L’avvento di internet non ha ridimensionato la crescita delle agenzie di viaggio, semmai ha determinato una nuova logica di mercato avvicinando il cliente-consumatore al prodotto finale e rivalutando il ruolo della domanda rispetto all’offerta. E’ quanto si evince dal “Rapporto 2008-2009 – il sistema dell’intermediazione turistica in Italia” realizzato dalla società Mercury per conto della Fiavet con il contributo dell’Ebnt, che è stato presentata a bordo di Msc Fantasia a Napoli nel corso del Forum “Nuove Frontiere del Turismo”.Secondo la ricerca, che costituisce il primo vero studio organico sul comparto, l’aumento a un tasso medio annuo del 6,6% delle agenzie di viaggio nel periodo 1996-2008, in cui il numero delle adv è passato dalle 5.519 imprese alle 11.846 di oggi, smentisce clamorosamente le previsioni di un decennio fa quando si parlò della prossima fine dell’intermediazione turistica causato dal boom di internet.

“Internet – ha detto Giuseppe Cassarà, presidente Fiavet, nel corso del Forum – ha cambiato il rapporto tra TO e ADV, che è divenuto più interattivo attraverso la diffusione delle ‘reti’, ma ha cambiato anche la logica comportamentale attribuendo un maggiore potere contrattuale al cliente finale, che poi è il turista. Oggi il cliente assume sempre più una configurazione ibrida che lo porta ad organizzare il proprio viaggio componendo insieme l’intervento dell’intermediazione con quello self-made.

Per far fronte a questi cambiamenti – ha aggiunto Cassarà – le ADV stanno cambiando le loro strategie, e se da un lato si pongono sempre più come consulenti del cliente con proposte innovative e con una serie di opzioni che consentono anche di organizzare viaggi individuali concepiti come self-made, dall’altro realizzano siti traslandovi le loro competenze nella prospettiva di  fidelizzare la clientela.

Internet, inoltre, consente a qualsiasi tipologia di offerta, anche a una sperduta destinazione, di poter essere virtualmente presente sul mercato, rendendola visibile o comunque rintracciabile sul web. Ne consegue – ha sottolineato il presidente Fiavet – che oggi la domanda acquista più potere rispetto all’offerta, e dunque la rivalutazione rispetto all’outgoing dell’incoming, su cui serve una maggiore specializzazione”.  

 

Secondo Cassarà, “un primo passo per governare il turismo è rappresentato dalla necessità di creare un coordinamento centrale delle politiche del turismo, che superi la contrapposizione tra Stato e Regioni e recuperi il gap competitivo nei confronti dei Paesi diretti competitor dell’Italia. L’obiettivo – ha concluso Cassarà – è recuperare quella frattura che nel corso degli anni precedenti si è verificata tra istituzioni e  mercato, per favorire la realizzazione di politiche coerenti in grado di incidere positivamente sullo sviluppo del turismo nazionale”.

In base alla ricerca, in Italia il comparto dell’intermediazione turistica è composta dal 97% dalle adv e dal 3% dai tour operator. Il nostro Paese è leader per numero delle imprese, anche se per numero degli addetti è preceduto da altri come Regno Unito e Germania. Delle 11.846 agenzie, il 40% è costituito da società di capitali, la percentuale maggiore nel settore turistico, visto che negli alberghi è del 24%, negli agriturismo del 9,5% e nei campeggi del 29,2%. Complessivamente, poi, le imprese dispongono di diverse unità locali, tanto da arrivare a più di 17 mila punti vendita su tutto il territorio nazionale. In Lazio e Lombardia si registra la massima concentrazione (in totale il 31,5%) ma se a queste si aggiungono anche Campania, Sicilia e Toscana la percentuale sale al 56%.