Il Ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport, Piero Gnudi, ha presentato  al Consiglio dei Ministri il primo piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia. Il documento presenta un’approfondita analisi dei punti di vulnerabilità del settore turistico, indica 7 linee guida per l’agenda di governo e propone 61 azioni specifiche, implementabili in un periodo variabile tra i 3 mesi e i 5 anni.

I principali punti di vulnerabilità dell’industria turistica individuati sono:

·        governance del settore (debolezza del coordinamento centrale; eccessiva frammentazione delle politiche di sviluppo e di promozione all’estero);

·        risorse insufficienti per l’ENIT;

·        nanismo delle imprese turistiche;

·        vantaggio competitivo unicamente basato su rendite di posizione e incapacità di costruire nuovi prodotti turistici;

·        infrastrutture insufficienti;

·        risorse umane non adeguatamente formate;

·        difficoltà ad attrarre investimenti internazionali (incertezza del contesto soprattutto dal punto di vista burocratico e amministrativo)

 

Le 61 azioni previste per intervenire in maniera efficace su queste aree di debolezza seguiranno quindi queste linee guida:

1.        ridefinizione della governance del settore con un rafforzamento del ruolo del Ministro del Turismo;

2.        rilancio dell’ENIT (Agenzia nazionale per il turismo);

3.        miglioramento dell’offerta: focus su 1-2 nuovi grandi poli al Sud o nelle Isole, creazione di 30-40 nuovi poli complessivi con priorità ai segmenti affluent e BRIC;

4.        riqualifica delle strutture ricettive e consolidamento del settore;

5.        trasporti e infrastrutture: intervento sul piano aeroporti e collegamenti intermodali;

6.        formazione e competenze: riqualificazione dell’istruzione turistica e rilancio delle professioni (dalle superiori al post-laurea);

7.        investimenti internazionali: attrazione tramite incentivi fiscali e burocrazia zero.

Le azioni sono state classificate sulla base della velocità/complessità di esecuzione e dell’impatto economico sul settore. Molte tra quelle immediatamente realizzabili possono essere completate già entro i primi 3 mesi dall’approvazione.

Secondo alcune stime prudenziali, l’implementazione completa del piano potrebbe portare entro il 2020 i seguenti risultati:

·        500.000 nuovi posti di lavoro (da 2,2 a 2,7 milioni);

·        incremento di 30 miliardi del contributo al PIL del settore turistico (da 134 a 164 miliardi); in particolare questo risultato sarebbe ottenibile mediante l’incremento dei ricavi da turismo internazionale che passerebbero da 44 a 74 miliardi, mentre gli obiettivi del piano prevedono una sostanziale tenuta del turismo nazionale che resterebbe a 90 miliardi.

Il piano strategico è stato elaborato nel periodo maggio-ottobre 2012 da un gruppo di lavoro nominato dal Ministro, coordinato da Massimo Bergami (Professore di Organizzazione Aziendale, Università di Bologna) e composto da Andrea Babbi (Direttore Generale ENIT), Pier Luigi Celli (Presidente ENIT), Marco Di Luca (Principal, BCG – Boston Consulting Group), Mauro Di Dalmazio (coordinatore Assessori Regionali al Turismo), Calogero Mauceri (Capo Dipartimento Affari Regionali, Turismo e Sport), Gabriele Morandin (Ricercatore Università di Bologna), Nicola Pianon (Partner BCG), Roberto Rocca (Direttore generale dell’Ufficio per le Politiche del Turismo), Ignazio Rocco di Torrepadula (Partner BCG).

Il piano sarà discusso con gli operatori del settore in occasione dell’inaugurazione della Borsa Internazionale del Turismo (BIT) il 14 febbraio presso la Fiera di Milano.