antonio-bordoniQuante volte avete letto circa le lagnanze presentate dai vettori aerei italiani per il “campo non livellato” che contraddistingue i rapporti fra vettori e aeroporti?

Quante volte avete appreso che se un aeroporto concede condizioni particolari ad un certo vettore ciò porta a asimmetrie che indeboliscono chi quelle condizioni non può ottenere? La situazione malgrado i ripetuti interventi  normativi è lungi dal chiarirsi. Quando a ottobre del 2013 la Commissione Europea ha emesso un comunicato per annunciare l’avvio di una indagine atta ad appurare se gli accordi marketing conclusi fra le autorità pubbliche e le aerolinee che operano sugli scali spagnoli di Girona-Costa Brava e Reus sono in regola con le norme UE sugli aiuti di stato, nel comunicato si poteva testualmente leggere che “la Commissione sta attualmente conducendo diverse indagini nel settore del trasporto aereo”.

Il problema evidentemente non riguarda solo l’Italia e le aerolinee nostrane ma è  generalizzato pressoché ovunque. Nel dettaglio la Circolare della Commissione ricordava a titolo di esempio, e non certo esaustivo, le indagini aperte nei confronti dello scalo finlandese di Vaasa, di quello tedesco di Memmingen, di quello polacco di Gdynia-Kosakovo e di aeroporti della Sardegna.

A prima vista si sarebbe tentati di dire che le compagnie aeree che per decenni, attraverso la Iata, hanno attaccato frontalmente il carattere monopolistico della tariffe aeroportuali e la loro non trattabilità, ora dovrebbero essere soddisfatte del fatto che gli aeroporti sotto forma di sussidi o di scontiaereo 3 incentivano i vettori a servirsi delle loro piste anziché di quelle del concorrente, tuttavia non fermandosi alle apparenze la situazione va ben oltre una battuta del genere, anche perché se tante istruttorie vengono avviate ciò vuol significare che lo scenario anziché farsi trasparente, si va facendo più complesso.

Dalla sentenza di Charleroi ad oggi..

Se si tiene conto di quanti anni son trascorsi dalla sentenza di Charleroi, a detta di molti uno spartiacque sull’argomento, non si può non ammettere che il problema si dilunga troppo.

E nel frattempo continuano a piovere notizie su nuovi casi di contenzioso. Il 27 gennaio scorso la compagnia romena Carpatair ha emesso un comunicato nel quale dopo aver ricordato che lo scalo di Timisoara è stato il principale suo hub per ben tredici anni, dal 2000 al 2013, ha annunciato di aver presentato e ottenuto la richiesta di protezione atta a portare avanti  la sua completa riorganizzazione, una sorta di amministrazione controllata. La notizia significativa riguarda comunque i motivi che hanno portato il vettore ad adottare un tale provvedimento.

“La compagnia ha preso questa decisione in relazione ai danni subiti dal comportamento anti-concorrenziale praticato dall’aeroporto di Timisoara, che ha arrecato danni a Carpatair per oltre 30 milioni di euro”.

Anche in questo caso, è proprio il caso di dire, nulla di nuovo sotto il cielo d’Europa. Sembra che ovunque gestori e aerolinee hanno sempre un motivo per confrontarsi nelle aule dei tribunali o a Bruxelles. Circa il caso di Timisoara, il contenzioso non è un problema di oggi ma risale al 2011 quando CarpatairCarpatair iniziò a lamentarsi dei generosi sconti, a suo avviso, garantiti alla compagnia Wizz Air da parte del gestore aeroportuale di quell’aeroporto.  Nel maggio del 2013, la fonte della notizia è l’agenzia stampa Mediafax, vi fu uno scambio di battute fra i funzionari dello scalo che avvertivano di vantare crediti nei confronti del vettore romeno e quest’ultimo che per tutta risposta ribatteva che i conti a lui addebitati  erano in realtà da discutere dal momento che le autorità tendevano a favorire Wizz Air.

Le vicende tra Carpatair e Wizz Air

Quest’ultima accusa è stata sempre respinta dai dirigenti dello scalo usato come hub da Carpatair i quali hanno sempre precisato che servizi e tariffe sono uguali per tutti gli operatori.  Le cifre rese note da Carpatair indicano che su Timisoara la compagnia ha effettuato investimenti per oltre 50 milioni di euro, ha trasportato mezzo milione di passeggeri annui, effettuando 380 voli settimanali dallo scalo verso 34 destinazioni europee. La Wizz Air, pietra dello scandalo, è una compagnia low cost ungherese con sede a Budapest, e in Romania vola sia da Timisoara come da Bucarest.

La Commissione Europea, come detto,  ufficialmente investita del caso nel 2011 sta in realtà indagando su un doppio fronte: aiuti di Stato per investimenti in aeroporti nazionali romeni, e sconti  concessi dallo scalo di Timisoara ad alcune aerolinee.  “La Commissione europea ha avviato due indaginiwizz-air-voli-low-cost approfondite, ai sensi della normativa UE relativa agli aiuti di Stato, su un regime rumeno di sostegno a favore degli investimenti negli aeroporti regionali e per verificare se alcuni sconti e riduzioni concessi dall’aeroporto di Timişoara ad alcune compagnie aeree falsano la concorrenza.

La Commissione teme in particolare che gli accordi conclusi fra l’aeroporto di Timişoara e Wizz Air possano indebitamente avvantaggiare quest’ultima rispetto ai suoi concorrenti.”  (Press Release della UE IP/11/633 datato 24 maggio 2011) In particolare si tratta di un accordo marketing firmato nel 2008 sul mancato pagamento di diritti aeroportuali per un importo di 2,6 milioni di euro nonché su ulteriori riduzioni, fra il 72 e l’85 per cento, su tutti i diritti aeroportuali per aeromobili con peso massimo al decollo superiore alle 70 tonnellate.

Ricordiamo che la Wizz Air ha una flotta composta di A320 i quali eccedono le 70 tonnellate mentre Carpatair dispone di  velivoli di tonnellaggio inferiore bandiera-europa-unione-121004113617_medium(Saab 2000 e Fokker 100).

Nella stessa circolare, a dimostrazione di quanti problemi bollano in pentola sugli aeroporti, viene anche precisato che ”con decisioni distinte, la Commissione ha approvato gli aiuti a investimenti principalmente diretti a migliorare l’accesso a un aeroporto in Galles e a promuovere l’utilizzo del treno e dell’autobus da e per l’aeroporto nella regione italiana Friuli Venezia Giulia, avendo convenuto che entrambe le sovvenzioni erano giustificate e di importo limitato.”  Il triangolo Commissione-Aeroporti-Aerolinee rimane sempre caldo.