La stagione estiva risente ancora della crisi  e della sempre più ridotta disponibilità economica delle famiglie italiani. Pur con segnali di timida ripresa per quanto riguarda l’outgoing, calano i fatturati a causa dei tagli alla spesa per viaggi e vacanze, mentre le scelte delle destinazioni sono sempre più legate al prezzo piuttosto che ai reali desideri.

Le mete più richieste per le vacanze sono Grecia, Spagna, Croazia e Mar Rosso, per quanto riguarda l’area mediterranea, con particolare interesse per le crociere.

L’andamento del turismo in outgoing rispetto all’anno precedente si prevede dunque stabile, con qualche segnale di crescita: occorrerà aspettare la chiusura del mese di agosto per verificare, ma gli operatori sono ottimisti.

Le scelte sul Paese Italia presentano problemi per i costi delle strutture, determinate anche dalla mancanza di destagionalizzazione che per le strutture ricettive si traduce in concentrazione principalmente nei mesi estivi con carichi notevoli. Le destinazioni più gettonate sono in Puglia, Sardegna, Sicilia e Calabria.

L’incoming presenta un dato negativo per la crisi globale, ma anche per una scarsa  e fuorviante informazione su alcune regioni ed una promozione all’estero praticamente inesistente.

Per quanto riguarda il prenota-prima, il suo utilizzo si differenzia per aree geografiche, al sud è poco sentito mentre al centro e nord vi è una leggera espansione, con una percentuale del 60/70%.

Si predilige  comunque aspettare per le prenotazioni fino a 10/15 giorni prima della partenza e spesso anche fino ad una settimana, per cercare l’offerta vantaggiosa, per motivi economici, per motivi di lavoro e per verificare le risorse economiche sufficIenti a decidere se e dove fare la vacanza.

“Stiamo assistendo,  ormai da diversi anni, a troppi proclami e spot nel turismo secondo i quali tutto va bene”, sottolinea il presidente di Assoviaggi-Confesercenti, Amalio Guerra. “Abbiamo un Ministro del Turismo che forse fa bene il suo mestiere, ma che nel mondo delle imprese finora si e’ visto ben poco, siamo in sofferenza da anni, i fatturati sono calati, così come il numero degli operatori occupati”.

“Ancora una volta, di fronte a questo scenario, siamo costretti ad auspicare che il disco si rompa definitivamente e che si ricominci a ricucire il settore. Penso in particolare alle agenzie di viaggi ed ai tour operator che dovrebbero essere presi in reale considerazione per il contributo che sono in grado di offrire all’ economia del Paese. Purtroppo – conclude Guerra – spesso queste strutture non vengono considerate dalla politica e dalle istituzioni che vedono principalmente il mondo dei settori ricettivi e mai quelli che muovono l’intero comparto del turismo, sia per l’incoming che per l’outgoing”.