di Ale.Vale.

Sono tutto sommato positivi i dati che emergono dall’VIII edizione del “Focus AICA”, il rapporto di Confindustria AICA (l’associazione che riunisce in Confindustria le Compagnie Alberghiere italiane e internazionali operanti in

 Italia) e che aggrega e confronta i bilanci delle catene alberghiere e i dati di investimento e di occupazione del settore turistico.Lo scenario generale del 2010 è stato sicuramente migliore di quello del difficile biennio 2008-2009: nel corso dello scorso anno infatti si è registrata,  a livello globale, una netta ripresa dell’industria turistica, trainata soprattutto dagli arrivi turistici internazionali, che sono stati pari a 940 milioni, +6,6% rispetto al 2009, la performance in assoluto più positiva degli ultimi 10 anni. Tra le macro-regioni del mondo che sono andate meglio il Medio Oriente (+14,8%) e l’area Asia e Pacifico (+12,8%).

L’Europa ha registrato l’aumento minore (+3,2%), mentre l’Italia ha fatto registrare un dato generale solo di poco migliore di quello del 2009 (+0,5%), con una diminuzione degli italiani (-2,6%), controbilanciata però dall’aumento di stranieri (+4,6). Nel nostro paese la permanenza media annua è scesa dalle 3,88 giornate del 2009 alle 3,83 giornate del 2010. Si tratta però di performance migliori di quelle di nostri competitors diretti quali Francia e Grecia, e appena inferiori a quelle spagnole.

Tornando allo sguardo globale, nel 2010 le spese turistiche hanno raggiunto la quota di 693 miliardi di euro con un aumento in termini reali del 4,7% sul 2009. Nel 2010, per quel che riguarda il settore alberghiero, secondo i dati rilevati dall’Osservatorio Aica, si sono avuti risultati importanti grazie alla rapida crescita di tutti i principali indicatori (tasso di occupazione, prezzo medio praticato e RevPar) in tutte le macro regioni mondiali. In particolare in Europa l’occupazione è salita al 63,7% (+5,2% rispetto al 2009), l’ADR a 99,20 euro (+4,5% rispetto all’anno precedente) e il RevPar a 63,17 euro (+9,9%).

Sono state quindi positive le ripercussioni di questi andamenti sul fatturato alberghiero italiano, (delle compagnie aderenti a Confindustria AICA) che dopo diversi anni di contrazioni lo scorso anno ha visto una crescita del 4,3% rispetto al 2009, passando ovvero da 1,27 miliardi di euro a 1,33 miliardi. D’altra parte però si segnala il dato negativo di una sensibile crescita dei costi: in particolare si sono registrati aumenti consistenti nelle spese per servizi (+8,9% rispetto al 2009), in quelle per il personale (+5,5% rispetto al 2009) e per l’acquisto di materie prime (+1,7% rispetto al 2009). Unica voce in riduzione gli ammortamenti e le svalutazioni che segnano un – 14,6% rispetto all’esercizio precedente. Con un tale aumento dei costi, maggiore dell’aumento dei ricavi, si è creata una situazione di disequilibrio nella gestione caratteristica, che ha chiuso l’anno con un risultato operativo (EBIT) in perdita di 135 milioni di euro, che comunque rappresenta una perdita minore di 8 milioni di euro rispetto a quella del 2009.

Stesso discorso per quel che riguarda il saldo della gestione finanziaria, negativo, ma migliore di quello dell’anno precedente, grazie ad una diminuzione degli interessi e degli oneri finanziari. Si evidenzia comunque un rapporto di indebitamento in aumento, con un incidenza nel 2010 del capitale preso in prestito, sul totale delle fonti di finanziamento, del 63,1% a fronte del 62,9% del 2009. Il Risultato Ante Imposte è negativo per 235 milioni di euro. Tale perdita è stata in parte attenuata dal credito di 9,2 milioni sulle imposte dovute, che ha determinato un Risultato netto d’esercizio pari a -226 milioni di euro.

I dati parziali del 2011 al momento sembrano confermare i trend del 2010, con gli arrivi internazionali nel mondo in rialzo (+4,5%) nel primo semestre 2011. Anche per quel che riguarda le performance economiche degli hotel i dati sono positivi nei primi due quadrimestri del 2011. Per quanto riguarda il settore alberghiero italiano i dati dell’Osservatorio AICA evidenziano una significativa crescita nell’occupazione delle camere rispetto all’analogo periodo 2010 (+5,4%). Anche in termini di prezzi medi praticati si assiste ad una ripresa dei livelli (+1,6% rispetto al periodo gennaio-agosto 2010), sebbene siano ancora sotto ai valori dello stesso periodo del 2009. Grazie ai positivi andamenti dei due precedenti indici, il RevPar al 31 agosto 2011 sale a 75,89 euro, contro i 70,88 euro dell’analogo periodo 2010 (+7,1%).Va tuttavia sottolineato che, proprio nel mese di agosto, si registra una significativa battuta d’arresto, con un crollo dei prezzi medi che porta il RevPar a 76,40€ contro gli 85,67€ registrati nell’agosto 2010.

E’ evidente che l’instabile e difficile contesto economico continuerà ad influenzare la performance del settore turistico, a livello globale così come nel nostro paese. Tuttavia secondo le previsioni elaborate da Confindustria AICA relativamente alle performance economiche degli hotels delle Compagnie associate, il 2011 si chiuderà con un tasso di occupazione del 61,6% contro il 59,1% del 2010, riportando un incremento del 4,2%, un ADR a 118,66 euro (+2,2% rispetto al 2010) e un RevPar 74,42 euro (+8,4% rispetto all’anno scorso).

A margine della presentazione del Focus Chema Basterrechea, Vice Presidente Vicario di Confindustria AICA, ha dichiarato:“A differenza del 2009, in cui anche se deboli emergevano i primi segnali di ripresa del settore, i dati del Focus Aica 2010 evidenziano con decisione una crescita del settore dato dall’incremento delle presenze e degli arrivi internazionali. Siamo però ancora lontani dai valori registrati nel 2007 e il nuovo culmine della crisi finanziaria a cui oggi assistiamo, sta condizionando negativamente gli andamenti e le previsioni delle compagnie alberghiere degli ultimi mesi del 2011 in tutta Italia.A questo si aggiunge l’ innalzamento costante dei livelli di competitività, sia dei Paesi limitrofi che dei Paesi emergenti. Per rispondere a questi fattori, Confindustria AICA punta sulla formazione poiché, nell’offerta delle compagnie alberghiere, sono la preparazione del personale e la professionalità a tutti i livelli a fare la vera differenza”.