di Liliana Comandé.
Un Natale in linea con il 2012: il peggiore in assoluto dall’inizio della crisi economica
A volte si avrebbe voglia di non alzare quella serranda o di non aprire la porta della propria agenzia. Ci sono alcuni giorni nei quali, al solo pensiero di andare al lavoro, si prova una fitta allo stomaco e si vorrebbe rimanere a letto e non iniziare una delle solite deludenti giornate. Da tempo, ormai, si prova un enorme sconforto pensando alle giornate da trascorrere dentro i propri uffici “girandosi i pollici” o rispondendo a preventivi che, al 99,9 per cento dei casi, non verranno mai concretizzati. C’è veramente da aver paura, non sul futuro di questo settore, ma sul domani. Sì, proprio il domani, perché è da troppo tempo che, nella stragrande maggioranza dei casi, le agenzie perdono soldi. Ne escono, infatti, più di quanti ne entrano. E quel magro incasso estivo, per chi lo ha avuto, sta andando a “farsi benedire” sotto gli occhi desolati degli agenti. Sono tante, troppe, le telefonate che ricevo da ADV demotivati e stanchi di aspettare che qualcosa cambi. Che ci sia quella benedetta inversione di tendenza che tutti auspicano ma della quale non si vede neppure l’ombra.. Sui Social Network quali Facebook, sui quali scrivono gli ADV, è così evidente questo stato di gravissima crisi e di depressione generale, così come è evidente che nessuno ha “l’asso” giusto fra le mani da “calare” sul tavolo. Le agenzie –e di conseguenza anche i T.O. – lavorano poco e lo stato d’animo di chi opera nel turismo non è sicuramente dei migliori, anzi, direi che è fra i peggiori che abbia mai avuto. E le ragioni ci sono tutte! E poi, quali sono le prospettive per il 2013? C’è qualche schiarita all’orizzonte? C’è da poter essere ottimisti o le previsioni danno ancora un anno ancora negativo per il turismo? Da come si prospettano le cose, l’anno che sta per arrivare farà ancora versare lacrime amare…
UN 2013 ANCORA NERO?
L’aumento del costo della vita, la stangata dell’Imu, la perdita del posto di lavoro di tante persone, la chiusura di tante aziende, non lasceranno tanti soldi nelle tasche degli italiani. E le priorità in una famiglia sono ben altre che un viaggio, che può essere benissimo sacrificato e rimandato a tempi migliori. La caduta del Governo, per ciò che riguarda il turismo, non toccherà minimamente il settore. Chiunque si sia dovuto occupare di Turismo, Ministro o altro “personaggio” politico, ha sempre fallito. L’ultimo, addirittura, è stato addirittura inesistente e sono sicura che pochissimi si ricordano il suo volto, così come lo ricordo a malapena anche io.
La cosa che mi fa più arrabbiare è che ho l’impressione che il settore sia entrato in un tunnel il quale, anziché far vedere un po’ di luce laddove finisce, diventa sempre più stretto impedendo a chi opera nel turismo di poter uscire e vedere un po’ di chiarore.
I media, e qualche giornale di settore poco informato, hanno riferito di un certo movimento di persone partite per le feste natalizie. Siamo abituati a sentir raccontare frottole, ma non si riesce a capire perché si dicano sempre inesattezze sul settore. A volte vengono dati veramente i numeri, ma non si capisce perché vengano dati soprattutto quando si parla di turismo. Forse è proprio questo comparto a ispirare le persone a raccontare “pallonate”.
I SONDAGGI…
Il nostro è il paese dei sondaggi. Stiamo facendo diventare milionarie le società che si occupano di intervistare le persone le quali, si sa, molto spesso, pur di togliersi “dalle scatole” il sondaggista, sarebbero disposte a dichiarare qualsiasi scemenza o a inventarsi di avere i soldi per fare il giro del mondo!
Per fare un sondaggio sul turismo, anziché intervistare gli agenti di viaggio o gli operatori , si intervistano telefonicamente – a campione – persone che sono a casa e, come ho già detto prima, sono tutt’altro che attendibili! Mi viene in mente che il turismo è uno sconosciuto del quale si parla poco, male e a sproposito, giornalisti del settore compresi, i quali, invece, dovrebbero fare interviste personalmente e non affidarsi ai risultati diffusi dalle società che si occupano di sondaggi.
Tranne chi ci lavora, e non parlo della stampa, di solito nessuno conosce la categoria e chi ne fa parte. Nessuno può mai porre l’accento su quanto sacrificio personale si regga questa industria che, solo se venisse gestita bene a livello legislativo e governativo, consentirebbe all’Italia di vivere bene quasi soltanto sfruttando le sue risorse archeologiche, storiche, culturali, paesaggistiche e di accoglienza. Un tempo eravamo maestri proprio nel senso dell’ospitalità, un’arte che oggi è andata in soffitta come l’educazione e il rispetto per il prossimo.
