di Angelo Sessa.

Durante le festività di fine anno 2010 si muoveranno complessivamente 9,4 milioni di italiani maggiorenni, un calo del 5% rispetto allo stesso periodo del 2009. Il dato emerge da un’indagine realizzata da Federalberghi-Confturismo con il supporto dell’istituto Emg Ricerche nel periodo 13-17  dicembre su un campione di 3mila persone maggiorenni. Il giro d’affari sarà di circa 5,1 miliardi di euro, -3,5% rispetto ai 5,3 miliardi del 2009.

Altro dato interessante presentato dal presidente Bernabò Bocca riguarda invece gli italiani che resteranno a casa per motivi economici: 20 milioni di maggiorenni (41,9%) rispetto ai 18 milioni del 2009 (38,8%). Una crescita che andrà a gonfiare ulteriormente il numero di italiani giunti ormai ad una vera e propria soglia di “povertà turistica”. Tra gli altri motivi della non-vacanza spiccano quelli familiari (32,8% rispetto al 21,9% del 2009), ai quali si aggiunge un ulteriore 17,3% che resterà a casa per motivi di lavoro rispetto al 13,6% del 2009.

L’incontro di fine anno tra i dirigenti di Federalberghi e la stampa di settore ha permesso al riconfermato presidente Bocca di fare una panoramica sul turismo in Italia dalla prospettiva privilegiata egli albergatori: “Il  2010 ha fatto segnare una ripresa del turismo straniero, soprattutto grazie agli incrementi degli arrivi dagli Stati Uniti e dal Sud America (Brasile in particolare), alla tenuta del mercato europeo e agli arrivi di turisti da paesi emergenti come Cina e India. Molti negozianti milanesi – ha raccontato Boccahanno ammesso di aver salvato i bilanci tra giugno e luglio grazie agli acquisti da parte dei turisti cinesi”.

“Il 2010 è stato un anno positivo per i primi dieci mesi – ha proseguito il presidente di Federalberghi – con un rallentamento a novembre e dicembre quando il turismo è diventato soprattutto business e congressuale. Per il 2011 vorrei come ‘regalo’ la stabilità, poiché l’incertezza economica globale è la causa principale della contrazione dei consumi. Intanto la crisi ha fatto aumentare la forbice tra chi può spendere e permettersi vacanze lunghe e chi invece è costretto a rinunciarvi del tutto. Nel 2010 il Governo ha approntato l’iniziativa dei buoni vacanza per i meno abbienti che hanno avuto un ottimo riscontro, l’invito dunque è a rinnovare il progetto, così come già promesso”.

“Il prodotto Italia deve sempre più confrontarsi con nuovi concorrenti sul mercato europeo che non è più soltanto concentrato su grandi destinazioni come Roma, Londra e Parigi – ha  sottolineato Bocca -. La concorrenza può essere un fattore positivo per migliorarsi e confrontarsi con in mano un jolly unico al mondo chiamato ‘Italia’. Una concorrenza che non può fare perno sui prezzi, con Paesi che possono permettersi il loro abbattimento grazie ad una manodopera a basso costo, ma sulla qualità offerta a 360 gradi: dall’arrivo in aeroporto, ai trasporti, alle infrastrutture nel complesso, vero punto debole del sistema paese, agli alberghi fino ai servizi pubblici e privati. Ma il settore non può reggersi senza la crescita del mercato interno, la nostra ‘assicurazione sulla vita’ (60% del mercato alberghiero, ndr.), un mercato che bisogna incentivare anche con l’istituzione del comitato per la promozione del turismo interno (Convention Bureau Italia) annunciato dal ministro Brambilla. Un fattore chiave sarebbe puntare molto sulla destagionalizzazione. Purtroppo molti alberghi restano aperti quattro o cinque mesi all’anno, poi i dipendenti prendono il sussidio di disoccupazione, andando a pesare sulle casse dello Stato. Servirebbe dunque una politica di sgravi fiscali destinata a chi prolunga la stagione a 7-8 mesi all’anno”.

Poi il presidente dell’associazione degli albergatori ha lanciato una dura critica alla giunta capitolina: “E’ proprio di questi giorni l’approvazione del contributo di soggiorno che ogni turista che soggiornerà negli alberghi romani dovrà pagare al Comune di Roma. Proprio non mi va giù questa tassa che non graverà sul turista ma sulle imprese alberghiere. Inoltre Roma costituirà un precedente per le altre città d’arte italiane: dopo la capitale toccherà a Firenze, poi a Venezia e così via. Ciononostante per l’anno che sta per iniziare rimango ottimista, dopo i primi mesi in cui si prolungherà la stagnazione di fine 2010, a partire dalla primavera si ricomincerà a crescere. Sarà allora importante la promozione nei paesi che crescono economicamente di più, in particolare i cosiddetti Bric (Brasile, Russia, India e Cina) che ancora eleggono l’Italia come paese dei sogni e della dolce vita. Poi, nel 2012 si potrà sperare di tornare ai livelli del 2007, anno precedente allo scoppio della crisi attuale”.

Bernabò Bocca ha chiuso la lunga conversazione con un invito alla stampa di settore: “Nelle vostre analisi non fatevi ingannare dai numeri delle presenze che quasi sempre non corrispondono a quelli del fatturato. Le tariffe degli alberghi sono notevolmente diminuite e a fronte di maggiori presenze, aumentano i costi, ma non le entrate. Questo per colpa di un eccessiva offerta in Italia dei posti letto, 1,1 milioni contro i 580 mila della Francia e i circa 700 mila della Spagna e della concorrenza delle strutture extra e para alberghiere”.