Protagonisti e luoghi della ricerca archeologica nell’OttocentoCOLLI ALBANI Protagonisti e luoghi della ricerca archeologica nell’Ottocento.
Roma, Complesso del Vittoriano; Sala Zanardelli- Piazza Ara Coeli 13 gennaio – 13 febbraio 2012.

La mostra “Colli Albani. Protagonisti e luoghi della ricerca archeologica dell’Ottocento”, ospitata dal 13 gennaio al 13 febbraio 2012 vuole mettere in luce non solo i siti e i reperti di tanti decenni di scavi che hanno interessato i Colli Albani, ma gli archeologi stessi, la loro formazione e il loro metodo di ricerca. In particolare verrà analizzato il proficuo periodo dell’800, con i numerosi studi svolti nell’area dei Castelli Romani.
Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, la mostra si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Roma -, in collaborazione con la Città di Monte Porzio Catone e la Galleria Theodora Frascati, e l’organizzazione generale di Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
L’esposizione, a cura di Massimiliano Valenti, Direttore del Polo Museale di Monte Porzio Catone, è stata inaugurata giovedì 12 gennaio alle ore 18.00 dall’Assessore alle Politiche Culturali Cecilia D’Elia.

La mostra
L’esposizione è articolata in due sezioni. La prima è dedicata ai protagonisti della ricerca archeologica del XIX secolo, con particolare attenzione alla loro storia – talora travagliata in un periodo di profondi cambiamenti politici e alle loro tecniche di ricerca, ed è arricchita da materiali illustrativi dell’epoca e documenti d’archivio spesso inediti e per la prima volta esposti al pubblico. La seconda sezione è dedicata ai siti archeologici dei Colli Albani indagati, studiati e valorizzati in quel secolo da quegli studiosi, con l’esposizione di alcuni reperti significativi provenienti dagli stessi.
“L’800 – spiega Massimiliano Valenti – è il secolo in cui si compie la genesi dell’archeologia come scienza autonoma, sempre più svincolata dall’antiquaria, che aveva profondamente caratterizzato le attività di scavo e di studio dei secoli precedenti.”
L’area archeologica dei Colli Albani, per la sua indiscussa importanza, fu meta dei principali archeologi e topografi dell’epoca (Antonio Nibby, Luigi Canina, Pietro Rosa, Givan Battista de Rossi, Rodolfo Lanciani), tra i quali va ricordato Giuseppe Tomassetti, stimatissimo studioso della Campagna Romana e del quale nel 2011 è caduto il centenario della morte.
La mostra ha un respiro comprensoriale, quello dei Colli Albani, ma anche nazionale, poiché alcuni dei protagonisti di quella felice stagione di studi e scoperte archeologiche, oltre che studiosi di chiara fama, furono anche prestigiosi rappresentanti politici nella neonata amministrazione italiana.
Come scrive Marina Sapelli Ragni, Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio, nell’introduzione del catalogo “il territorio compreso nei Colli Albani presenta una ricchezza di valenze archeologiche e storiche tale da non potersi ritenere mai esaustivo in nessun volume, né di sintesi né di analisi. Gli aggiornamenti dei dati conosciuti, le nuove scoperte archeologiche, più attente ricognizioni sul terreno, la rilettura di precedenti rinvenimenti, il lavoro sui reperti dei magazzini, le analisi permesse da nuove tecnologie, tutti gli elementi su cui si basa il progredire costante della scienza storica sono in questa regione così costantemente incrementati da rendere molto arduo per gli studiosi il dominio delle conoscenze.”
Massimiliano Valenti sottolinea inoltre come “L’Ottocento [sia] un secolo di profonde e continue trasformazioni, militari, politiche, economiche, infrastrutturali, tecnologiche. […] Nella seconda metà del secolo si va inoltre definendo anche la disciplina della topografia antica che, proprio nell’area dei Colli Albani, area tutt’altro che marginale (rispetto a Roma) per abbondanza di rovine e problematiche storico-letterarie ad esse connesse, potrà sperimentare ed affinare alcune delle metodologie che stanno alla base del suo obiettivo finale: lo studio da ricostruzione grafica del sistema insediativo del territorio in età romana.”
Non è dunque un caso che in questa incredibile stagione di ricerche e studi sui Colli Albani siano coinvolti i più importanti archeologi e topografi dell’epoca che, attuando una scelta che è risultata forzatamente parziale e selettiva, hanno contribuito, grazie alle loro ricerche e alle loro attività di documentazione e scavo archeologico, alla conoscenza, alla valorizzazione e in qualche caso alla musealizzazione di aree archeologiche e alla nascita di alcuni Musei dell’area (quelli di Frascati, Lanuvio e Velletri vengono concepiti proprio sullo scorcio del secolo).

