di Roberto Necci

Una monarchia assoluta, con il potere legislativo, esecutivo e giudiziario in mano ad una singola persona che tra l’altro può disporre di tutte le ricchezze dello Stato ed ha una guardia personale che si occupa della sua sicurezza 24 ore su 24.

Stiamo parlando del Papa e della Città del Vaticano, Stato indipendente di soli 44 km quadrati e di meno di 1000 abitanti inglobato nella città di Roma.

Un microscopico territorio ma con un potere enorme in grado di incidere sui destini di nazioni e su miliardi di persone.

Il tutto, in pochi km quadrati, in una porzione della Città Eterna.

È Roma ad ospitare il Vaticano o è quest’ultimo da ospitare Roma?

Chi governa Roma?  Il Sindaco.
Chi governa il Vaticano?  Il Papa.

Nella risposta vi è la chiara dimostrazione delle relative forze.

Può Roma governare disinteressandosi di questo Stato nel suo territorio che ogni settimana attrae milioni di persone da tutto il mondo?

Può Roma stabilire in che modo veicolare il traffico in territorio vaticano e che inevitabilmente si estende in pochi minuti in tutti i quartieri limitrofi?

Può Roma supervisionare l’agenda del Papa e di tutti i suoi organi negli incontri diplomatici che si svolgono in entrata ed in uscita dalla città?

Il Vaticano intrattiene rapporti diplomatici con quasi tutti i Paesi del mondo, alcuni dei quali hanno due ambasciate una presso lo Stato italiano e l’altra presso la Santa Sede.

Lo Stato dispone di una Banca, lo IOR, nota per una moltitudini di vicende finanziarie che poco hanno a che fare con le opere caritatevoli e che intrattiene rapporto finanziari in tutti i paesi del mondo.

Se è Roma ad ospitare il Vaticano, inglobato nel suo tessuto cittadino, il Vaticano è il centro nevralgico della Chiesa Cattolica con tutto ciò che ne consegue in termini politico sociali e più terreni: traffico, tributi, trasporti, lavoro.

Una convivenza conveniente per entrambe le parti ma che ha delle sue complessità di gestione da parte dell’amministrazione cittadina.

Facile parlare del buon governo delle altre città, che come abbiamo visto nell’articolo
hanno un territorio molto più piccolo; andrebbero analizzati quanti interessi vi sono nella Capitale, dal Vaticano alla Presidenza del Consiglio, dalla Camera dei Deputati al Senato della Repubblica, dal Quirinale ai Ministeri senza contare tutte le sedi diplomatiche dei Paesi con i quali lo Stato Italiano intrattiene rapporti diplomatici.
Potremmo aggiungere le sedi dei partiti politici e dei sindacati ed avremo così il quadro completo degli interessi da governare.

I Musei Vaticani ad esempio sono visitati da circa 6.000.000 di persone ogni anno, 500.000 persone mediamente al mese.

Una moltitudine di persone che parte da Roma e si riversa nello Stato Vaticano, così come per la messa della domenica e le udienze papali.

A Roma c’è traffico la frase che sintetizza alla perfezione il punto di vista del romano.

E’ però piuttosto evidente che il Vaticano sia molto interessato alle sorti di Roma, alle sue scelte politiche, strategiche e sociali.

Roma, dicono alcuni, è protetta dal Vaticano, se così fosse sicuramente un protettore interessato alle sorti ed alla tutela degli interessi.

Il Vaticano, attraverso le sue alte gerarchie, ha interlocuzioni dirette con l’amministrazione comunale ma anche con la politica nazionale.

È di fatto un osservatorio permanente.

È sensibile ai temi spirituali ma anche a quelli più propriamente terreni: traffico, viabilità, sicurezza, tassazione, trasporti, istruzione.

Una sensibilità giustificata anche dalla moltitudini di interessi da tutelare.