Federalberghi: tiene la clientela straniera , ma difficoltà per l’occupazione. Situazione di stallo per la promozione
“Il 2014 per il turismo italiano è stato un anno a corrente alternata, che chiude i conti con le ulteriori flessioni dei fatturati e del numero degli occupati”. È questo il commento del Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, all’esame del consuntivo del sistema turistico-alberghiero.“I turisti stranieri ancora una volta hanno confermato l’attaccamento al nostro Paese con una crescita dell’1,5% delle presenze in albergo, -prosegue Bocca- consolidando un risultato pari a +6,8% negli ultimi tre anni, mentre la domanda italiana, pur in presenza di un timido segnale positivo (+0,6% nel 2014), rimane saldamente attestata sotto i livelli del 2011 (periodo dal quale si assomma un -7,65% di pernottamenti).
“La clientela straniera però -evidenzia il Presidente degli albergatori italiani- non si distribuisce omogeneamente su tutta la penisola e, di conseguenza, desta particolare preoccupazione la condizione di profonda sofferenza delle località che si rivolgono in prevalenza al mercato interno.“La flessione dei lavoratori, inoltre, -aggiunge Bocca- si è attestata ad un -1,7%, frutto di un -3,2% di lavoratori a tempo indeterminato ed un -0,2% di quelli a tempo determinato, a conferma del fatto che le imprese sono costrette a navigare a vista, private della possibilità di programmare gli investimenti e questo blocco si ripercuote inevitabilmente anche sulla consistenza degli organici”.
“Mentre i ricavi calano, -osserva Bocca- i costi aumentano con la progressiva crescita della pressione fiscale che assume un peso opprimente, accanendosi su imprese in perdita, costrette ad indebitarsi per pagare le tasse ed i contributi. Il caso eclatante del comune di Roma, che programma di portare a 10 euro a notte la tassa di soggiorno, la dice lunga sulla follia di un sistema che, anziché incentivare l’arrivo e la permanenza dei turisti, che portano ricchezza al Paese, li scoraggia con l’applicazione di gabelle, invogliandoli a dirigersi verso altre destinazioni concorrenti, che non applicano questa tassa o la mantengono ad un livello molto più basso. “Confidiamo quindi -stigmatizza Bocca- in un contributo positivo dell’area del dollaro, sotto la spinta del tasso di cambio favorevole, mentre purtroppo una notevole contrazione si sta registrando sul mercato russo. Da non trascurare inoltre l’effetto negativo che crisi internazionali di vario genere possono generare sull’andamento del settore. Ed auspichiamo pertanto la celere definizione dei provvedimenti attuativi previsti dal decreto turismo, -conclude il Presidente di Federalberghi- che il Governo avrebbe dovuto adottare da mesi, strumenti utili anche se non sufficienti per sostenere la riqualificazione delle strutture turistiche e lo sviluppo del settore”.