Organizzazione generale: COMUNICARE ORGANIZZANDO

Catalogo: Gangemi
Orario: dal lunedì al giovedì: 9.30 – 18.30; venerdì, sabato e domenica: 9.30 – 19.30
L’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima dell’orario di chiusura
INGRESSO GRATUITO
Per informazioni: tel. 06/69202049

Roma, Complesso del Vittoriano
Sala Zanardelli
Piazza Ara Coeli

13 gennaio – 13 febbraio 2012

COMUNICATO STAMPA

La mostra “Colli Albani. Protagonisti e luoghi della ricerca archeologica dell’Ottocento”, ospitata dal 13 gennaio al 13 febbraio 2012 vuole mettere in luce non solo i siti e i reperti di tanti decenni di scavi che hanno interessato i Colli Albani, ma gli archeologi stessi, la loro formazione e il loro metodo di ricerca. In particolare verrà analizzato il proficuo periodo dell’800, con i numerosi studi svolti nell’area dei Castelli Romani.
Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, la mostra si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Roma -, in collaborazione con la Città di Monte Porzio Catone e la Galleria Theodora Frascati, e l’organizzazione generale di Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
L’esposizione, a cura di Massimiliano Valenti, Direttore del Polo Museale di Monte Porzio Catone, è stata inaugurata giovedì 12 gennaio alle ore 18.00 dall’Assessore alle Politiche Culturali Cecilia D’Elia.

La mostra
L’esposizione è articolata in due sezioni. La prima è dedicata ai protagonisti della ricerca archeologica del XIX secolo, con particolare attenzione alla loro storia – talora travagliata in un periodo di profondi cambiamenti politici e alle loro tecniche di ricerca, ed è arricchita da materiali illustrativi dell’epoca e documenti d’archivio spesso inediti e per la prima volta esposti al pubblico. La seconda sezione è dedicata ai siti archeologici dei Colli Albani indagati, studiati e valorizzati in quel secolo da quegli studiosi, con l’esposizione di alcuni reperti significativi provenienti dagli stessi.
“L’800 – spiega Massimiliano Valenti – è il secolo in cui si compie la genesi dell’archeologia come scienza autonoma, sempre più svincolata dall’antiquaria, che aveva profondamente caratterizzato le attività di scavo e di studio dei secoli precedenti.”
L’area archeologica dei Colli Albani, per la sua indiscussa importanza, fu meta dei principali archeologi e topografi dell’epoca (Antonio Nibby, Luigi Canina, Pietro Rosa, Givan Battista de Rossi, Rodolfo Lanciani), tra i quali va ricordato Giuseppe Tomassetti, stimatissimo studioso della Campagna Romana e del quale nel 2011 è caduto il centenario della morte.
La mostra ha un respiro comprensoriale, quello dei Colli Albani, ma anche nazionale, poiché alcuni dei protagonisti di quella felice stagione di studi e scoperte archeologiche, oltre che studiosi di chiara fama, furono anche prestigiosi rappresentanti politici nella neonata amministrazione italiana.
Come scrive Marina Sapelli Ragni, Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio, nell’introduzione del catalogo “il territorio compreso nei Colli Albani presenta una ricchezza di valenze archeologiche e storiche tale da non potersi ritenere mai esaustivo in nessun volume, né di sintesi né di analisi. Gli aggiornamenti dei dati conosciuti, le nuove scoperte archeologiche, più attente ricognizioni sul terreno, la rilettura di precedenti rinvenimenti, il lavoro sui reperti dei magazzini, le analisi permesse da nuove tecnologie, tutti gli elementi su cui si basa il progredire costante della scienza storica sono in questa regione così costantemente incrementati da rendere molto arduo per gli studiosi il dominio delle conoscenze.”
Massimiliano Valenti sottolinea inoltre come “L’Ottocento [sia] un secolo di profonde e continue trasformazioni, militari, politiche, economiche, infrastrutturali, tecnologiche. […] Nella seconda metà del secolo si va inoltre definendo anche la disciplina della topografia antica che, proprio nell’area dei Colli Albani, area tutt’altro che marginale (rispetto a Roma) per abbondanza di rovine e problematiche storico-letterarie ad esse connesse, potrà sperimentare ed affinare alcune delle metodologie che stanno alla base del suo obiettivo finale: lo studio da ricostruzione grafica del sistema insediativo del territorio in età romana.”
Non è dunque un caso che in questa incredibile stagione di ricerche e studi sui Colli Albani siano coinvolti i più importanti archeologi e topografi dell’epoca che, attuando una scelta che è risultata forzatamente parziale e selettiva, hanno contribuito, grazie alle loro ricerche e alle loro attività di documentazione e scavo archeologico, alla conoscenza, alla valorizzazione e in qualche caso alla musealizzazione di aree archeologiche e alla nascita di alcuni Musei dell’area (quelli di Frascati, Lanuvio e Velletri vengono concepiti proprio sullo scorcio del secolo).

Organizzazione generale: COMUNICARE ORGANIZZANDO

Catalogo: Gangemi
Orario: dal lunedì al giovedì: 9.30 – 18.30; venerdì, sabato e domenica: 9.30 – 19.30
L’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima dell’orario di chiusura
INGRESSO GRATUITO
Per informazioni: tel. 06/69202049