Di Tiziana Conte
Il turismo del wedding negli ultimi anni ha registrato una crescita a doppia cifra consolidando l’Italia come destinazione di riferimento a livello internazionale. Un settore che promuove un turismo di qualità coinvolgendo località minori come i borghi e location inusuali e crea posti di lavoro.
A confermarlo i dati elaborati dal Centro Studi Turistici di Firenze per Italy For Weddings su un campione di 896 imprenditori della filiera, snocciolati nel corso della conferenza stampa organizzata da Convention Bureau Italia e Italy for Weddings nella sede dell’Enit a Roma. “Grazie alla sua storia, ai paesaggi mozzafiato e alla sua cultura unica, l’Italia continua a essere meta preferita dalle coppie di tutto il mondo che vogliono celebrare il giorno più importante della loro vita – ha sottolineato Carlotta Ferrari, presidente di Convention Bureau Italia – Nel 2024 sono state celebrate oltre 15mila nozze di coppie straniere, (la maggior parte provenienti da Stati Uniti, UK e Germania), con eventi che crescono dell’11,4% rispetto al 2023, un indotto che sfiora 1 miliardo di euro e il coinvolgimento di 960mila persone. E cresce l’interesse dei mercati di lungo raggio: Cina, Russia e Giappone. Il rito prevalente è quello civile (22%), seguito da quello religioso (13,5%), mentre quelli ‘simbolici’ raggiungono il 64%”.
Stando alla ricerca, tra le destinazioni preferite il Centro Italia è al 31,3% mentre il Sud e le regioni hanno intercettato il 29,3%. “La Sicilia, fra le più richieste, sarà teatro – ha ricordato Ferrari- della prossima edizione di ‘Italy for weddings – The event’, in programma a Palermo dal 18 al 21 febbraio”.
La ricerca evidenzia una spesa media per matrimonio di 61.500 euro, con una crescita del +4,2% rispetto al 2023, un aumento del numero degli invitati – superiore a 100 persone – e crescono i pernottamenti (4 milioni) oltre alla spesa media per l’evento (+4,2%) con la voce ‘catering’ che è la più elevata (36%).
UN TURISMO DI QUALITÀ
“I matrimoni in Italia sono diventati veri e propri eventi e rappresentano un turismo di qualità con una filiera lunga e qualificata: un’opportunità unica anche per promuovere e far crescere destinazioni ‘minori’ e location insolite – continua Carlotta Ferrari – quindi, il destination wedding è un settore su cui è doveroso investire”.
Sì perché come ci ha fatto sapere Tobia Salvadori, direttore Convention Bureau Italia, i dati sono incoraggianti e per il 2025 il trend è positivo: “Crescono i matrimoni che si sono trasformati in grandi eventi con un numero di inviati superiore a 100 unità. Le celebrazioni con un massimo di 30 partecipanti passano al 10,4% del totale. Stabili le segnalazioni per gli eventi con 31-50 partecipanti, mentre le cerimonie con un numero di invitati tra 51 e 100 si attestano al 56,1%. Il periodo estivo tra maggio-giugno e luglio si conferma quello principale per gli eventi con oltre il 50% delle richieste che comunque risultano in crescita nella fascia ottobre-novembre con picchi fino al 22,4%. Complessivamente la quota di mercato dei Paesi Europei è salita al 53%, un punto in più rispetto al 2023. In questa dinamica si evidenzia una crescita dei mercati di lungo raggio con un’espansione che può attrarre nuovi investitori e operatori internazionali in Italia”.
L’IMPORTANZA DEL WEDDING PLANNER
Sempre più importante e richiesta la figura del wedding planner che nel 2024 sale dal 44,2% al 46,3%. Un dato che rafforza l’importanza della loro presenza a “Italy for Weddings – The Event.
Vivere un’esperienza autentica in ogni aspetto, dalla cultura al food e agli allestimenti è quanto desiderano gli stranieri che scelgono il Belpaese per sposarsi ma anche gli italiani: 8.400 coppie si sono sposate fuori dalla propria regione di residenza.
La richiesta principale delle coppie straniere va nella direzione degli Small o Intimate wedding (25,2%). Seguiti dalla wedding week (19,8%) e dal green wedding (12,9%). Tengono bene i matrimoni in vigna (12,3%) e il rinnovo delle promesse (5,4%). Gli stranieri confermano una predilezione per la festa delle nozze nelle ville (23,9%), che rimangono sul gradino più alto del podio, seguite da residenze storiche (13,8%), borghi (12,4%) e castelli (11,9%).