di Antonio Bordoni
Non c’è due senza tre, è proprio il caso di dirlo commentando la notizia di questi ultimi giorni che l’accordo fra Lufthansa e Ita Airways è messo in pericolo a causa della inaspettata richiesta di uno sconto (si parla di circa 10 milioni di euro, ma non vi è certezza della cifra) sul prezzo finale avanzata dal vettore tedesco secondo il quale l’accordo inizialmente sottoscritto avrebbe previsto una possibile rinegoziazione del costo della seconda tranche dell’operazione, in base ad una serie di parametri variabili. Il Mef però da quanto è trapelato, avrebbe chiesto il rispetto del prezzo concordato tra le parti al momento dell’intesa siglata a maggio del 2023 ovvero:
Valore complessivo dell’accordo 829 milioni di euro. 325 per acquistare il 41% di ITA; 325 per l’ulteriore acquisto del 49%; 100 al raggiungimento di determinati risultati; 79 milioni per il rimanente 10% . TOTALE: 879 milioni di euro.
Al momento Ita non commenta lo stallo della situazione. Ricordiamo che per l’ok alle nozze la Ue aveva chiesto una serie di accorgimenti che garantissero la concorrenza nei due scali chiave italiani, Milano Linate e Roma Fiumicino, con la cessione di una serie di slot, che potrebbero andare a beneficio di EasyJet ed Air France. La sensazione, viene riferito, è che lo stallo possa essere superato, dato che il dialogo tra le parti starebbe proseguendo.
Tuttavia va evidenziato come questa volta l’improvviso stop non viene da Bruxelles la quale soltanto di recente aveva sbloccato mesi di stallo, bensì da Lufthansa. Secondo quanto riportato da alcune fonti la Lufthansa avrebbe avanzato remarks relativi ad una presunta “perdita di valore” di Ita, subito smentita dal Mef il quale ha fra l’altro tenuto a precisare che il Giubileo significherà un notevole aumento nel numero passeggeri trasportati.
La ragione del da noi citato “due senza tre” è che questo con Lufthansa sarebbe il terzo accordo a saltare dopo quello con Klm (2000) e dopo quello con Air France (2008).
Noi più volte avevamo fatto presente come, in base al piano industriale datato 15 luglio 2021 che ha accompagnato il lancio della compagnia avvenuto il 15 ottobre 2021 (vedi immagine sottoriportata), ITA Airways avrebbe dovuto raggiungere il pareggio operativo entro il terzo trimestre 2023, obiettivo questo non realizzato dal momento che l’esercizio 2023 si è chiuso con una perdita di 5 milioni di euro. In economia aziendale il punto di pareggio (break even point o break even) è un valore che indica la quantità, espressa in volumi di produzione o fatturato, di prodotto venduto necessaria a coprire i costi precedentemente sostenuti, al fine di chiudere il periodo di riferimento senza profitti né perdite.
Non crediamo che valga molto l’attenuante avanzata dal Mef in queste ore circa il fatto che ITA ha dovuto sostenere spese per l’acquisto di nuovi aerei, in quanto il progressivo aumento della flotta era anch’esso previsto nel piano industriale. Avvertiva in merito il P.I.:
All’avvio delle proprie attività, ITA opererà con una flotta di 52 aerei di cui 7 wide body
e 45 narrow body. Già nel 2022 la flotta crescerà fino a 78 aeromobili (+26 sul 2021)
di cui 13 wide body (+6 sul 2021) e 65 narrow body (+20 sul 2021). Dal 2022 è previsto
l’inizio dell’inserimento in flotta degli aeromobili di nuova generazione che sostituiranno
progressivamente i velivoli di vecchia tecnologia. A fine 2025 la flotta crescerà sino a
105 aerei (23 wide body e 82 narrow body), con 81 aeromobili di nuova generazione
(pari al 77% della flotta totale) che consentiranno di ridurre significativamente l’impatto
ambientale e ottimizzare efficienza e qualità dell’offerta.
Quindi, a ben vedere, motivi per “ritoccare” il prezzo concordato vi sarebbero, anche se con ogni probabilità dietro alla richiesta avanzata da Lufthansa non è estraneo il difficile momento attraversato dall’economia tedesca.
A dispiacersi di un eventuale “salto” dell’accordo sarà di certo Ryanair la quale lo scorso agosto preso atto dell’avvenuto accordo per l’acquisizione iniziale del 41 per cento di Ita da parte di Lufthansa, così commentava la notizia: “L’acquisizione di Ita da parte di Lufthansa comporta tariffe molto più alte per i passeggeri. Succede ovunque Lufthansa acquisti una compagnia aerea, com’è avvenuto con Austrian e Swiss che hanno aumentato le tariffe e spedito le persone a Francoforte e Monaco. E pensiamo che ci sarà lo stesso risultato con Ita in Italia”. Lo ha affermato il Ceo di Ryanair, Michael O’Leary, in una conferenza stampa a Bruxelles. “Ciò è positivo per la nostra crescita in Italia, anche perché le nostre tariffe in Italia saranno ancora più basse rispetto alle tariffe aeree più alte ora che Ita è di proprietà di Lufthansa. Penso quindi che sarà positivo per la nostra crescita, ma sarà positivo anche per Ita perché vuol dire che ogni volta che Alitalia perderà soldi invece che essere salvata dai contribuenti italiani saranno i tedeschi a salvarla, o aumenteranno semplicemente le tariffe”, ha aggiunto, concludendo poi:
“Ci divertono alcuni commenti secondo cui l’acquisizione permetterebbe di strappare il dominio che ha Ryanair in alcune città. Ita per fare concorrenza a Ryanair dovrebbe abbassare i suoi prezzi di circa il 70% e con Lufthansa le possibilità che li abbassi del 7, non del 70, sono zero.”
In base ai dati diffusi relativi al terzo trimestre (Lug:Set) Lufthansa ha registrato ricavi record con 10,7 miliardi di euro raggiunti per un incremento del 5% annuo, ma l’utile netto è sceso a 1,1 miliardi di euro (rispetto agli 1,2 miliardi di euro del 2023). Il gruppo ha generato un utile operativo (Ebit rettificato) di 1,3 miliardi di euro (in calo rispetto ai 1,5 miliardi di euro dello scorso anno).
Il calo anno su anno, è stato sottolineato, è dovuto a un “significativo aumento dei costi, in particolare delle commissioni, delle spese di manutenzione e del personale”. I passeggeri trasportati nel terzo trimestre sono stati oltre 40 milioni, in aumento del 6% su base annua, con il load factor salito dal 86% al’87% .
La consegna del piano finale di Ita-Lufthansa a Bruxelles è fissata all’11 novembre prossimo.
Tratto da www.Aviation-Industry-News.com