Crescono i passeggeri nei primi sette mesi
A luglio comincia a farsi sentire la crisi dei consumi e il caro petrolio

Cresce nei primi sette mesi del 2008 il numero dei passeggeri che hanno scelto per i propri viaggi aerei il Sistema Aeroportuale del Garda.
Molto positivi i dati registrati al D’Annunzio dove, da febbraio, opera una nuova compagnia bresciana, Air Bee, che con oltre ottantamila passeggeri trasportati – che saliranno a 100 mila alla fine di agosto – sta incontrando il favore del territorio. Roma, Napoli, Olbia, Crotone e Trapani le destinazioni che, con il Londra di Ryanair, hanno fatto registrare un incremento del 52% nel solo mese di luglio e del 43% rispetto ai primi sette mesi del 2007.

Buoni risultati anche per il Catullo, dove i passeggeri da gennaio a luglio hanno raggiunto quota due milioni e 50 mila unità (+2,8%). Di questi oltre 418 mila sono transitati nel solo mese di luglio cha ha chiuso però in calo (-8,8%) per numero di passeggeri, rispetto allo stesso mese del 2007. Il dato negativo è dovuto principalmente alla diminuzione del traffico charter (-16,5%), imputabile alla contrazione dei consumi conseguente al rallentamento dell’economia che sta investendo tutta Europa.

“Se, come tutto lascia presagire, questa tendenza sarà confermata anche nel resto dell’estate e nel prossimo autunno, è prevedibile che lo scalo veronese chiuderà l’anno in sostanziale pareggio, con circa 3 milioni 500 mila passeggeri, anziché con la crescita preventivamente stimata di 200 mila unità pari al 5% – ha dichiarato Fabio Bortolazzi, presidente della Catullo. – Per il D’Annunzio confidiamo su una chiusura positiva in termini di passeggeri per l’impulso dato dalla nuova compagnia Air Bee anche se saremo costretti a fare i conti con un forte decremento del traffico merci”.

Le compagnie, preso atto della riduzione delle prenotazioni e condizionate dai crescenti costi per il carburante, si vedono costrette a cancellare alcune frequenze per ottimizzare l’utilizzo degli aeromobili e ridurre gli sprechi. Questo problema, come si può facilmente comprendere, non riguarda solo lo scalo di Verona Villafranca. La IATA, l’associazione internazionale che rappresenta oltre 230 compagnie aeree del mondo, ha allertato aeroporti e compagnie aeree sulla grave crisi che sta investendo il settore, che globalmente dall’inizio dell’anno ha già visto 25 compagnie aeree cessare la propria attività.

Il caro petrolio si è abbattuto inesorabilmente anche sull’attività cargo che in genere utilizza aeromobili grandi e molto potenti, per i quali il costo del carburante è diventato spesso insostenibile, dal momento che non consente di ottenere profitti. “L’incidenza del costo carburante per un Boeing 747-200 è oggi del 40% rispetto al 18-20% di meno di un anno fa – ha commentato Roberto Gilardoni Direttore responsabile della Business Unit dello scalo bresciano. – I vettori che potrebbero essere attratti da uno scalo ben posizionato e dotato di infrastrutture come il nostro si vedono obbligati, anziché ad espandersi, a tagliare rotte consolidate per contenere i costi di gestione”.

Il Catullo inoltre soffre il mancato adeguamento del numero di agenti della Polaria alla crescita del traffico passeggeri di questi anni. Il fatto che gli agenti in forza all’aeroporto sia lo stesso di quando l’aeroporto aveva poco più di un milione di passeggeri l’anno (oggi ha superato i 3 milioni e mezzo), ha costretto il contingentamento dei voli cosiddetti sensibili e che per legge necessitano di controlli più particolareggiati e meticolosi.