Un gran successo ha ottenuto la collezione Guggenheim tanto da sfiorare quota 350mila biglietti. Molto fitto il calendario del 2009: Caradazzo fino al 1 marzo, il Futurismo, Temi & Variazioni e Jason Martin, le sculture di Robert Rauschenberg e le visioni italiane di Maurice Prendergast. Il 2009 alla Collezione Peggy Guggenheim si apre con l’impegnativo restauro della facciata di Palazzo Venier dei Leoni, un maquillage lungo quasi cinque mesi che alla fine di maggio permetterà di riscoprire la bellezza dei 460 m2 di pietra d’Istria bianca, dei pilastri, oggi completamente ricoperti di edera, e della terrazza Marino Marini. Grazie al generoso impegno di Mapei, gruppo multinazionale leader al mondo nel settore degli adesivi e prodotti chimici per l’edilizia, la Collezione Peggy Guggenheim completa il triennio di ampliamento, rinnovamento e manutenzione degli spazi espositivi e delle aree destinate agli uffici. L’intervento dell’azienda milanese riguarderà soprattutto il risanamento che verrà effettuato sulla facciata che si apre su Rio delle Torreselle, dove si trova l’entrata del museo. Qui è prevista la rimozione dell’intonaco esistente e il rifacimento di un nuova superficie di circa 500 m2, cui seguirà un trattamento di rifinitura. Risale al 1982 l’ultima pulitura della facciata del palazzo acquistato da Peggy Guggenheim nel 1948; a distanza di oltre 60 anni, in occasione della Biennale del prossimo giugno, sarà possibile ammirare l’incanto ritrovato dell’unico edificio incompiuto di Venezia. Nonostante i lavori in corso, il museo rimarrà aperto osservando il consueto orario, tutti i giorni dalle 10 alle 18, tranne il martedì. Nel corso dell’anno appena conclusosi la Collezione Peggy Guggenheim ha consolidato il numero di visitatori raggiungendo la ragguardevole cifra di 346.862 presenze durante i 313 giorni di apertura del museo. La media giornaliera è stata di 1.108 ospiti ai quali si sommano gli oltre 5000 studenti che hanno partecipato gratuitamente ai programmi didattici del museo, i 400 insegnanti e le circa 7.000 persone che hanno visitato la collezione in occasione di inaugurazioni, eventi istituzionali e visite speciali nei 12 mesi del 2008 per un totale di oltre 359.000 visitatori.
Per il nuovo anno la Collezione Peggy Guggenheim ha in serbo un articolato programma di mostre che avrà inizio il 18 febbraio, in occasione del centenario della pubblicazione del Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, con un doveroso omaggio al movimento artistico d’avanguardia. Futurismo nella Collezione Gianni Mattioli, a cura di Philip Rylands, è uno speciale allestimento delle sale espositive permanenti nella barchessa del museo che mette a fuoco un percorso tra le opere futuriste della Collezione Gianni Mattioli, a cui si aggiungono dipinti, sculture e opere su carta provenienti dalla Collezione Peggy Guggenheim e da collezioni private. Questa piccola ma preziosa presentazione include lavori iconici di ciascuno dei cinque artisti firmatari del Manifesto tecnico della pittura futurista pubblicato nel 1910, Balla, Boccioni, Carrà, Russolo e Severini, insieme a quelli di altri artisti legati al movimento, come Rosai, Sironi e Soffici.
Inaugura in primavera Temi & Variazioni. Dalla grafia all’azzeramento, curata da Luca Massimo Barbero, che dal 21 marzo resterà aperta fino al 17 maggio. Concentrandosi sui dipinti e le sculture della Collezione Peggy Guggenheim e su alcuni prestiti da altre collezioni e gallerie, l’esposizione abbraccia un arco temporale che dall’inizio del XX secolo accompagna il visitatore attraverso le avanguardie del secondo dopo guerra fino ad arrivare alla contemporaneità. La mostra esplora le variazioni del segno come codice, riferimento, griglia, citazione, alfabeto ed espressione, approdando all’azzeramento: il monocromo, l’apparente vuoto. Ad interpretare questo grado zero della pittura è stato invitato l’artista britannico Jason Martin, uno dei più interessanti pittori della generazione degli Young British Artists. Nella personale a lui dedicata nell’ambito di Temi & Variazioni, Martin, che sta ultimando alcune tele espressamente realizzate per la mostra veneziana, costruirà uno spazio vibrante in cui convivono le infinite possibilità del dipingere.
Ad aprire la stagione estiva sarà Rauschenberg: Gluts, dal 30 maggio al 20 settembre a cura di Susan Davidson e David White, mostra che presenta per la prima volta in Italia una selezione di circa 40 sculture del celebre artista statunitense, provenienti da istituzioni e collezioni private americane e internazionali. Dopo aver stravolto il mondo artistico alla fine degli anni ‘50 con i suoi celebri Combines, fusioni di dipinti bidimensionali con sculture, Robert Rauschenberg concentra negli anni ‘80 l’interesse artistico sull’esplorazione delle proprietà visive del metallo assemblando materiali raccolti nelle stazioni di benzina, pezzi di automobili abbandonate, e altri scarti industriali. Nasce così la serie Gluts (dall’inglese saturazione, eccesso), opere scultoree a cui l’artista lavora ad intermittenza dal 1986 al 1995. L’ispirazione nasce da una visita a Houston in occasione della mostra del 1985 Robert Rauschenberg: Work from Four Series presso il Contemporary Arts Museum. In quel periodo il Texas era alle prese con una dura recessione causata dalla saturazione del mercato petrolifero. L’artista prende nota di quella devastazione economica raccogliendo insegne di distributori di benzina e relitti industriali trasformandoli in altorilievi e sculture che ricordano i suoi primi Combines.
Dal 10 ottobre al 3 gennaio 2010, la Collezione ospita la mostra Maurice Prendergast in Italia, a cura di Nancy Mowll Mathews. L’esposizione riunisce per la prima volta le opere che l’artista post-impressionista americano realizzò all’indomani di due importanti viaggi in Italia, il primo nel 1898, il secondo nel 1911: un corpus che costituisce oggi uno degli esempi più rappresentativi e iconici dell’arte americana. Le 75 opere in mostra, tra acquerelli, olii e monotipi, affiancati da fotografie, film, guide turistiche e pubblicità di viaggi, contribuiranno a collocare il lavoro dell’artista all’interno della nuova cultura visiva abbracciata dagli americani agli inizi del Novecento. La presentazione delle opere di Prendergast in Italia offrirà nuovi spunti e stimoli, per comprendere il carattere internazionale del modernismo dell’inizio del XX secolo e una più profonda conoscenza del ruolo svolto dall’artista nello sviluppo dell’arte moderna in America. La mostra è organizzata dal Williams College Museum of Art, Williamstown, Massachusetts, in collaborazione con The Terra Foundation for American Art, Chicago, Illinois.
La mostra Carlo Cardazzo. Una nuova visione dell’arte, a cura di Luca Massimo Barbero, già visitata da oltre 50.000 persone, a grande richiesta è stata prorogata fino al 1 marzo 2009, un’occasione da non perdere per scoprire la vulcanica attività del collezionista veneziano e la ricostruzione minuziosa dei sui sorprendenti mondi.