ECPAT rende noto che il 21 gennaio, un italiano, M.M., è stato arrestato per la terza volta nel giro di pochi giorni dalla polizia tailandese per sfruttamento sessuale di bambini. M.M. è stato colto in fragrante mentre faceva sesso con un bambino di 12 anni Banglamung (Pattaya). M.M. è uno chef italiano di 51 anni, già arrestato dalla polizia tailandese nel 2002 perché trovato in possesso di materiale pedopornografico. Il secondo arresto era avvenuto qualche settimana fa, il 23 dicembre; anche in quel caso colto in flagrante con un bambino di 13 anni a Pattaya, in una zona nota per la vita notturna, Sune Plaza.
Si tratta per ECPAT di un turista sessuale abituale che per un “pugno di dollari”, facendo leva sulla miseria, compra sesso da un bambino. Un turista sessuale abituale è colui che ritorna periodicamente in un posto alla ricerca di sesso con bambini; che ci si stabilisce per alcuni mesi dell’anno vivendo in villette o resort. Infatti M.M., secondo la stampa locale, si recava spesso in Thailandia. Secondo le stime ECPAT, delle persone che viaggiano in cerca di sesso con bambini, il 30% sono abituali, il 60% occasionali, il 5% pedofili.
ECPAT chiede innanzitutto che M.M. venga processato immediatamente in Thailandia e se lì non fosse possibile venga processato in Italia. Secondo la legge 269/98, prima grande battaglia di ECPAT-Italia, che introdusse la possibilità di perseguire in Italia chi commette reati di sfruttamento sessuale all’estero (extraterritorialità), l’italiano andrebbe incontro ad una pena dai 6 ai 12 anni.
ECPAT chiede con forza ai Ministri Frattini, Carfagna e Brambilla che più volte si sono dichiarati decisi a combattere lo sfruttamento sessuale di minori, che intervengano presso le ambasciate e gli organi di loro competenza per assicurare un celere processo, in questo caso.