A bordo dell’aereo il passeggero ancora può trovare piloti e hostess ma già c’è qualcuno che inizia a brontolare per il fatto di dover pagare due piloti invece di uno solo.
L’annuncio fatto da Air France-Klm ai propri passeggeri per nuovi servizi disponibili tramite l’uso del Mobile Website e iPhone Application , è l’ultimo tassello di una serie di misure adottate ormai dalla pressoché totalità dei vettori, che di fatto fanno assomigliare sempre più il modello tradizionale di aerolinea a quello low cost.
In tal senso si sta avverando quanto da noi predetto (1): “tutto sembra convergere a un punto di incontro ove il gap verrà ad annullarsi. Mentre le majors infatti procedono ad abbassare le loro tariffe, le low cost, tendono ad aumentare i prezzi dei servizi corollari; col passar del tempo dovranno adeguare i salari corrisposti al loro personale; il lungo raggio, l’interlinea o comunque nuove tattiche per non ristagnare faranno salire i costi operativi. Allora a quel punto è molto verosimile che sarà inutile parlare di differenziazione fra le low cost e le altre”
Secondo il nostro parere cioè il modello low cost tendeva ad assumere molti dei connotati dell’aerolinea tradizionale, mentre i servizi di quest’ultima puntavano a copiare quelli stessi offerti dalle LCC.
Quanto sta avvenendo fra le maggiori aerolinee potrebbe pure essere frainteso come un inevitabile adeguamento permesso dalle tecnologie che avanzano quotidianamente, ma anche se così fosse non può però sfuggire il particolare che le prime ad adottare le misure del genere “fai da te” sono state le low cost e che dopo, a posteriori, le stesse vengono praticate dalle tradizionali, sia pur immettendo qualche variante sul tema.
E’ questo un particolare da non sottovalutare. In primo luogo ciò conferma che le compagnie aeree tradizionali che inizialmente avevano preso sotto gamba il modello LCC, continuano a copiare le sue scelte; ma più importante è ancora un altro particolare. Mentre le misure al risparmio adottate dai vettori low cost possono indurre a pensare che ciò è la ovvia conseguenza delle basse tariffe vendute ai propri passeggeri, le stesse misure applicate dalle aerolinee tradizionali non possono non portare alla conclusione che alla fine tutto il settore, in tema di servizi offerti, si sta trasformando in un unico, immenso mercato globale low cost. Il passeggero giorno dopo giorno viene chiamato a svolgere da se compiti prima assegnati alle aerolinee stesse; si rifletta sui costi risparmiati dalle compagnie aeree nella stampa dei biglietti oggi sostituiti da fogli formato A4 che escono dalle stampanti di casa del passeggero. O si rifletta sui costi risparmiati dalle aerolinee nel non dover pagare i banchi accettazione degli aeroporti in quanto il passeggero si fa il check-in automatico dal suo appartamento via internet. Soltanto con misure del genere, che sono solo alcune fra le tante adottate, i vettori risparmiamo montagne di quattrini le quali però, apparentemente, non servono a far decollare le finanze dei vettori.
In pratica la differenziazione tra la formula alte tariffe= più servizi che si contrapponeva all’altra basse tariffe=viaggio fai da te, si sta rivelando ogni giorno che passa, impossibile da applicare e sostenere; le due modalità stanno appunto convergendo fra loro.
D’altra parte che i vettori tradizionali continuassero a incontrare difficoltà anche dopo aver tagliato tutto ciò che c’era da tagliare ed anche incassando tariffe superiori rispetto a quelle low cost, lo si era capito da un altro particolare: le unioni.
Gli annunci di fusioni o pseudo-tali si susseguono senza sosta, segno evidente questo che sia pur con tutti i risparmi permessi dalle innovazioni tecnologiche, le finanze delle aerolinee continuano ad essere critiche e non dare segni di ripresa. Il fattore cruciale non sembra tanto risiedere nelle spese, ritenute eccessive, che si facevano quanto piuttosto nel sistema generale che è ormai cortocircuitato. Ad altra spiegazione non si giunge pensando ai servizi che riuscivano ad offrire le aerolinee di una volta, e quello che oggi -dando l’impressione di fare sforzi immani- riescono a concedere.
Dagli uffici di città, i primi ad essere colpiti, ora la lunga ombra dei risparmi inizia a intaccare anche i servizi a terra degli aeroporti; a bordo dell’aereo il passeggero ancora può trovare piloti e hostess ma già c’è qualcuno (guarda caso una low cost!) che inizia a brontolare per il fatto di dover pagare due piloti invece di uno solo.
Nel comunicato Air France-Klm si può leggere quanto segue: con i servizi online cui si può accedere con gli apparati mobili, i nostri clienti ora hanno più controllo sul loro viaggio”.
Il passeggero quindi “ha più controllo” sul suo viaggio, e detto in tali termini chi oserebbe dubitare della bontà della procedura? Rimane solo da appurare se, nella sfortunata ipotesi di qualsivoglia inconveniente, il passeggero preferisca davvero formulare la sua domanda via internet o se non preferirebbe avere qualcuno di fronte con cui dialogare. Ma quest’ultima ipotesi è un lusso di altri tempi, che suona come una oscenità ai nostri giorni. Così come due piloti per qualcuno sono già troppi, come si fa a proporre alle odierne aerolinee di pagare e mantenere impiegati all’aeroporto per assistere i passeggeri?
Antonio Bordoni
(1) “Le Robin Hood dell’Aria”, Travel Factory, 2008