Pubblico numeroso per un giorno lavorativo come il mercoledì al Convegno “Paura di volare?No problem”, organizzato da Seaf, Wind Jet, Ausl, Associazione cardiologica forlivese, Asp di Palermo e Studio Sophia Consulting. All’Auditorium della Fondazione Carisp Forlì da una parte c’erano “quelli” che insegnano a non avere paura di volare e dall’altra le persone che fanno parte di quel 53,5% di italiani che invece vivono in maniera angosciante un viaggio in aereo. E’ un dato che si inserisce assolutamente uguale a quello degli altri Paesi industrializzati. In Grecia è il 50%, in Olanda il 40%, in Germania il 50%, in Europa il 55%, nel mondo 10-40%.

In Italia, tra le persone che hanno volato almeno una volta (37% della popolazione), il 33% dichiara di avere paura e il 10% assicura che non volerà più. Un altro dato significativo su questa fobìa che assale una forte fetta di pubblico. Peraltro, come riconoscono gli stessi esperti, la paura del vuoto è atavica, portando come esempio un neonato che non si avventurerà mai su una superficie trasparente vedendo sotto di sé il vuoto.

Gli obiettivi del Convegno (peraltro già rodato da Wind Jet in Sicilia e con grande riscontro)e le sue finalità sono: superare la fobìa, affrontare serenamente il volo senza assunzione di psicofarmaci, fornire una corretta ed aggiornata informazione sull’aviazione civile e sugli standard di sicurezza applicati, confronto tecnico con l’Asp di Palermo per la pubblicazione dati Italia su riviste scientifiche, mettere fine a gravi disagi e disservizi (ritardi, rientri, scali non previsti..), con significative perdite economiche per le Compagnie aeree.

Dal 1981 in Germania sono attivi seminari per volare rilassati, in Francia sono organizzati stage anti-stress con un successo pari all’80%. Dal 1997 in Italia sono stati avviati percorsi terapeutici (Alitalia) con un successo pari al 90%. A Palermo il progetto ha trattato 300 persone con approcio di tipo cognitivo-comportamentale. Insomma, mettendo insieme grandi esperienze scientifiche e relativi percorsi, il successo di questi progetti ha raggiunto il 98.7%.

Infine il protocollo terapeutico prevede questo percorso: ammissione al trattamento pricologico, visite alle strutture aeroportuali, visita all’aeromobile, incontro di gruppo preparatorio al volo, volo su aeromobile Wind Jet, follow up dei pazienti (motinoraggio succesivo, per 6-12 mesi, dei pazienti).