INCOMING: COME VIVERE DI SOLO TURISMO…
Quando si parla di industria, di lavoro e di lavoratori, il turismo non viene mai menzionato come se fosse un settore inesistente o non fosse un’importante industria per il paese. E invece lo è, anzi, se avessimo gente intelligente e lungimirante al Governo (antichi romani dove siete!!!) dovrebbero interessarsene e considerarla per quello che rappresenta: la principale industria italiana. E allora diciamolo chiaramente perché ne abbiamo le scatole piene…ma quale industria automobilistica! Ma quale industria siderurgica! Ma quale industria manifatturiera! Oggi queste industrie devono competere con paesi dove gli operai e gli impiegati guadagnano veramente una cifra molto bassa rispetto a quanto prendono i nostri lavoratori, ma più o meno equa per vivere nei loro paesi, e, quindi, tutto ciò che produciamo non è competitivo.
Questo determina la chiusura di grosse e piccole aziende, con i lavoratori che si trovano da un giorno all’altro senza lavoro e incominciano a fare scioperi della fame o azioni eclatanti per avere visibilità. Ma questo è ciò che accade anche nel nostro settore, solo che non fa notizia: nessuno fa lo sciopero della fame, nessuno va dal Papa per farsi notare dai media, nessuno sale sul Colosseo o su qualche altro monumento minacciando di buttarsi di sotto. Il nostro è proprio un settore sempre più invisibile che sta morendo lentamente! Intervistati dai giornalisti televisivi, i “disperati” dichiarano tutti di avere una famiglia da mantenere ed è per questo che sono disposti a sacrificarsi per loro.
Ma pensate un po’, nel turismo, invece, sono tutti single. Nessuno “tiene famiglia” e tutto rimane nell’ombra, solo nell’ambito del settore e basta. Denunce, lamentele, tutto rimane lettera morta e non esce al di fuori dei Social Network. Perché accade questo? Perché se un negozio apre abusivamente gli altri negozianti sono pronti a denunciare l’abusivo, mentre nel turismo gli abusivi imperversano, togliendo lavoro e soldi a chi invece è dotato di regolare licenza, e, nonostante le denunce non accade mai niente?
VIGE L’ANARCHIA PIU’ ASSOLUTA
Dalle associazioni senza scopo di lucro, ai Cral, alle chiese, ai singoli “praticoni”, ognuno fa il “porco” comodo proprio senza che nessuno li tocchi. L’Italia è proprio la terra dell’anarchia, nel senso peggiore della parola, però! E gli ADV subiscono senza mai alzare la testa!!!
Ma se gli altri settori in crisi hanno alle spalle tutti i sindacati, chi dovrebbe esserci dietro i lavoratori del turismo? Da chi dovrebbe partire e chi dovrebbe organizzare manifestazioni “importanti” per portare all’attenzione dei giornali e delle televisioni la “paralisi” di questo settore che ha già visto la chiusura di tanti tour operator grandi e piccoli e agenzie di viaggio in ogni regione italiana? Pensiamoci bene, ma nel 2012 oltre 500 agenzie di viaggio hanno chiuso i battenti nella sola Sicilia! Ma questo non interessa a nessuno. I lavoratori del turismo sono di serie B e non meritano attenzione!
Anche se c’è qualcuno che continua a dare la colpa ai T.O. e agli agenti di viaggio per gli errori commessi – (ma chi non ne ha mai commessi?) – e perché non sono stati al passo coi tempi che cambiavano velocemente, ormai non si tratta più di addossare responsabilità a tizio o a caio ma di venire fuori da queste “sabbie mobili” che rischiano di inghiottire tutto il settore che comprende T.O. e ADV dettaglianti.
Sono cambiati i tempi, e ne siamo tutti consapevoli. Sono cambiate le regole del gioco, e ne siamo consapevoli. E’ cambiato il modo di fare turismo, e ne siamo consapevoli. Non basta più solo la professionalità, e ne siamo consapevoli. Internet ha ribaltato tutto il modo di intendere il turismo. Si è sostituito alle persone, e di questo ne siamo consapevoli.
Oltre ad una campagna di controinformazione, come ho già scritto altre volte, e come detto al presidente Astoi Nardo Filippetti nel corso di No Frills, c’è bisogno anche di un ritorno al passato, di un ritorno al contatto umano, all’essere nuovamente i consulenti di fiducia di una volta. E’ strano, ma anche in tempi di crisi c’è ancora chi riesce a lavorare con i gruppi perché riesce a coccolarli, a farli sentire importanti, a stabilire un rapporto di cordialità con le persone che, però, paga. E per queste persone fidelizzate non c’è Internet che tenga.
IL CLIENTE E’ SACRO…
E’ la personalizzazione, oltre alla bravura, a mantenere intatto per anni un rapporto di fiducia con i clienti. Peccato che molti se lo siano dimenticato ed abbiano demandato solo ai propri impiegati i contatti con i clienti. E questo non piace alla clientela, soprattutto se ha una certa età. In tempi di magra bisogna ripensare al proprio modo di lavorare, bisogna “spremersi le meningi” ed escogitare qualcosa di nuovo per riportare i vecchi clienti in agenzia. Se non c’è nessun aiuto da parte del Ministro e delle Associazioni di categoria, se ci si vuol salvare, l’unico sistema è quello di rimboccarsi le maniche e ricominciare da capo o reinventarsi il proprio mestiere. Se l’unione fa la forza, ma non è il caso degli agenti di viaggio perché non conoscono la parola “unità”, bisogna andare avanti da soli, altrimenti il fallimento non è solo un’ ipotesi, ma una realtà. E neppure troppo lontana!
