Sulle radio è partita la campagna pubblicitaria di Expedia per l’autunno, decisamente aggressiva proprio nei confronti delle agenzie di viaggio. Uno dei claim della campagna è che “comprando su Expedia risparmi i costi d’agenzia!”.

Ora “i costi di agenzia” sono quelli “dell’agenzia Expedia”, ma il riferimento malevolo e il confronto stridente con i costi dell’agenzia di viaggi sono di tutta evidenza.

L’impostazione della campagna lascia quindi esterefatti per un motivo fondamentale: Expedia ha una linea dedicata alle agenzie di viaggio che permette al cliente di comprare il prodotto Expedia presso questi professionisti delle vacanze pagando esattamente lo stesso prezzo previsto on line ma con in più l’assistenza “vera”.

Secondo punto: questa esperienza, ideata in Italia, è stata esportata da Expedia anche in altri paesei europei (sic!).

Per cui si è legittimati a pensare che presso Expedia “la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra” e questo non è un buon segno.

Cioè che la struttura marketing che si occupa di vendita diretta non sappia quello che fa la struttura che si occupa di vendita indiretta (cioè tramite adv).

Non valga la ripetizione pedissequa del “principio” che “il traffico che va in agenzia è un traffico che sfuggirebbe altrimenti ad Expedia e quindi l’iniziativa resta valida.” Il punto è che le agenzie di viaggio non possono accettare di essere il motivo unico ed essenziale per indurre il cliente finale a preferire – grazie alla loro assenza- il canale di vendita diretta dell’operatore on line.

Anche perchè poi sussistono tutta una serie di costi “alternativi” che in pratica pongono le olta (on line travel agency) alla pari di un’agenzia (difatti i costi di software, database e gestione sono elevati per l’operatore).

Infine una considerazione generale: la depressione dei mercati induce questa corsa all’apparente “viaggioeconomicoatuttiicosti” da parte di chiunque la pratichi.

Anche la recente iniziativa di non far pagare le penali per le prenotazioni alberghiere è fuorviante per i consumatori tanto quanto questo spingere sul tema dell’invito a bypassare le agenzie per evitare i loro costi. O le penali sono dovute così come capita anche in altri settori oppure sono una presa in giro, ma questo dovremmo andarlo a chiedere a quegli albergatori che vendono tramite Expedia, concedendo a questa un margine del 30% e rinunciando, da ultimo, anche alle penali. Viene da chiedere loro: “ma dove intendete arrivare? Siete certi che state guadagnando di più? E’ una corsa al ribasso che sta alterando il mercato dal momento che sta avvenendo quelle che certe campagne pubblicitarie dei vettori low cost hanno sedimentato tra i consumatori e cioè che sia un fatto normale volare a 9 euro …

Andrea Giannetti, Presidente Confindustria Assotravel