antonio-bordoniLungi da noi l’intenzione di voler minimizzare disagi e problemi per quei passeggeri che si recano in aeroporto per prendere un volo e sono soggetti a ritardi nella partenza. Lungi da noi altresì voler prendere a tutti i costi le difese di una aerolinea se questa a fronte di un tale imprevisto non riesce ad offrire ai propri passeggeri ciò che la legge prevede in termini di assistenza e facilitazioni.

Precisato ciò riesce tuttavia  difficile capire i motivi per cui una ritardata partenza di uno degli oltre 80.000 voli (ribadiamo in lettere la cifra: ottantamila) che quotidianamente partono dagli aeroporti dei cinque continenti debba meritare gli onori della cronaca della stampa nazionale; il tutto, superfluo dirlo, incorniciato dall’ormai tradizionale titolo “sull’odissea” vissuta dai passeggeri di quel volo nel terminal aeroportuale.  Ma un aereo che ritarda la partenza è una notizia da pubblicare sui giornali alla stessa stregua, ad esempio, di quanto avviene allorchè un aereo subisce un incidente?  Secondo noi, prendersela con le compagnie aeree, è diventato un luogo talmente comune che è un po’ come sparare sulla croce rossa.

E comunque tenuto conto che la legge prevede precise tutele e sanzioni, la notizia scandalosa degna della pubblicazione sarebbe eventualmente quella del vettore che aeroporto madridcercasse di eludere tali regolamenti, ma non certo l’evento in se stesso circa un ritardo nell’orario di decollo.  Fra l’altro possiamo dire che lamentele del genere non si verificavano allorchè le aerolinee non erano in clima di deregulation e avevano abbondante personale negli scali per assistere i propri passeggeri e potevano spendere soldi per accomodarli in albergo in attesa che il volo decollasse.  Ora vorremmo ricordare che proprio tenendo conto del fatto che i ritardi possono accadere e non si possono abolire d’autorità, il legislatore ha previsto più che generosi regolamenti che servono a tutelare ed alleviare i disagi derivanti da questi eventi.

E val la pena evidenziare che tanta attenzione non è riscontrabile -e comunque non è stata attuata- per altri mezzi di trasporto, quindi nel caso in esame troviamo piena conferma del detto che “piove sempre sul bagnato”.  Queste considerazioni i cui dettagli ora andremo ad approfondire rendono ancor più incomprensibili i pesanti interventi sulla stampa nelle ipotesi di volo ritardato.

La legislazione sulla assistenza passeggeri è stata così copiosa in questi ultimi anni che le aerolinee hanno provveduto ad includere  nei loro bilanci sotto il capitolo “rischi e incertezze”  uno specifico “warning” denominato “Regulatory intervention” il quale è assai indicativo dell’escalation occorsa nella legislazione, in particolare quella UE, circa la “tutela del passeggero”. A nostro parere non vi è alcun dubbio che se i conti delle compagnie aeree sono caratterizzati da un rosso pressoché costante ciò è dovuto anche all’estrema, eccessiva, attenzione del legislatore nel voler a tutti i costi addossare ai vettori responsabilità  a loro non certo imputabili, ovvero portando avanti una politica di zelante tutela nei confronti di colui che acquista un biglietto aereo.

E’ stato nell’anno 2004 che  la UE ha varato il regolamento 261/2004 (entrato in vigore nel 2005) il quale aveva come obiettivo il dissuadere le aerolinee dalla pessima abitudine dell’overbooking.  Era una decisione del tutto condivisibile in quanto la politica dell’overbooking, che effettivamente poteva creare problemi agli utenti del trasporto aereo, era una prassi unilateralmente decisa dalle aerolinee e della quale loro si dovevano assumere tutta la responsabilità; troviamo logico che ogni aspetto che riguarda discutibili politiche commerciali  è bene  che venga posta al vaglio del legislatore. Tutti crediamo siano al corrente circa le sanzioni inflitte ai vettori nei casi in cui essi incorrono in questi spiacevoli eventi: assistenza a i passeggeri e compensazioni finanziarie dai 250 ai 600 euro a secondo della distanza coperta dal volo in questione. Quella dell’overbooking è stata una mossa apprezzata e senz’altro dovuta.

aereo 3Tuttavia nel novembre 2009 la Corte di Giustizia Europea è voluta andare ben oltre questa regola  fissando un nuovo precedente del quale sinceramente non si ravvedeva alcuna necessità. Se un volo viene ritardato di tre ore o più, vengono previste compensazioni finanziarie.  Ora che il legislatore intervenga su scelte commerciali del produttore che possono danneggiare il consumatore è logico e auspicabile, tali erano il denied boarding e in una certa misura le cancellazioni, ma scendendo nell’ipotesi del ritardo dobbiamo dire che se l’aerolinea ritarda un volo non è certo per motivi commerciali bensì solo ed esclusivamente operativi il più delle volte causati da fattori meteo o di sicurezza.  Il livello di protezione del passeggero deve avere un limite e non può diventare un detrimento della capacità economica di sopravvivenza delle aerolinee, per non parlare poi del non trascurabile aspetto circa la safety.

Scendendo nel dettaglio della sentenza va osservato che la Corte di Giustizia ha ritenuto di dover prendere questa decisione per una questione di uniformità in quanto riteneva opportuno che il passeggero che soffre un ritardo deve avere un pari trattamento rispetto al passeggero del volo cancellato il quale  aveva già diritto al suo compenso.

Ma va notato che un tale punto di vista equiparativo è una mera interpretazione e non è previsto da alcuna legge. Inoltre se è logico far pagare una multa o una compensazione per qualcosa che si poteva evitare, non crediamo sia logico prevedere una multa senza nemmeno tener conto in dettaglio delle ragioni stesse che hanno costretto la compagnia a ritardare il volo.

Quando un vettore decide il suo operativo lo fa in base alle macchine a disposizione e ai tempi tecnici di rotazione  previsti. Ora se ad esempio si riuscisse a dimostrare checintura sicurezza aereo un ritardo è dipeso dal fatto che il vettore vuole “sfruttare” troppo i propri velivoli limando al massimo i tempi di sosta, ciò potrebbe costituire un motivo per sanzionare quel vettore, ma condannarlo al risarcimento -sic et simpliciter- perchè un volo ritarda è a nostro parere un eccesso, ne è sufficiente l’attenuante della solita frase circa la “circostanza straordinaria che non avrebbe potuto essere evitata anche in presenza di tutte le ragionevoli misure prese” la quale costituisce una miniera d’oro per gli studi legali.

Non possiamo infine non ricordare come sui settori a medio-corto raggio le tariffe siano talmente basse da rischiare che il passeggero, pur arrivando a destinazione in ritardo, grazie all’incasso della compensazione si troverà in molti casi a volare gratis.  Ognuno è libero di pensarla come vuole però  per favore non ci si finga meravigliati quando le aerolinee, malgrado gli aerei pieni, chiudono a fine anno i loro bilanci in perdita.