Liliana Comandè
Io sono uno di quelli che si è arreso. Il 20 dicembre ho messo in liquidazione la società e tanti saluti: dopo 18 anni di attività non ce l’ho più fatta. Erano due anni che andavo avanti con i fondi di riserva che avevo prudentemente accantonato negli anni buoni. Quest’anno li ho esauriti e avrei dovuto ricapitalizzare. A questo punto, con le prospettive che abbiamo di fronte, con la colpevolizzazione della vacanza, con la tracciabilità, con tutti quegli artifizi inventati dallo Stato perché si parte dal presupposto che i soldi in nero vengono spesi in vacanze e auto di lusso, ho detto basta. Non posso continuare a perdere decine di migliaia di euro ogni anno sperando che domani tutto riparta. E pensare che io sono uno che ci aveva creduto: erano due anni che neanche mi davo lo stipendio, altro che guadagnare, pur di andare avanti. Ma quando poi vedo che le compagnie aeree vendono al singolo utente biglietti a tariffe più basse di quelle che abbiamo noi agenti di viaggio che di biglietti ne vendiamo centinaia, quando vedo Air France che per l’ennesima volta ci prende in giro con l’abbassamento della commissione dal 1% allo 0,1%, quando vedo che l’ASTOI pensa di farci pagare i preventivi, quando ricevo due avvisi dell’agenzia delle entrate perché i miei redditi non sono congrui e coerenti, quando vedo persone che vengono a chiedermi aiuto per un biglietto che hanno comperato su Internet e non sanno come cambiare la data e poi, una volta aggiustato il problema, tornano a comperare ancora su Internet, quando la IATA continua a comportarsi come un padrone delle ferriere e mi chiede di fare i famosi corsi dopo tutti questi anni che vendo la loro biglietteria, quando vedo che tutti ci trattano come parassiti del turismo (una volta era solo O’Leary della Ryanair che diceva questo, oggi lo pensano tutti), bé… io mollo. Grazie al cielo posso fare altre cose nella vita e a 60 anni ho anche la possibilità di prendermi un po’ di tempo per me, un periodo sabbatico insomma. E lo farò. Cosa farò dopo? Non lo so, ma quello che farò lo farò lontano da questo mondo. Albert
Buonasera Liliana, come sempre solo lei tenta di aprirci gli occhi sulla nostra situazione. Si perché molti agenti pensano che la crisi stia finendo e che il 2013 sarà sicuramente migliore. Non si accorgono che la barca fa acqua da tutte le parti e non basta più il si salvi chi può. Con tanta stima le auguro un buon 2013
Liliana, come sempre, disamina perfetta. Avrei mille cose da aggiungere: scrivo e cancello, scrivo e cancello… Mi viene sempre però una frase:”chi è causa del suo mal pianga sè stesso!” e la ripeto con infinita tristezza. Io sarei certo: NOI possiamo fare la differenza ma dovremmo essere finalmente coesi, se riuscissimo finalmente a unire gli sforzi ma chi vedi con la volontà vera di distinguersi, chi conosci che invece di lamentarsi cerca di prendere la “nuova direzione” che ha preso il nostro settore? Mi dispiace per Albert, ritengo che 18 anni di questa professione siano un patrimonio incredibile, fondamentale per viaggiatori e per addetti ai lavori. A lui, a te e ai tuoi lettori un sincero BUON 2013 (mi sono permesso di linkare il tuo redazionale in un paio di gruppi FB e di replicarlo sul mio sito)
Caro Albert, fa molta tristeza leggere la sua lettera. Purtroppo non posso darle torto. Tutto quello che ha scritto è sacrosanta verità e continuare a perdere soldi solo perché si ama un lavoro non è fattibile per chi non ha i beni al sole. Io le auguro di stare meglio quando si sarà liberato di quell’attività che, da amata, era diventata un peso e basta. E il tempo che si potrà dedicare sarà sicuramente la migliore consolazione che potrà avere. Buon tutto e buon inizio di una nuova vita.
Roberta, purtroppo il settore è, spesso, ottuso e non vede al di là del proprio naso. La barca ha una falla grandissima e sarà fortunatissimo chi potrà riuscire a raggiungere la riva nonostante il buco nello scafo. Buon anno anche a lei.
Andrea, come sempre sei una persona che vede il mondo senza il “paraocchi”, quello che, purtroppo, troppi agenti di viaggio hanno sul loro viso. Coesione? Il turismo non sa affatto cosa significhi, tant’è che oggi si trova con il cosiddetto “sedere per terra” ma ancora non se ne rende conto al 100 per cento. Se ne stanno andando le persone che costituivano il patrimonio di questo settore, ed è una cosa bruttissima. Ma forse, proprio la vecchia generazione, riesce a capire quando è ora di chiudere un capitolo ed aprirne un altro. Grazie per aver linkato il mio redazionale. Un caro saluto e tantissimi auguri anche a te.
