Così come in cielo, ora in terra. Il copione si ripete puntuale: quanto accaduto sulla Milano-Roma per l’apertura alla concorrenza, per gli slot che non si trovavano e anche perché le compagnie più che su Malpensa erano interessate a Linate.
Ora si sta replicando con una impressionante analogia con la variante che il campo di battaglia si è spostato su rotaie e stazioni del network ferroviario italiano.
L’AGCM (Autorità Garante Concorrenza e Mercato) su denuncia di Nuovo Trasporto Viaggiatori, impresa italiana fondata nell’anno 2006 da Luca Cordero di Montezemolo, ha deliberato l’apertura di un’istruttoria per verificare “l’esistenza di un’articolata strategia escludente posta in essere dalle società del gruppo Ferrovie dello Stato – segnatamente, Ferrovie dello Stato S.p.A., Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., Trenitalia S.p.A., FS Sistemi Urbani S.r.l. Grandi Stazioni S.p.A. e Centostazioni S.p.A. nei mercati dell’accesso all’infrastruttura ferroviaria nazionale (accesso alla rete e agli impianti di manutenzione della stessa),della gestione di spazi pubblicitari all’interno delle stazioni, nonché nell’offerta di servizi di trasporto ferroviario passeggeri ad alta velocità, finalizzata a ritardare e/o a rendere particolarmente oneroso l’accesso al mercato da parte della stessa NTV, attualmente unico concorrente di Trenitalia nell’offerta di servizi di trasporto passeggeri ad alta velocità.”
In aggiunta ai non pochi aspetti di cui si dovrà occupare l’AGCM, va ricordato che fra i due contendenti è pendente anche un altro tema oggetto di polemiche, il dumping dal momento che secondo quanto avverte l’NTV il Milano-Roma venduto da Ferrovie dello Stato a 29 euro è sottocosto e costringerebbe il concorrente ad un adeguamento che lo porterebbe al di sotto delle spese di produzione.
Le Fs da parte loro annunciano di aver dato mandato ai legali contro Ntv per “capziose informazioni” sui prezzi dei biglietti di Trenitalia. Di fronte a simili notizie come non ricordare gli interventi dell’antitrust quando in avvio di deregulation i vettori tradizionali dovevano prestare attenzione a non applicare tariffe troppo alte o troppo basse in quanto con le prime potevano essere accusate di abuso di una posizione monopolistica, mentre con le seconde avrebbero potuto essere accusate di intento predatorio per eliminare dal mercato un concorrente? Come vedete passano gli anni, cambiano i solisti ma la musica rimane sempre la stessa.
Con specifico riferimento a RFI (Rete Ferroviaria Italiana), la NTV lamenta anche la mancata assegnazione di tracce nella fascia oraria di punta compresa tra le sette e le otto del mattino, per i treni Italo in uscita da Roma verso nord (ed in particolare verso Venezia Santa Lucia e Milano Porta Garibaldi). In particolare, RFI avrebbe precluso l’accesso alla fascia oraria commercialmente più redditizia, discriminandola rispetto alla società Trenitalia, le cui richieste invece sarebbero state prontamente soddisfatte ed alla quale sarebbe stata riservata – nella medesima fascia oraria – una posizione di esclusiva con l’assegnazione di ben sette tracce, di cui cinque treni AV e due treni regionali. (punti 18 & 19 del capitolo I “Denunce”).
Anche in questo caso val la pena ricordare che i concorrenti di Alitalia sulla Fiumicino-Linate lamentavano di non aver accesso alle fascie orarie più interessanti; non solo ma recentemente l’Alitalia non ha avuto riconosciuta la sua tesi allorchè cercava di dimostrare che a sua volta anche il treno ad alta velocità costituiva un temibile concorrente sulla Milano-Roma.
Ma le similitudini non si esauriscono qui. Quando in Italia venne annunciata l’apertura alla concorrenza sulla rotta (allora) d’oro italiana, la Roma-Milano, in realtà si trattava di una notizia non proprio corretta in quanto la Meridiana era stata autorizzata a volare sulla Fiumicino-Malpensa e non sulla Fiumicino-Linate.
Ebbene passano gli anni i riflettori questa volta si spostano sulle stazioni ferroviarie, e osserviamo come i treni di Italo non facciano capo a Roma-Termini e Milano-Centrale bensì in altre stazioni, a Roma ad esempio su Tiburtina che a due anni dalla sua “inaugurazione” ancora è lungi dall’essere pienamente funzionale. Ciò significa che chi si reca a Roma Termini non trova i treni di Italo in alternativa a quelli di Trenitalia e stesso discorso vale anche per Milano Centrale dal momento che sul capoluogo lombardo Italo opera su Rogoredo e P. Garibaldi.
Tuttavia a ben vedere una differenza fra treno e aereo la possiamo trovare ed è anche notevole: Alitalia da quando si è entrati in clima concorrenziale non possiamo certo dire che è migliorata nei conti, per i gestori dei treni le cose sembrano invece andare meglio. Le Fs, a livello gruppo, per il quinto anno consecutivo annunciano utile.
Nel 2012 infatti le Fs hanno fatto segnare un utile netto cresciuto del 33,7 per cento con ricavi delle vendite e prestazioni che hanno superato la soglia dei 7,5 miliardi di euro di cui 5.938 milioni da servizi di trasporto, 1.340 milioni di euro ricavi da servizi di infrastruttura, 233 milioni di euro di altri ricavi. Scendendo nei dettagli delle componenti del gruppo, Trenitalia ha chiuso l’esercizio con un utile di 206,5 milioni di euro (nel 2011, 156 milioni), RFI Rete Ferroviaria Italiana chiude il 2012 con un risultato netto di 160 milioni di Euro (in crescita di 62 milioni rispetto al 2011). In mezzo a risultati finanziari così positivi c’è però chi fa notare il disastro del trasporto ferroviario regionale con pendolari che debbono viaggiare in condizioni ancora precarie.
Per quanto riguarda NTV, la società di Montezemolo ha comunicato di aver trasportato nel 2012 due milioni di viaggiatori, un risultato oltre le attese soprattutto considerando la recessione economica; si tratta del 30 per cento di più rispetto alle aspettative, mentre per l’anno corrente il target prevede di raggiungere i sei milioni di passeggeri.
Secondo l’amministratore delegato di NTV Giuseppe Sciarrone il risultato raggiunto nel 2012 è importante soprattutto perché “è un fatto straordinario che ci sia stato un aumento del 16 per cento dei viaggiatori sull’alta velocità in un periodo di recessione in cui le autostrade hanno registrato un calo dell’8 per cento, le automobili -16 per cento e carburanti -12 per cento.”