Governance: Fondamentale una approfondita riflessione, da parte di tutti i soggetti interessati, su un diverso modello di governo del settore al fine di riaffermare una “Politica unitaria del turismo”. Occorre, in sostanza, un recupero della funzione esercitata, a livello centrale, dal Governo e dal Dipartimento del Turismo, in modo tale da riassumere le venti politiche regionali attraverso l’elaborazione di interventi e strumenti condivisi da Enti e Istituzioni locali ed imprese del settore, esercitando un ruolo di effettivo coordinamento della politica nazionale di settore.

Promozione: Stato, Regioni ed Enti locali devono riconoscere nel turismo una delle priorità del Paese e su di esso investire importanti risorse per promuovere l’Italia nel Mondo. E’ dunque indispensabile un rafforzamento della dotazione finanziaria finalizzato a sostenere iniziative sia pubbliche che private sul terreno della promozione e della commercializzazione. Indispensabile, anche per questo tema, unitarietà nella promozione del Brand Italia, evitando la frammentazione delle risorse territoriali da parte dei molteplici soggetti tuttora esistenti.

 

Qualità dell’accoglienza: Indispensabile elevare lo standard di qualità nell’attività ricettiva italiana. Occorre assicurare servizi capaci di dare le risposte ed i servizi necessari alla domanda turistica. Per raggiungere questo obiettivo sono necessari investimenti nella formazione attraverso una istruzione specialistica degli imprenditori; occorre, inoltre, favorire un maggiore impiego di lavoratori qualificati, sia comunitari che extracomunitari, attraverso corsi di formazione specifica e la reintroduzione della possibilità del “lavoro a chiamata” quale formula necessaria per sostenere alcuni servizi in determinate tipologie di attività turistiche stagionali.

 

Turismo in rete: Le imprese turistiche, dagli hotel ai campeggi, devono poter intercettare la domanda di turismo “fai da te” da parte di una clientela la più numerosa possibile, e fare di internet un importante strumento di promozione capace di offrire la possibilità di scegliere in maniera semplice, efficace ed economica. Una entrata in rete sempre più massiva delle strutture turistiche significherebbe far fare al settore un importante salto di qualità.

 

Trasporti ed Infrastrutture: Occorre riportare le questioni relative alla mobilità turistica all’interno di un coordinamento nazionale, superando i particolarismi regionali e ripensando il sistema delle infrastrutture – strade, aeroporti, porti, ferrovie, vie d’acqua – in modo coordinato ed interconnesso. Le questioni legate all’ambiente e alle fonti energetiche dovranno rientrare tra le priorità d’intervento, al fine di realizzare un piano dei trasporti realmente compatibile e sostenibile.

 

Incentivi: Occorre aumentare la dotazione finanziaria del Fondo previsto dalla legge quadro sul turismo, 135/2001, finalizzandolo allo sviluppo dei sistemi turistici locali, all’attivazione dell’assegno-vacanza, previsto dalla stessa legge, ed alla possibilità di acquisizione della proprietà degli immobili ricettivi da parte degli attuali affittuari. Riteniamo inoltre importante un credito d’imposta per le imprese che realizzano cataloghi ed altri strumenti per la promozione e la commercializzazione dell’offerta Italia e per coloro che riqualificano gli investimenti in funzione dell’allungamento della stagione turistica. Inoltre, sarà indispensabile prevedere incentivi mirati per le PMI del turismo, con particolare riguardo alla qualificazione delle microimprese, che rappresentano grande parte del tessuto turistico italiano.

 

Fiscalità: Urgente una riduzione dell’Iva sul turismo al 5% per recuperare competitività nei confronti dei principali concorrenti europei. Ma è anche indispensabile prevedere la soppressione del pagamento dell’aliquota ICI per gli stabilimenti balneari e le strutture operanti su aree demaniali, quindi non di loro proprietà, con il riconoscimento di una aliquota privilegiata ICI per immobili utilizzati da imprese turistiche-ricettive. Tra le priorità per il settore c’è inoltre la revisione dei criteri sulle utenze locali con la parificazione delle tariffe dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua a quelle dell’industria. Infine la soppressione, ricercando una soluzione alternativa condivisa quale quella del riconoscimento del diritto di superficie, dello spropositato aumento dei canoni demaniali sulle pertinenze all’interno degli stabilimenti balneari.

 

Agenzie di viaggio: Occorre rilanciare il settore delle agenzie di viaggio favorendo, tramite strumenti agili e flessibili come il credito di imposta, investimenti in organizzazione e creazione di pacchetti con itinerari e servizi turistici per l’incoming da promuovere sui mercati nazionali ed internazionali. Ma anche attraverso l’allineamento dell’aliquota Iva agli altri settori e categorie operanti nel turismo, ed una efficace lotta all’abusivismo, aumentando i controlli amministrativi e commerciali.

 

Animazione turistica: Rappresenta un importante valore aggiunto nelle strutture ricettive, con almeno 50.000 animatori, tra Italia ed estero, di cui circa 20.000 organizzati da 300 piccole e medie imprese che fatturano complessivamente 150 milioni di euro. Nonostante queste cifre rilevanti, non esistono per il settore norme in grado di agevolare la formazione e incentivare la realizzazione di formule contrattuali favorevoli agli operatori ed alle aziende che li assumono.

Professioni: Riconoscimento del ruolo svolto dalle guide turistiche, per le quali va ripensato il sistema di formazione, in grado di assicurare uno standard minimo comune a livello europeo, e delle linee guida curricolari, tali da garantire le nozioni tecniche necessarie per l’esercizio della professione, con particolare attenzione alla perfetta conoscenza di monumenti, musei, cultura territoriale nell’ambito dell’esercizio della loro attività. Una peculiarità tutta italiana dove il turismo culturale rappresenta un richiamo di innegabile forza e originalità rispetto alla competizione mondiale. Importante trait d’union con il settore turismo, poiché integrano conoscenze settoriali, si calcola che in Italia la professione di guida sia esercitata da ottomila soggetti in grado di sviluppare un giro d’affari di oltre 100 milioni di euro