Cara Liliana, sta tutto in queste due righe che hai scritto e che ricopio: ” L’aumento del costo della vita, la stangata dell’Imu, la perdita del posto di lavoro di tante persone, la chiusura di tante aziende, non lasceranno tanti soldi nelle tasche degli italiani. E le priorità in una famiglia sono ben altre che un viaggio, che può essere benissimo sacrificato e rimandato a tempi migliori.” Questo è il sunto degli ultimi due o tre anni. Ora ci accorgiamo della crisi, quando invece c’erano le prime avvisaglie, le uniche parole che si sentivano dai media è che “I ristoranti sono pieni” , “la crisi non toccherà l’Italia” e tutta una sfilza di cretinate. Ebbene ora ci stiamo facendo i conti. E noi che siamo un’industria del terziario e un’industria che tratta “oggetti di lusso” (così è vista la vacanza, come un lusso che oggi non tutti possono più permettersi) siamo destinati al fallimento. Non abbiamo sindacati, o organizzazioni che ci tutelino (o meglio ci sono, ma non si è ancora ben capito che ruolo abbiano). La verità è che il nostro settore non è politicamente forte. nessun politico ha interessi nel turismo perchè si sa che non è remunerativo. I politici hanno interessi nella borsa, nelle costruzioni e quant’altro. Ma non nel turismo. Se avessimo dei politici che iniziassero a investire (ovviamente per un proprio tornaconto) nel turismo, saremmo anche noi un settore florido e tutelato. Questa è l’Italia. che lo si voglia accettare o no. In bocca al lupo a tutti.
Esattezze e soltanto esattezze. Finalmente! Ovviamente, ci voleva Liliana Comandè 🙂
qualcuno che parla, o meglio, scrive a chiare lettere….una fotografia ineccepibile della situazione in cui siamo
oramai il dito dietro il quale nascondersi non era più sufficiente
Bella fotografia del settore, pronta ad essere appesa ad una parete …dove resterà a riempirsi di polvere
Cara Liliana, nulla di più vero. Anarchia assoluta, nessuna regola, abusivisti, associazioni culturali, cral, network, ora ci si sono infilate anche quelle società come groupalia, glamoo che paventano sconti del 97% ai clienti, palesemente finti. Ma questo vuole l’italiano medio di oggi. Spendere meno ed avere tutto, ma non capisce che spendendo meno si hanno servizi in meno. In qualsiasi settore. Io ancora sono ottimista, e confido nel 2013 per un anno migliore sperando che qualcosa riesca a smuoversi, magari dopo le prossime elezioni.
Ciao Liliana, grazie di questa tua lettera bellissima. Sembra quasi assurdo dire bellissima, ma lo è, perchè da essa traspare tutta la tua sensibilità nel modo in cui analizzi la situazione e ti fai portavoce di un disagio che la stragrande maggioranza di noi sta vivendo, giorno dopo giorno. Molti di noi hanno il coraggio di tirarlo fuori questo disagio e cercare conforto nelle parole di altri colleghi ed altri questo disagio se lo tengono dentro perché non ce la fanno ad accettarlo, perché ne provano imbarazzo. Nella mia vita ho sempre cercato di essere un grande ottimista, spesso ho lottato contro i mulini al vento e a volte mi sono fatto anche del male però ho cercato di trovare sempre la forza di rialzarmi e di ricominciare, e seppur comprendo che così come le cose stanno andando è difficilissimo essere positivi, vorrei tanto che un’ondata di energia ci abbracciasse tutti in una grande catena in cui ognuno di noi possa trasmettere all’altro la sua energia e con questo flusso di energia entrare nel 2013, andandoci a riconquistare se, non tutto il territorio che abbiamo perduto, almeno una parte di esso, consapevoli che come ci sono persone che ci hanno abbandonato, allettati da altri richiami, spesso subdoli e anche pieni di insidie, ce ne sono tante che apprezzano la competenza, la serietà, l’affidabilità di un agente di viaggi reale e non virtuale. Forza mettiamocela tutta, tiriamo fuori quell’orgoglio che c’è in noi, organizziamo anche degli incontri dove vederci, liberi da quelle maschere che spesso abbiamo indossato, confrontiamoci senza piangerci addosso ma con l’obiettivo di condividere delle idee propositive per il futuro, mettendo in campo le proprie esperienze lunghe o brevi che siano. Di nuovo grazie Liliana, e grazie anche per avermi ospitato nei tuoi redazionali.
Grazie a te Santo perché riesci a fare un’ulteriore analisi di ciò che scrivo. Vorrei anch’io che ci fosse quel sussulto di orgoglio e di piccola positività anche in un momento così terribile. Purtroppo agli incontri dovrebbero seguire la messa in pratica di ciò che è stato detto, ma, e tu lo sai bene, non accade mai niente di tutto ciò. Un caro saluto e buon anno 2013.
