Scatta l’era Franceschini, il 25° Ministro di un dicastero (cultura e turismo, per semplificare) che, in un Paese come il nostro, dovrebbe ricoprire un ruolo di primo piano, disponendo delle risorse conseguenti. A parere di chi scrive, l’Italia potrebbe vivere solo di turismo e cultura. Le auto e le lavatrici, oltre 60 anni fa, avremmo dovuto lasciarle costruire ai tedeschi. Invece di dedicare tanta attenzione e risorse alle Forze Armate (l’Italia non ripudia la guerra? art. 11 della Costituzione), perché non si è guardato a ciò che abbiamo solo noi ? Discorsi vecchi, vero ?
Certo, discorsi vecchi, ma queste riflessioni ci sono tornate alla mente nei giorni scorsi durante una visita a Meetings Africa, tenutasi a Johannesburg, e di nuovo qualche giorno fa, nel corso di un breve soggiorno in Carinzia.
Dal continente nero ci è pervenuto un messaggio che – più o meno – recitava così : attenzione, amici, da noi si punta su mice e incentive per sviluppare il turismo, mentre continuiamo a percorrere la strada dei grandi eventi sportivi e culturali.
L’organizzazione perfetta dell’evento, ha contribuito a rafforzare la convinzione che molto presto la concorrenzialità in questo settore aprirà nuovi orizzonti, mentre da noi si rischiano di perdere opportunità ed occasioni.
In Carinzia invece, sono stati l’elevato livello della professionalità degli addetti e della cultura dell’accoglienza che ci hanno sorpreso. Da tempo abbiamo preso atto che molti Paesi che hanno creduto e continuano a credere nel turismo, investono nella formazione professionale e, in pochi decenni, hanno raggiunto livelli di eccellenza. Da noi, il 65% degli addetti nel settore turistico, non conosce una sola parola di inglese.
Il turismo sportivo infine. Un segmento che – in soli 6 anni – ha fatto registrare un +25% di crescita a livello globale, mentre registriamo che se il Pil direttamente legato allo sport, nel nostro Paese, è pari all’1,6% della ricchezza prodotta in Italia nel 2011, il valore della produzione attivato dallo sport – direttamente e indirettamente – ammonta ad oltre 53 miliardi di euro, raddoppiando praticamente il dato del Pil.
Dovrebbero essere dati che non lasciano dubbi circa la direzione da prendere. E non abbiamo esaminato ciò che significano oggi – in termini economici – la gastronomia, l’arte, i grandi eventi, che rappresentano altrettanti segmenti di eccellenza del nostro Paese, in grado di generare ricchezza attraverso il turismo.
Ma è necessario un cambiamento di rotta. Bisogna svoltare davvero ed operare scelte conseguenti. Franceschini avrà il coraggio (e la possibilità) di osare ? I 24 suoi predecessori non hanno brillato per intuizioni, coraggio, ed innovazione. Dispiacerebbe trovarsi tra qualche mese e qualche anno a parlare di occasioni perse. Ma è un pericolo reale, visti i precedenti.