Parlando delle situazioni di caos aeroportuali avvenute in questi giorni, tutti usano termini come rabbia e incredulità, tuttavia la domanda più di frequente udita e letta è stata indubbiamente, ma come è possibile che tutto ciò possa ancora avvenire nel 2010 ?Un siffatto modo di porre la questione implica che chi la pone crede davvero che il mondo costruito intorno a lui sia realmente caratterizzato da progresso e avanzamenti. In realtà chi la pensa in questo modo, almeno secondo noi,  vive dando credito a falsi proclami,  offuscato dai mille illusori luccichii con cui il nostro mondo ci circonda e ci abbaglia, ma bene farebbe a svegliarsi e a prendere atto della realtà la quale non è quella che ci vogliono far credere, bensì quella che tutti noi ogni giorno possiamo constatare sulla nostra pelle.

In effetti nessuno se la sente di affermare che la tecnologia non abbia fatto progressi favolosi. Ma contemporaneamente come non prendere atto che tutto ciò che chiamiamo progresso ci ha condotto verso condizioni di estrema criticità?

L’Airbus 380 è l’odierno vanto dei cieli e delle compagnie che lo hanno messo in linea. Ma quando lo scorso 4 novembre uno di questi giganti dei cieli -ormai guidato da sofisticati software- ha avuto un improvviso serio guasto ad un motore, il comandante ha visto scaricare sullo schermo del suo computer di bordo, nel giro di 60 secondi, ben 43 messaggi di allerta e di allarme. Solo il caso che nella cabina di pilotaggio fossero presenti altri tre ufficiali in familiarizzazione ha permesso ai due piloti in servizio di riuscire a gestire l’emergenza portando a terra il velivolo senza provocare vittime.

43 messaggi di malfunzionamento in una manciata di secondi è un ottimo esempio per chiarire come il progresso crei contestualmente ai decantati vantaggi anche situazioni estreme difficilmente gestibili e, per quanto rimanga ancora un’ ipotesi, qualcosa di analogo dovrebbe essere accaduto all’A330 della Air France, Rio-Parigi, inabissatosi nell’Atlantico nel giugno del 2009 con 228 persone a bordo.

La situazione caos-neve ben si inquadra anch’essa in un contesto di estrema criticità.

Oggigiorno il moltiplicarsi del numero di aerolinee e il crescente numero di passeggeri che fanno uso del mezzo aereo fa si che un blocco causato per qualsiasi motivo meteo possa provocare scene drammatiche di ingestibili affollamenti, inconcepibili fino a qualche anno addietro quando gli aeroporti non movimentavano quella massa enorme di passeggeri oggi chiamati a smaltire e che, stando agli investitori che guidano le società di gestione, vorrebbero veder ancor più aumentare.

Chi di noi poi non si è trovato intrappolato in una fila interminabile di macchine e fermo per ore, solo perchè più avanti vi era verificato un “normale, comune” incidente automobilistico che ha causato un restringimento di corsia?

Anche i voli low cost-no frills sono un ottimo esempio che mostra come un prodotto spacciato per moderno ed efficiente possa andare in tilt nel momento in cui l’aereo non arriva o non parta e centinaia di passeggeri si ritrovano bloccati magari in un aeroporto straniero venendo a mancare quella che una volta era la normale assistenza che l’aerolinea con il suo staff prestava sempre e ovunque.

E spostandoci sul fronte dell’economia non è forse vero che tutti concordano sul particolare che se si dovessero pedissequamente osservare tutte le innummerevoli regole, divieti, norme sfornate a getto continuo, nessun commerciante o industria sopravviverebbe più di una giornata?

Tutto oggi è costruito ai limiti delle umane possibilità e ciò a causa della saturazione del sistema che è conseguenza della globalizzazione grazie alla quale ognuno di noi prima di essere un individuo deve essere un consumatore.  Ma il guaio è che, secondo gli  economisti che passano le loro giornate alla ricerca della ripresa così come Diogene con la sua lanterna cercava l’uomo,  è vietato parlare di limiti e saturazione perchè le fabbriche e la vendita dei prodotti da esse sfornati non si devono fermare altrimenti crolla “il sistema” messo su per far guadagnare pochi e far vivere in precariato la massa composta da tutti noi.  

Quest’ultima è letteralmente stracotta,  pronta a indebitarsi ulteriormente pur di acquistare il nuovo prodotto uscito oggi, che va a sostituire quello fuori moda uscito ieri, ma che già domani sarà sostituito dall’ultimo modello dettato da una nuova tendenza. E così tutti continuano a indebitarsi e a riempire il mondo di prodotti voluttuari dalla durata effimera.

Prendiamone atto: il nostro attuale periodo storico è caratterizzato da una massificazione dei consumi che ha portato congestione in ogni settore.

Eccoci allora giunti al capolinea; finiamo di far finta di non vedere come stanno le cose, smettiamola, per usare un termine freudiano, di rimuovere la realtà: l’arrivo al capolinea è dimostrato dal fatto che basta un piccolo inconveniente come una nevicata abbondante più del solito per causare blocchi e drammi dalle dimensioni incontrollabili.

Tutto ciò può ancora avvenire nel 2010?   Ebbene è proprio colui il quale pone questa domanda che dimostra di essere talmente immerso nel “sistema”  da non capire quale sia la realtà.

Antonio Bordoni