Grazie Flavia, spero che la tua positività sia di buon auspicio per un anno che si presenta proprio male. Buona giornata.
Cara Barbara, io scrivo redazionali da oltre 20 anni e nessuno ha mai appeso quanto da me scritto in una parete. Il problema è che gli ADV tendono a mettere da parte qualsiasi cosa venga detta e a dimenticarla. Gli ADV, troppo spesso, parlano molto e agiscono…mai.
Angelo, gli ADV si nascondono sempre e ancora dietro un dito. Forse pensano di salvarsi dalla crisi, non lo so. Ma mi stupisco sempre dalla staticità degli addetti al settore.
Cara Claudia, da oltre 20 anni scrivo a chiare lettere ciò che accade nel settore…a volte mi stupisco di avere ancora voglia di scriverlo.
Grazie Sergio, sei sempre attento e pronto a divulgare ciò che scrivo. Buon anno.
Caro Federico, anche tu hai ragione ed hai fatto una bella radiografia di ciò che succede nel nostro paese a livello politico: ossia nulla. Non ci sono soldi da mangiare e, quindi, nessuno è interessato a metterci le mani. Questa è la triste realtà.
Mi unisco anche io all’oramai ex-collega titolare di agenzia che ha chiuso i battenti. Ho dovuto fare lo stesso. Dopo 10 anni di lavoro, di ricerca di clientela, di accordi con grosse società e quant’altro, non sono riuscito a mantenere in piedi una società con tutte le spese di tasse, dipendenti che avevo ogni mese. Fortunatamente sono stato in grado di riciclarmi in un altro settore, decisamente più noioso e meno bello come il nostro, ma che devo fare? Bisogna pur poter guadagnare per vivere.
Tanti auguri anche a te Giuseppe per il nuovo lavoro che, anche se più noioso e meno bello, ti da da mangiare ogni mese.
Analisi ahimè perfetta di ciò che è la realtà che viviamo, credo di poter dire però che non è esclusiva del nostro ambiente, passo molto tempo a parlare con i miei clienti e la situazione in altri settori molto più coesi del nostro non è migliore, anzi, e come tu ben descrivi non si vede al momento un’uscita.
Le nostre colpe le conosciamo ( almeno credo e spero) ma non riusciamo a unire le forze, questo perchè si desidera essere tutti protagonisti, sono molto poche le persone capaci di comprendere la valenza dell’insieme, ma in un insieme non si può essere tutti quanti presidenti, qualche segretario e qualche “manovale” ci deve pur essere.
Il web è stata e sarà sempre una risorsa incredibile, ha il suo lato positivo ed un lato negativo, il lato negativo più importante ed oserei definire “pesante” sul quale è difficile combattere è stato quello di aver rivoluzionato il comportamento delle persone, ergo chi è stato furbo e svelto ha cavalcato l’ondata ed ha preparato ciò che la massa si aspettava, ha appiattito definitivamente l’offerta portando l’attenzione quasi esclusivamente sul prezzo.
Ma là fuori, dico là e mi riferisco oltre al nostro naso, cè una nicchia di persone ancora da riconquistare, da riportare nelle nostre agenzie, e per farlo bisogna tirare su le maniche, unire le forze e cercare di creare gruppo, un gruppo di persone capaci di distinguere ruoli e compiti, non un gruppo dove ciascuno fa il presidente!
Ciao Liliana, il tuo report di fine anno è perfettamente combaciante con la situazione attuale. Auguro a tutti noi e a te in particolare che ci dai questa piattaforma virtuale per poterci confrontare di trascorrere un buon 2013, sperando che sia migliore di questo appena passato lavorativamente parlando.
Concludo la mia giornata rileggendo i commenti e sono d’accordo con l’amico Juan Pablo che conosco personalmente. Il lamento non porta da nessuna parte e credo che ormai siamo ad un bivio: o si ha il senso dell’onnipotenza, un alto livello di autostima personale che, comunque, non fa mai male per pensare di uscirne fuori da soli, oppure si deve fare massa ma non massa intesa nel senso spregiativo ma massa intesa come gruppo, come squadra, unione di forze sane e combattive che si assumono una responsabilità, una sfida. Il problema sta nel definire bene quale possa essere l’obiettivo e l’obiettivo è solo uno: non perdere il contatto con chi ci continua a dare ancora fiducia, riconquistare una piccola parte di chi preferisce altre modalità d’acquisto, convincere chi ancora tentenna a privilegiare il circuito agenziale. E’ un impegno molto, molto alto e quindi prima di partire all’attacco si dovrebbe fare una scrematura nel senso che per arrivare a questo obiettivo è assolutamente necessario riconvertirsi nelle strategie, nei modi di pensare e si rende assolutamente necessaria una selezione degli attori chiamati in campo, perché se pensiamo di voler cambiare certe dinamiche così come le abbiamo gestite finora non andremo molto lontano.
Non so se tornerò a commentare questo articolo e quindi colgo l’occasione per augurare, soprattutto a chi dedica, quantomeno, un piccolo spazio del suo tempo a leggere e condividere (se non altro anche per rispetto) quanto scrive una persona qualificata come lo è Liliana, i miei più sinceri auguri perché ognuno di noi possa ritrovare, nel 2013, la chiave giusta per tornare a quel minimo di indispensabile serenità.
