Dopo la mostra tenuta a Roma appena conclusa ”Tesori del patrimonio culturale albanese”, che al Complesso del Vittoriano  celebrava i cento anni di indipendenza dell’Albania, il ministro della Cultura albanese, Aldo Bumci, rilancia la destinazione.

”Abbiamo tre siti posti sotto la tutela Unesco: Butrinto, Argirocastro e Berat”, ricorda ad ANSAmed Bumci. Eppure a livello turistico il Paese non riesce ad attrarre molti visitatori. Per lo meno quelli italiani. ”Piu’ che un ‘lago’ – afferma – abbiamo la percezione che per gli italiani l’Adriatico assomigli piu’ a un oceano”. Difficile scrollarsi di dosso l’immagine che molti ancora hanno del passato, della poverta’ estrema in cui versava il Paese sotto il dittatore Enver Hoxha.

O quella dei barconi che giungono sulle coste italiane nei primi anni ’90. L’apertura al turismo, spiega il ministro sotto la cui responsabilita’ ricade anche questa materia, si e’ fatta lentamente. ”Venti anni fa l’Albania non era certo pronta ad accogliere i visitatori. Non c’erano strade, non c’era acqua non c’era energia elettrica continua”. Oggi, le cose sono cambiate.

Ci sono strade e strutture di ricezione di medie e piccole dimensioni, per lo piu’ a conduzione famigliare. In tutto 650 strutture, secondo l’ente del turismo di Tirana. ”Per un totale di 25 mila posti letto”, aggiunge Bumci. Per ora l’Italia e’ al quinto posto per numero di arrivi e segue il mercato tedesco.

Ricordiamo lo scorso anno il protocollo d’Intesa con l’Opera Romana Pellegrinaggi per progetti di recupero e valorizzazione delle antiche vie di pellegrinaggio in territorio albanese, segnatamente la via Egnatia e la via di Aquileia.