Per celebrare vent’anni di attività, Arpai, l’Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano che, fondata nel 1989, ha finanziato e curato il restauro di quasi 200 opere d’arte sparse nelle varie regioni d’Italia, ha scelto di selezionare 8 capolavori che
permettessero di evidenziare il rapporto tra un’opera d’arte “modello” e le numerose filiazioni che ne sono derivate. E’ nata così Madonne rinascimentali al Quirinale. L’intervento di Arpai per la conservazione del patrimonio artistico italiano, la mostra curata da Louis Godart che sarà inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano martedì 10 maggio alle ore 11 nelle Sale delle Bandiere del Palazzo del Quirinale e sarà aperta al pubblico da mercoledì 11 maggio fino a domenica 19 giugno.La Madonna con il Bambino che appartiene al Vescovado di Fiesole è una preziosa statua in terracotta policroma dei primi anni del Quattrocento, prototipo di una vasta serie di manufatti che nel XV secolo venivano richiesti alla bottega di un maestro famoso, destinati a un committente d’eccezione.
La statua, scoperta per caso durante un sopralluogo nel Palazzo vescovile di Fiesole, è stata riportata alla sua forma originale grazie al restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze finanziato da Arpai. Il restauro ha convinto il Prof. Luciano Bellosi, purtroppo recentemente scomparso, ad avanzare l’ipotesi di una attribuzione a Filippo Brunelleschi. L’opera è capostipite di importanti esemplari quattrocenteschi; cinque di essi, rappresentanti lo stesso soggetto sono stati scelti per questa mostra per la loro singolare bellezza e appartenenza stretta alla derivazione dal modello:
– uno di Lorenzo Ghiberti conservato al Museo del Bargello di Firenze
– uno conservato a Palazzo Davanzati a Firenze
– uno proveniente dalla Chiesa di San Cristoforo a Siena
– due di proprietà di collezionisti privati in Toscana.
Accanto a queste Madonne quattrocentesche saranno esposti altri due capolavori, anch’essi restaurati grazie al finanziamento di Arpai. Sono di epoca più tarda, il Cinquecento già maturo, nati da uno dei maggiori artisti toscani trasferitisi nella laguna al servizio dei grandi committenti veneziani: Jacopo Tatti, il Sansovino, orafo, scultore e architetto, amico di artisti e letterati, ideatore del rinnovamento estetico della Serenissima.
Si tratta della Madonna con il Bambino del 1555 circa, altorilievo in terracotta monocroma, un tempo murato in una stanza della villa Garzoni di Pontecasale (Pd) progettata dallo stesso Sansovino e successivamente venduto nella dispersione di preziosissimi arredi e sculture. L’opera è ora proprietà dei Civici Musei di Vicenza, a cui è stata donata nel 1967 da Gaetano Marzotto in memoria della moglie Margherita Lampertico, vicentina.
L’altra opera “figlia”, in questo caso, da lei derivata e prodotta nell’atelier dello stesso artista, è un rilievo in cartapesta del Museo del Cenedese di Vittorio Veneto, esempio tra i più raffinati fra i numerosi conservati nei musei italiani, sia per il materiale, sia per la tecnica con cui è stato realizzato.
L’esposizione intende quindi mostrare come da modelli eccellenti di grandi maestri siano nati altri esemplari, realizzati in materiali più poveri e destinati a una committenza ampia, seppur di livello diverso, ma non meno esigente in termini di estetica, tanto larga da permettere la diffusione in aree vicine o lontane dei modelli celebrati.
Le opere in mostra, per la prima volta esposte nella loro unitarietà di intenti, sono soltanto un esempio del lavoro che Arpai ha compiuto nel corso di una storia ventennale, con restauri in tutto il Paese.
L’Associazione è intervenuta su dipinti, architetture, sculture, oreficerie, libri e ceramiche, manufatti e monumenti archeologici.
“Sono particolarmente felice – ha detto Paolo Marzotto, presidente di Arpai – che questa mostra sia ospitata nella sede istituzionale più importante del Paese. È una conferma del grande valore che il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano attribuisce al Patrimonio nazionale, vero simbolo dell’ingegno millenario della nostra Italia; e gliene siamo infinitamente grati.
L’autorevole supporto del Capo dello Stato funge da stimolo per il nostro impegno futuro: questa mostra servirà anche a sensibilizzare l’opinione pubblica, con l’auspicio che in Italia sorgano sempre più istituzioni dedicate alla conservazione e alla tutela del nostro Patrimonio”.