Caro Salvo., me lo auguro anch’io, anche se ci sono poche speranze che qualcosa possa cambiare. Le premesse non ci sono, questo è il problema.
Gentile signora Liliana, come sempre i suoi articoli rispecchiano la realtà che ci circonda in questo periodo. Sono pienamente d’accordo con lei!!!Un saluto da Bari
Buongiorno e Buon Anno Santo. Sono del parere che gli ADV si lamentino troppo ma non sappiano proprio come gestire la crisi – anche se non è una crisi solo del settore ma generale. Quei pochi clienti fidelizzati bisogna continuare a conservarseli come se fossero una “specie protetta”. L’ho scritto e lo sottoscrivo. E da li nasce il passaparola con gli amici e gli amici degli amici…funziona così e, lo dico ancora una volta, ci sono agenzie che continuano a lavorare perché sanno ancora fare bene il proprio mestiere!
Grazie Maurizio, purtroppo è una realtà pessima e non sono molto ottimista per il futuro non tanto lontano. Un saluto e Buon Anno
Caro Pablo, vedo che concordi con me. La maggior parte della clientela ormai prenota i viaggi sul web perché è convinta di pagare meno ed è molto “orgogliosa” di poter fare tutto da solo. Nel settore, come nella politica, tutti vogliono essere i “pezzi importanti”, tutti vogliono avere il ruolo principale – senza averne le capacità – e nessuno vuole essere la comparsa. Sbagliatissimo, perché per fare una catena ci vogliono tanti anelli e non uno solo e tutti sono importanti allo stesso modo. Io sono convinta che, magari non quest’anno, ma fra un po’ ci sarà qualcuno che si renderà conto che è meglio “alzare il sedere dalla sedia” e andare in un’agenzia piuttosto che parlare da solo davanti ad un computer. Ma gli ADV devono farsi trovare pronti per ricominciare ad essere quello che erano prima: i veri consulenti dei viaggi e non quello che viene chiamato quando l’ex cliente chiama perchè ha qualche problema con la prenotazione sul web. Buon anno Pablo!
Cara Liliana intanto auguri di Buon Anno! Quest’anno più che mai sperando che il 2013 sia positivo!
Al solito i tuoi articoli colpiscono nel segno! Di mio posso dirti di aver chiuso con un passivo mai visto fino ad ora, da mani nei capelli! Ma dato che credo in quello che faccio cerco di andare avanti nel migliore dei modi! Certo é che così non può durare a lungo e sarebbe da suicida un altro anno così!
Reinventarsi? L’intervento del governo? Campagna di controinformazione? Personalizzazione e unità?! Magari si potesse avere tutto insieme!
Ci spero però, come tanti che lavorano ancora con passione in questo settore!
É il ns mestiere e spero ancora che qualcosa possa cambiare o quantomeno riprendersi!
Un caro saluto e in bocca al lupo a te e a tutti noi che ti seguiamo.
cara Liliana,come sempre cogli in pieno la realta del nostro settore. Io credo che se solo ci fosse piu coerenza e piu unione tra di noi eviteremmo di fare questa inutile e sanguinosa guerra tra poveri e forse troveremmo davvero una ricetta x vivere meglio ed evitare di abbassare la nostra serranda. Ti faccio un grande in bocca al lupo e ti auguro un buon 2013.
Salve sig.ra Comande. La seguo da anni e sono un suo ammiratore “silenzioso”, nel senso che non ho mai lasciato il mio giudizio ai suoi editoriali, ma stavolta proprio mon ne ho potuto fare a meno. Pensavo di sbagliare io in questo periodo a condurre la gestione della mia attivita e invece, da quanto leggo, in molti sono nelle mie stesse condizioni. Che tristezza vedere che il nostro settore, anche per colpa di chi lo compone va in malora. Spero che questo nuovo anno che e’ appena cominciato porti qualche soddisfazione in piu, altrimenti e’ inutile continuare cosi.
Maria, mi dispiace per il tuo passivo, ma credo che ben pochi abbiano chiuso l’anno con il segno più. Io spero in tutte le cose che ho sempre scritto e spero che qualcosa possa essere messa in atto dagli ADV e dalla loro rappresentanza. In bocca al lupo anche a te e…crepi il lupo!
Gianni, la coerenza è una cosa magnifica ma non tutti la posseggono. Io spero che il settore prenda coscienza che non è tempo di giocare o di perdere tempo. Quest’anno non promette niente di buono e, sicuramente, ci saranno tante serrande abbassate.
Sergio, chi più chi meno, è nelle tue stesse condizioni. La crisi e ciò che si sta vivendo ha fatto persino passare la voglia di viaggiare. Anche chi ha i soldi, infatti, ha cambiato un po’ le sue abitudini e viaggia meno. La depressione è una brutta cosa e noi ne stiamo scontando la malattia.
