La nostra ultima opera è online in libera consultazione e stampa, sul sito www.air-accidents.com

In un momento in cui tante delle nostre sicurezze e conquiste sociali, specialmente quelle sul fronte del welfare, vengono messe in discussione abbiamo pensato fosse utile l’idea di raccontare a tutti come e perchè si è giunti a questo punto. “Airline deregulation, alla raccolta dei cocci di un fallimento annunciato”; vi mostrerà che esiste una relazione diretta fra un mondo deregolamentato in cui molti dei compiti una volta di pertinenza degli Stati sono stati ceduti, e la crisi finanziaria a livello sistemico cui ci hanno voluti coinvolgere. Già perché il paradosso dell’intera situazione è che alla fine vengono chiamati ai sacrifici anche e soprattutto coloro i quali non si sono mai occupati di modelli econonomici-finanziari, non sanno cosa significhi hedge fund o derivato, non hanno mai investito in borsa e per loro quest’ultimo termine significa semplicemente quella sacca da riempire con la quale si va a fare la spesa al mercato; insomma i grandi pensatori, i maniaci del profitto, i geni del momento lanciano le rivoluzioni e poi la raccolta dei cocci viene riversata sulla moltitudine.

Deregolamentare, privatizzare… gli Stati per potersi considerare “in linea con i tempi” ad un certo punto della storia dovevano svendere tutto, perdere controllo e sovranità finanche in quella che era la ragione stessa della loro esistenza: una propria zecca, una propria Banca centrale che provvedeva all’emissione della moneta sovrana.

E fra tutti i comparti industriali, il mondo delle compagnie aeree è stato il primo ad avere l’onore di essere stato smontato, fatto a pezzi , ovvero deregolamentato, in quanto su di esso gravava l’accusa di essere controllato dallo Stato. Così quella che una volta era una fiorente industria oggi è in stato comatoso, tenuta in vita artificiale dalla bombola delle alleanze. Quelle alleanze le quali -in quanto concentrazioni- sono la prova più eclatante del fallimento del primo principio che avrebbe dovuto giustificare la deregulation: più concorrenza.

Una tale impostazione potrebbe far credere di avere a che fare con il solito nostalgico dei tempi che furono, ma vogliamo rassicurare che non è così. Sappiamo bene che Il tempo delle eliche è passato, sappiamo di vivere nell’era di velivoli a reazione portati dal computer; sappiamo bene che è inutile soffermarsi sui tempi che furono, ma da qui a dimostrare che solo con la deregulation ci si poteva sbarazzare dei cartelli tariffari e solo con la deregulation si poteva avere più concorrenza, c’è una differenza abissale, ed è su questo aspetto che si accentra l’indagine della nostra ricerca. E così come la deregulation ha fallito sul tema della concorrenza, dovrebbe essere altresì ben chiaro a tutti che, al di la dei proclami di facciata, nessun Paese si è dimostrato disposto a cedere un suo ex vettore di bandiera ad uno straniero, come provano i merger nei quali ognuno continua a volare con il suo brand. Tante sbandierate novità svanite nel nulla, per non parlare poi del fatto che deregolamentare doveva significare abolire le regole, o perlomeno drasticamente ridurle, mentre invece ciò che Bruxelles ha fatto è esattamente il contrario producendo una abbondante, incessante regolamentazione su ogni tema, anche laddove non se ne ravvedeva la necessità. Un fallimento completo dunque sul quale valeva la pena fare un minimo di chiarezza.

Un augurio di buona lettura a tutti e, se e quando avrete tempo, saremmo ben lieti di ricevere commenti e critiche.

Antonio Bordoni

Ebook gratuito disponibile in formato PDF, accedi a  www.air-accidents.com  per richiedere la tua copia!