, pari al 47,5%, mostra un recupero rispetto all’anno precedente del +3,5%. Le categorie superiori registrano tassi medi annui di vendita anche piu’ alti: nei 5 stelle il 58,3% (+2,5%), nei 4 stelle 54,9% (+4,6%).