Anno pesante anche per Firenze. Le prime stime del Centro Studi Turistici, sulla base delle statistiche ufficiali del settore , fissano al -2,0% la contrazione del flusso turistico provinciale nell’anno 2012. La causa principale del risultato è attribuibile al perdurare della crisi economica in Italia e in Europa, solo parzialmente contrastata dalle iniziative promozionali degli enti e delle imprese.

La minor disponibilità economica ha ridotto la durata della vacanza e ha spinto i turisti a selezionare destinazioni e servizi, scegliendo sulla base dell’economicità delle proposte.L’anno 2012 si è caratterizzato per il calo degli italiani, stimati al -5,0%, a differenza degli stranieri che hanno segnato il -0,9%, portando la quota del mercato estero al 74% del movimento complessivo.
I valori positivi si registrano a gennaio, nel mese di marzo e nei mesi di settembre e novembre, con cali abbastanza contenuti negli altri mesi del primo semestre e nel mese di ottobre. Flessioni più importanti si sono registrate nei mesi di luglio, agosto e nel mese di dicembre
Nonostante il calo generale dei pernottamenti, e dopo il record storico delle presenze turistiche del 2011, i dati a consuntivo dovrebbero riportare Firenze e provincia al di sopra dei livelli registrati nello stesso periodo del 2010, mantenendo i 12 milioni di pernottamenti ufficiali.
Mentre le presenze del mercato nazionale chiudono a -5,0%, sono i clienti stranieri quelli che hanno registrato risultati migliori in questo difficile anno; infatti si registra complessivamente un calo del -0,9% di pernottamenti con ottimi risultati su alcuni mercati dei paesi BRIC (in particolare Cina e India – Stabili i flussi dalla Russia ed in lieve calo i flussi dei turisti brasiliani). Molto positivi anche i dati relativi al mercato giapponese, argentino e svizzero. In lieve crescita i flussi turistici provenienti dall’Australia, dal Belgio e dalla Danimarca. In calo i flussi provenienti dalla Francia, dalla Spagna e dal Canada. In lieve calo i flussi provenienti dagli Stati Uniti e dalla Germania.
Il settore alberghiero registra complessivamente un calo abbastanza contenuto (-1,2%), mentre il settore extralberghiero registra una flessione maggiore, stimata intorno al -3,5%.
I risultati evidenziano un risultato positivo negli alberghi a 4-5 stelle e nelle aziende agrituristiche; calo invece nelle basse categorie alberghiere (1-2 stelle) e nei campeggi e villaggi turistici.