carte creditoSempre più in crescita il settore e-commerce ma in Italia è ancora distante dai livelli dei paesi europei: nella classifica sull’utilizzo dell’e-commerce l’Italia si colloca al 25° posto su 28 Paesi, prima di Grecia, Bulgaria e Romania, secondo la ricerca  dal Centro Studi di MMOne Group. I risultati emergono da uno studio realizzato, agenzia specializzata in servizi e-business per le aziende, che ha preso in considerazione 12 indicatori Eurostat che fotografano i comportamenti di aziende e cittadini in Italia e all’Estero, sia per quanto riguarda l’attitudine all’acquisto e alla vendita di prodotti, che all’utilizzo di servizi come l’internet banking e il booking online.

Gli europei sul web

Aggregando opportunamente gli indicatori considerati, si delinea una netta spaccatura fra Nord e Sud Europa. Ai primi posti della classifica si posizionano paesi quali la Danimarca, Svezia e Gran Bretagna che si distinguono per il maggior utilizzo del commercio elettronico. Attribuendo un punteggio convenzionale pari a 100 alla Danimarca, il Paese che sfrutta al meglio le potenzialità della rete, l’Italia totalizza 14,2 punti, a fronte dei 30,6 della Spagna, dei 52,6 della Francia e dei 67,8 della Germania.

Il fatturato delle vendite on line

 Entrando nel dettaglio del ritardo italiano, la quota di fatturato delle imprese derivante dalle vendite in rete è appena del 6%, mentre in Europa la media si attesta al 15%.

Inoltre, appena l’11% delle attività commerciali del nostro Paese ha una piattaforma di vendita integrata nel proprio sito web (la media europea è delturismo-web-300x228 15%), ma solo il 5% riceve ordini via internet (con una media UE pari al 13%). L’unico dato che ci vede leggermente al di sopra della media europea è quello relativo alle imprese italiane che fanno acquisti online: si tratta del 35%, contro una media europea del 34%.

L’acquisto di viaggi online è all’8% (UE 24%, Germania e Francia oltre il 30%, UK quasi 50%), mentre solo il 21% degli italiani utilizza l’e-banking per le operazioni di conto corrente, a fronte di un 82% della Finlandia e di una media europea del 40%.