Ciao Liliana e complimenti come sempre per il tuo editoriale. Io sono uscita dal settore del turismo e mi sto dedicando ad altro dopo 10 anni di agenzia di viaggi. Ho visto e vissuto tutta l’involuzione del mercato turistico dove si è passati dall’essere consulenti di viaggio, dove i clienti ti chiedevano consigli, pareri e pagavano senza battere ciglio a seconda delle loro possibilità, alla mercificazione vera e propria e all’abbassamento più spudorato delle braghe da parte dei tour operator nel giocare a ribasso inculcando alle menti deboli italiane (che, ahime, sono la maggior parte dei clienti) che è possibile andare dall’altra parte del mondo pagando due lire o poco più. Siamo arrivati, pertanto alla guerra tra poveri, sconti su sconti, rinuncia agli utili che ogni anno, mese, giorno, si riducevano drasticamente, la clientela che diventa più furba e scaltra di noi addetti al settore, che ti lascia solo perchè l’agenzia davanti la tua gli fa 10 euro di sconto in meno, oppure chi sfrutta la tua consulenza per potersi ricostruire tutto il viaggio su internet pagando, a suo avviso , di meno, e tutte queste altre belle cose. Ho deciso di chiudere, non solo per gli introiti che non arrivavano più, ma ho chiuso anche per questi motivi. E mi dispiace, ma concordo con qualcuno che sopra ha detto “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Si, perchè la colpa è nostra, di noi (anzi, di voi, dato che non ne faccio più parte) agenti di viaggio. Nessuno che si coalizza, che si unisce, che cerca di trovare soluzioni, cercare di rimandare le persone in agenzia, pubblicità progresso cumulative, pagandola un pò per uno, come da te proposto tempo fa cara Liliana. Era un’ottima idea, ma perchè non ne date seguito? Oppure si finisce sempre per parlare e parlare e parlare non smuovendo mai nulla ? Beh, io ero stanca di sentir parlare e basta. Me ne sono andata prima e ora mi occupo di altro, ma vi auguro con tutto il cuore, di poter proseguire al meglio e di far vivere ancora questo settore che, fino a prova contraria, ritengo essere il più bello di tutti.
Sono pienamente d’accordo con ogni parola che hai scritto Liliana, ancora complimenti!
Io continuo a sentire dai sales, dai tour operator e da altri “pallonari” (per usare un termine utilizzato dalla cara sig.ra Comandè, che mi ha sempre fatto tristemente ridere!) che le vendite sono in ripresa, che si aspettano un 2013 che sarà sicuramente l’anno della svolta e simili.
Mi domando proprio a chi vendano questi gentili signori e chi prenota a certi prezzi. Ogni volta che chiami gli operatori poi, non ci sono mai posti, loro dicono che hanno venduto, ma a me sorge il dubbio che i posti presi sui vettori aerei o negli hotel sono pochissimi che riescono a vendere facilmente tra le tante (anche troppe a volte) agenzie che ci sono in Italia, i portali e tutti gli altri “attori” del settore. Quindi vorrei concludere chiedendo a questi signori, di smettere di dire cavolate e di concentrarsi invece, su come poter uscire tutti da questa terribile situazione.
Maria Rosaria, purtroppo la mia proposta a qualcunoè sembrata un’utopia ma, quando l’ha ripresa un presidente di un’associazione del settore è sembrata ottima. Io mi sto dedicando a preparare un programma per un amico che si presenta alle elezioni per la Presidenza del Lazio. Si tratta di elaborare un programma che rilanci la regione. Se vincerà farò parte della sua squadra e farò in modo di far applicare quanto programmato. Per il resto, sono sempre più delusa dal settore…
Grazie Massimo, sei molto gentile.
Gianluca, se tu approvi quanto da me scritto, io, da parte mia, non posso far altro che sottocrivere quanto da te enunciato. Il settore ancora non ha imparato che bisogna dire le cose come stanno e non come le vorremmo. E questa situazione è talmente stagnante che, fra un po’, la “puzza” arriverà a molti, troppi ADV.
La meravigliosa penna di questa Donna.
In linea di massima lo condivido per lo sfogo e l’urlo intellettuale che fotografa alcuni aspetti sofferenti del settore, ma non è oro colato. Inesatto il dato delle chiusure in Sicilia, avrebbe chiuso un’agenzia su tre? Infondato. Ne chiudono in genere più di quante ne aprono? Anch’esso infondato, il numero sul territorio si mantiene stabile da tre anni a questa parte, anzi, se consideriamo le agenzie di servizi turistici che operano quasi paritariamente alle piccole agenzie, il numero e’ in crescita (dovuto principalmente alla divisione ameboidale del personale). La crisi e’ crisi, ed oggi tocca tutti i settori che risentono paritariamente di abusivismo e contraffazione, ma una parte del male viene anche dall’interno per la troppa impreparazione che rende la figura del professionista vulnerabile agli occhi del consumatore, nonché per l’eccessiva speculazione generata dai grandi gruppi che spremono all’inverosimile il limone rappresentato dalla rete di distribuzione. Personalmente ritengo che si guardi troppo all’esterno e ben poco all’interno. Se è vero che non possiamo fare granché per invertire il corso della crisi economica globale, e’ anche vero che girarsi i pollici non fa onore a nessuno, studiare, aggiornarsi, colmare i GAP, permetterebbe forse a molti di affrontare meglio i mesi a venire …
E’ da inviare agli assessorati prima dell’invio del pagamento della tassa annuale e, soprattutto, ai ministeri.
