medjugorie-piccolaQuesta la storia di come si sono svolti i fatti e di come, pur potendo intervenire per bloccare e punire un abusivo, nulla è stato fatto da chi era stato avvertito e aveva avuto tutte le prove dell’organizzazione non legale di un viaggio a Medjugorie. Che succede in questa Italia dove la legalità sta diventando un optional

Lo svolgimento dei fatti

La location di quanto vi raccontiamo è Campobasso, dove risiede un abusivo di serie “A” che – vi assicuriamo – organizza più gruppi da solo di quanti non ne organizzino tutte le agenzie di viaggio cittadine messe insieme.

 

Interpreti della vicenda sono: da una parte la Presidente Provinciale di Assoviaggi, il Presidente Provinciale di Confesercenti ed il Presidente di Autotutela, e, dall’altra, la Regione Molise,la Provincia e la Polizia Provinciale di Campobasso nonché il Comando Regionale Molise della Guardia di Finanza.

Per sfatare il preconcetto che vuole le Associazioni inerti e soprattutto incapaci di collaborare, Assoviaggi, Autotutela e Confesercenti si mettono d’impegno e fanno redigere a regola d’arte un esposto con i fiocchi contro l’abusivo, in procinto di far partire un bel pullman pieno pieno con destinazione Medjugorie.  L’esposto viene presentato agli Enti da un avvocato di Campobasso, che si prende cura di farlo regolarmente protocollare da ognuno di essi e di chiedere un intervento della Polizia Provinciale e della GDF alla partenza del bus.

Per dimostrare come l’intera operatività si svolga “in nero”, i nostri si preoccupano di prenotare e pagare alcuni posti, e di mantenere una fitta corrispondenza con l’abusivo prima della partenza, corrispondenza dalla quale emergono nomi, numeri di carte postali sui quali accreditare i quattrini nonché le classiche frasi che ogni abusivo DOC si preoccupa di rivolgere ai propri clienti…

E si arriva alla partenza… C’è il pullman, c’è l’autista, ci sono i viaggiatori e gli accompagnatori che si scambiano i baci e gli abbracci di rito e ci siamo noi a fotografare. Unici assenti la Polizia Provinciale e la Guardia di Finanza.

Ora ci chiediamo – e il dubbio è più che motivato – se la loro assenza sia dovuta a menefreghismo o a connivenza, poiché mai come in questa occasione 1) erano informati 2) da soggetti autorevoli 3) con dovizia di particolari e prove. Allora perché non intervenire e cogliere sul fatto l’autore dell’illecito così da poterlo denunciare e sanzionare come vuole la Legge?

Ovviamente non faremo cadere nel nulla questo fatto più vergognoso che increscioso, e porteremo in giudizio l’abusivo per concorrenza sleale nei confronti dell’intera categoria. Nel contempo, i nostri legali ci diranno se, nei confronti dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio che avrebbero dovuto dar corso alle opportune verifiche, siano ravvisabili reati quali, ad esempio, il rifiuto di atti d’ufficio.

Ora, però, chiediamoci cosa possiamo fare tutti insieme per combattere concretamente l’abusivismo: è ovvio che pochi soggetti – le Associazioni – non possono certamente agire contro i circa 30.000 abusivi (oltre il triplo degli agenti di viaggio…) che stanno letteralmente distruggendo una categoria di lavoratori, ma lo possono però fare TUTTI gli agenti di viaggio di buona volontà disposti a fare e non solo a lamentarsi.

A questi forniremo strumenti e assistenza, spiegheremo come predisporre un esposto, come presentarlo e a chi farlo successivamente giungere affinché – in forma di report periodico – venga presentato ai Ministri dei Beni Culturali, di Economia e Finanze, dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali nonché alla stampa nazionale, sottolineando come – in un momento di così grande difficoltà – lo Stato preferisca “spremere” le piccolissime partite IVA piuttosto che gli evasori.

Siamo convintissimi che se gli Agenti di Viaggio vorranno fare, troveranno nelle Associazioni – in TUTTE le Associazioni – l’aiuto e la collaborazione necessaria. Basta volerlo.

Il Presidente di Autotutela