Rispondo cumulativamente a Marzia e Dario. Grazie per i commenti e grazie a Donna Marzia per essere così gentile e affettuosa con me. Per ciò che riguarda Dario, forse ha letto solo questo mio editoriale, ma sono 21 anni che li scrivo e, alcuni, erano anche “al vetriolo”, tanto è vero che mi sono preclusa parecchia pubblicità e la mia non presenza alla Bit. In quanto a serranda e saracinesca, sono la stessa cosa, con la sola differenza che a Roma – in gergo, s’intende, saracinesca vuol dire la chiusura lampo dei pantaloni (attento, hai la saracinesca aperta!). Per ciò che riguarda la chiusura delle ADV in Sicilia, sono numeri dati da Giuseppe Cassarà nel corso di una conferenza stampa – (metto il link che riguarda proprio la conferenza) e mi è stato confermato da un paio di sales di T.O. abbastanza grandi, che la Sicilia nel 2012 ha venduto i loro viaggi pochissimo (grazie, hanno chiuso tante agenzie!). Grazie comunque per la vostra attenzione.
Questo il link http://travelling.travelsearch.it/2012/12/20/fiavet-ai-blocchi-di-partenza/58565
Cara Liliana Comandè, premetto innanzi tutto che ho gradito il tuo post, il mio tono era soltanto un po’ scherzoso per via di Donna Marzia con la quale ci divertiamo a beccarci un po’ tanto per sdrammatizzare, di tanto in tanto. Però vorrei aggiungere qualcosa anche di professionale, giacché ci siamo, ovvero che i dati forniti da terzi, specie nel nostro settore, sono da prendere con le pinze piuttosto che sul serio. Una cosa e’ il calo delle vendite o i dati che può fornire un t.o. sulla vendita del proprio prodotto le cui oscillazioni possono dipendere da fenomeni diversi tra loro, ed un’altra sono i dati azzardati forniti da associazioni che fanno tanta politica ma sul territorio ci stanno veramente molto poco. Secondo la regione Sicilia, sul territorio insisterebbero circa 1.050 agenzie di viaggio, se ne avessero chiuso il 32% il numero scenderebbe sotto le settecento, ovvero una ogni quattro avrebbe serrato i battenti. In verità’ neanche la regione sa quante agenzie esistono veramente, perché sono oltre 1400, e le chiusure fisiologiche vengono immediatamente rimpiazzate dalle nuove aperture, in genere da personale proveniente dalle agenzie chiuse o licenziato da altre e, come dicevo precedentemente, il numero non scende drasticamente come si vorrebbe far credere. In genere il flusso e’ identico sul territorio nazionale laddove chiusure di agenzie vengono rimpiazzate dall’attività frenetica dei franchising. Il problema del nostro settore e’ che il numero delle agenzie e’ sovradimensionato non tanto al territorio, ma al reddito pro capite. Per adeguarlo al reale gettito dell’economia il numero sul territorio dovrebbe scendere sotto le 7mila, ovvero al 50%, ma con la modifica del titolo V della Costituzione del 2001, di fatto, e’ impossibile.
Grazie per la tua risposta Dario. A volte purtroppo, ma è il nostro mestiere e lo dobbiamo fare, scriviamo quanto viene detto ufficialmente nelle conferenze stampa. Una cosa è certa, mi stanno chiamando molte agenzie da ogni parte d’Italia per dirmi che stanno chiudendo…e questo da parte di chi nel settore opera da molto tempo. Con mio grande dispiacere.
Beh, e’ certo che dispiace se un’agenzia chiude, ma volte bisognerebbe chiedersi ed interrogarsi sui motivi per cui chiude, comprendere perché il una agenzia su dieci cresce e si consolida mentre le altre soffrono. Impreparazione? Scarsa imprenditoria? Assenza di strategie commerciali? Scomparsa delle partnership di vendita? I problemi non possono essere legati solo alla crisi economica, spesso dipendono o si affiancano ad altri fattori. Un’altra cosa e’ certa: le agenzie che aprono non chiamano nessun organismo di settore per farglielo sapere, inaugurano e dal giorno dopo lavorano….
“la vera crisi è l’incompetenza”
“Parlare di crisi significa incrementarla. Cambiamo atteggiamento e cerchiamo soluzioni alternative. Evidentemente, anche alcuni comportamenti remissivi e rassegnati non sono paganti e la paura psicologica della possibile perdita di quanto conquistato e il rischio di non riuscire a mantenerlo fa il resto.
Intanto gli agenti di viaggio usino tutte le carte che hanno da giocare per offrire al meglio i loro servizi, fidelizzando il cliente. Il lavoro di oggi sarà ricompensato domani con un riconoscimento concreto.”
– Non sono parole mie eh? non sono così forbita… – 🙂